Mediaset tra la ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi e la concorrenza del web. Urge nuova strategia

di Raffaella Natale |

La concorrenza di Netflix nei contenuti premium, il possibile arrivo in Italia dell’Amazon Tv, e i nuovi sviluppi politici pongono il broadcaster a un bivio: bisogna cambiare.

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Mediaset va meglio in Borsa e nel tardo pomeriggio registrava +2,05% a 1,391 euro, sovraperformando l’indice di riferimento Ftse Mib (-2,20% a 15.354 punti), grazie anche all’upgrade di Deutsche Bank che ha alzato la raccomandazione sul titolo da hold a buy.

Secondo gli analisti della banca tedesca, infatti, “i fondamentali macroeconomici miglioreranno nel corso dell’anno, con il cambiamento tecnologico e le operazioni di M&A che saranno le tematiche principali per l’intero settore”.

 

Una lenta ripresa, dopo aver bruscamente perso quel 10% riguadagnato in una settimana a Piazza Affari.

A incidere sul titolo non solo la nuova discesa in campo di Silvio Berlusconi, ma anche l’incertezza sul futuro di Mediaset Premium, la pay-Tv terrestre in perdita con i suoi 2 milioni di abbonati.

Mediobanca ha più volte commentato che l’azienda televisiva dovrebbe trovare un partner strategico per quest’asset, oltre a optare per una politica molto più aggressiva sui costi.

La scorsa settimana si speculava sul possibile interesse di Tarak Ben Ammar (Leggi Articolo Key4biz) e da tempo si parla delle trattative con Al-Jazeera. Del resto lo stesso gruppo non ha mai escluso la possibilità di una partnership con altri operatori. Il Cfo Marco Giordani ha chiaramente detto agli analisti che in periodo di crisi è logico attendersi operazioni di concentrazione (Leggi Articolo Key4biz).

 

In ogni caso che Mediaset debba prendere una decisione appare ormai scontato. Il gruppo televisivo ha bisogno di adottare una nuova strategia di contenimento delle spese, ma anche di riorganizzazione delle proprietà viste le perdite degli ultimi nove mesi (-45,9 milioni di euro). Questo fa guardare da un’altra prospettiva anche la partecipazione all’asta per le frequenze del digitale terrestre, sulla quale l’azienda ha espresso un giudizio ‘totalmente negativo’ (Leggi Articolo Key4biz), che sicuramente verrà indetta dal nuovo esecutivo visto il precipitarsi degli eventi politici, grazie alla spallata di Berlusconi (Leggi Articolo Key4biz).

 

Cologno Monzese ha già cominciato a risparmiare sui diritti Tv e ha smesso di fare la concorrenza diretta a Sky, rinunciando quindi al target dei cosiddetti alto-spendenti.

Ma le minacce adesso arrivano soprattutto da internet. Le web company stanno, infatti, scombinando le carte sul tavolo e le loro offerte dovrebbero spingere i broadcaster a mutare velocemente le loro strategie.

 

La scorsa settimana Netflix ha acquistato i diritti per la trasmissione on-demand dei film prodotti da Disney, ottenendo anche di poter anticipare la messa online rispetto alle pay-Tv e dopo solo 7 mesi circa dalla loro uscita in sala (Leggi Articolo Key4biz). Questo rivoluziona tutto, non solo perché i contenuti saranno online prima dei canali Premium, ma perché vanno incontro alle preferenze dell’utente che ormai vuole un palinsesto confezionato su misura, anytime, anywhere e anydevice.

A questo aggiungiamo che, secondo indiscrezioni, per la metà del prossimo anno anche Amazon potrebbe portare la Tv in Italia e i conti sono presto fatti. Mediaset ha bisogno di un nuovo piano.