Tlc: Free nel mirino del Governo francese. Nuovo dispositivo fiscale per finanziare il cinema e garantire ‘equità’ tra le telco

di Alessandra Talarico |

Attualmente, Free non paga la tassa che le altre telco versano per finanziare il Centro Nazionale del Cinema, che si applica solo sul fatturato audiovisivo e, in base alle norme comunitarie, non può essere estesa al giro d’affari complessivo delle telco.

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Il governo francese vuole riportare ‘equità’ nel mercato delle telecomunicazioni, introducendo un “nuovo dispositivo fiscale” che sosituisca l’attuale tassa versata dagli operatori al Centro Nazionale del Cinema (CNC), ma aggirata dal new entrant Free.

La nuova tassa proposta dal ministro dell’Economia digitale, Fleur Pellerin, sarebbe di circa 70 centesimi ad abbonamento e non sarebbe più contabilizzata in base al fatturato.

 

Una fonte vicina al dossier ha spiegato che la soluzione prevista dal governo per questa TST 2, come la chiama il ministro, sarebbe “una tassa forfettaria, nell’ordine di 70 centesimi per abbonamento, su base dichiarativa”.

Rapportandola al numero di abbonati, porterebbe nelle casse dello Stato all’incirca la stessa cifra versata dagli operatori lo scorso anno: 190 milioni di euro.

 

La proposta sarà presentata lunedì a Bruxelles, che ha già espresso riserve per il fatto che la tassa versata dagli operatori al Centre national du cinéma, si applica anche agli abbonamenti internet che non includono un’offerta televisiva (cosiddetti ‘triple play’).

“Questa tassa è minacciata perchè non si può impedire a un operatore tlc di proporre un’offerta molto economica, a 1,99 euro per esempio, per i soli servizi audiovisivi e di non includere questa offerta nel quadro di un pacchetto triple o quadruple play”, ha spiegato il ministro.

La tassa si applica infatti solo sul fatturato audiovisivo degli operatori tlc e, in base alle norme comunitarie, non può essere estesa al giro d’affari complessivo delle telco, le quali già lo scorso anno hanno cominciato a non proporre più un’offerta triple play ma una che prevede di fatturare separatamente i servizi Tv, riducendo così il numero degli abbonamenti televisivi degli ISP e la tassa assegnata al CNC per finanziare la creazione e la produzione di film.

 

“Oggi – ha aggiunto il ministro – solo un operatore approfitta di questa vulnerabilità e questo pone un problema di equità perchè alcuni pagano più di altri”.

 

Il ministro Pellerin, dal canto suo, si è mostrato fermo nell’intento di salvaguardare le risorse destinate al CNC e alla sua ‘missione culturale’, che sarebbero in pericolo se tutti gli operatori si allineassero alle pratiche di Free.

“Il nuovo dispositivo – ha affermato – presenterebbe il triplo vantaggio di garantire un rendimento soddisfacente, di ristabilire l’equità tra gli operatori e di rispettare il quadro comunitario”.

 

In realtà, oltre a Free, anche SFR ha adottato questa strategia, lanciando lunedì una tariffa differenziata che separa il servizio TV Evolution dall’abbonamento base per permettere – questa la motivazione ‘ufficiale’ – ai clienti che non sono interessati alla televisione di pagare il giusto prezzo.