Cinema, James Cameron: ‘Puntare sul 3D per portare di nuovo il pubblico in sala’

di Raffaella Natale |

In un’intervista a Les Echos, il regista di ‘Titanic’ e ‘Avatar’, parla anche delle grosse possibilità di investimento in Cina, un mercato in forte crescita per il cinema 3D.

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James Cameron

Il 3D per reinventare i film e riportare la gente in sala. E’ questa la ricetta di James Cameron che, dopo il successo dell’uscita della versione tridimensionale di ‘Titanic’, concede un’intervista esclusiva a Les Echos.

“Ciò che ci entusiasma“, ha detto il regista, “è l’opportunità di far rivivere il film sul grande schermo e, 15 anni dopo, farlo ritornare al cinema”.

Per il regista, il rifacimento in 3D, è un’opportunità molto interessante per reinventare un film senza cambiarlo sul piano artistico.

 

Le cifre ai botteghini restano molto buone per il 3D che continua a crescere anno dopo anno, anche se Cameron ammette che, preso singolarmente, un film in tre dimensioni porta meno entrate rispetto alla versione in 2D. La ragione è perché adesso ci sono un numero sempre maggiore di film in 3D che si dividono un mercato, dove ci sarebbe posto solo per 3 o massimo 4 film.

A questo bisogna, poi, aggiungere, la concorrenza tra studios e la tecnologia che ancora deve essere affinata. “L’industria deve ancora lavorare per consolidare il successo del 3D nelle sale”, ha commentato il regista.

 

Cameron ha spiegato anche le ragioni degli investimenti in Cina: “E’ un enorme mercato per il cinema in 3D, come è stato dimostrato dal successo di ‘Avatar’ e recentemente di ‘Titanic'”.

Quest’ultimo ha generato in Cina entrate pari a quelle cumulate in tutti gli altri Paesi del mondo, eccezion fatta per l’America del Nord.

Per le revenue dei box-office, la Cina è il secondo mercato del mondo e presto diventerà il primo. Da qui a cinque anni, peserà anche più di quello dell’America del Nord, forse non per tutti i film, ma sicuramente per alcuni di essi.

“Voglio coinvolgermi in questo fenomeno“, ha detto Cameron a Les Echos.Abbiamo anche l’opportunità di un mercato vergine per la produzione in 3D”.

Il regista ha anche detto d’aver già avviato trattative con gli organismi governativi cinesi che supervisionano la produzione dei film.