Se il medico invece delle pillole ci prescrive un’app: anche i progressi della medicina passano dallo smartphone?

di Alessandra Talarico |

Il cardiologo Eric Topol prefigura un futuro non troppo lontano in cui microsensori nel sangue potranno aiutare a prevenire le malattie comunicando i nostri dati allo smartphone.

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E se lo smartphone da cui postiamo le foto delle nostre vacanze su Facebook potesse un giorno non troppo lontano anche salvarci la vita?

L’avvento delle nuove tecnologie mobili potrebbe definire nuovi scenari inediti per il futuro della medicina: tutto quello che ci serve per monitorare, misurare e tenere sotto controllo i nostri parametri vitali potrebbe davvero stare nel palmo della nostra mano.

Qualche anticipo, in effetti, c’è già stato: diverse le app in grado di monitorare i movimenti e inviare il computo delle calorie bruciate al cellulare o in grado di misurare i battiti cardiaci o ancora per aiutare a perdere peso semplificando il conteggio delle calorie.

Ma tutti questi software che memorizziamo sullo smartphone possono davvero aiutare noi e il nostro medico a tenere sotto controllo la nostra salute in modo serio?

 

È convinto di sì il cardiologo e ricercatore Eric Topol, leader nel campo della medicina ‘senza fili’, che dopo aver sperimentato l’utilizzo di un elettrocardiografo sul telefonino a bordo di un aereo per diagnosticare un infarto a un altro passeggero (l’aereo è stato fatto atterrare e l’uomo si è salvato), ha cominciato a pensare a come i dispositivi che ci portiamo sempre in tasca possano aiutare i medici a curare meglio e con maggiore efficacia.

Un giorno – ha dichiarato in un’intervista a NBC – i pazienti potrebbero avere dei microsensori nel sangue in grado di inviare dati dal loro corpo direttamente allo smartphone, come le spie che segnalano un’anomalia nel funzionamento dell’automobile.

“Con un sensore nel sangue potremmo raccogliere un sacco di informazioni utili: che sia una cellula che fuoriesce da un’arteria (che indica un infarto imminente) o l’insorgere di un tumore o ancora un problema al sistema immunitario. Tutto questo potrebbe essere rilevato e inviato sul cellulare“, che di conseguenza allerterebbe subito il medico.

 

“In questi giorni sto prescrivendo più app che medicine”, ha affermato ancora, stigmatizzando l’eccessiva esitazione del mondo medico ad abbracciare le tecnologie wireless per rendere più efficaci e abbordabili le cure.

 

Di fronte a queste affermazioni, c’è già chi prefigura una nuova minaccia di Grande Fratello, ma secondo Topol sono proprio queste considerazioni a essere distruttive per “il progresso della medicina” che un utilizzo ‘sano’ delle nuove tecnologie wireless.