Cinema: ancora dati allarmanti. Il film di Marco Bellocchio, unico italiano nella top ten

di Raffaella Natale |

Trionfano i blockbuster mentre il cinema italiano è quasi assente.

Italia


Box office

La nuova stagione cinematografica, nel primo mese di uscite in sala, ha visto prevalere i blockbuster a discapito del cinema italiano quasi assente. Unico film nella classifica dei titoli di maggior incasso è “Bella addormentata” di Marco Bellocchio che nei primi quattro giorni di programmazione ha incassato 392 mila euro.

Stando ai dati Cinetel, i maggiori incassi della stagione sono stati per ‘Madagascar 3 – Ricercati in Europa’, quasi 18 milioni di euro (dati aggiornati al 22 agosto 2012).

Seguono ‘Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno‘, oltre 11 milioni (29 agosto 2012); ‘I Mercenari 2‘, più di 5 milioni (17 agosto 2012); ‘Ribelle – The Brave’, oltre 2 milioni (5 settembre 2012);

Shark’, poco più di 700 mila (5 settembre 2012); ‘The Bourne Legacy‘, oltre 571 mila (7 settembre 2012); ‘LOL – Pazza del mio migliore amico‘, oltre 569 mila (17 agosto 2012); ‘Bella addormentata‘ 392 mila (6 settembre 2012); ‘Monsieur Lazhar’, oltre 284 mila (31 agosto 2012); ‘Nudi e felici‘, oltre 263 mila (10 agosto 2012).

 

Secondo i dati Cinetel, presentati in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, dal 1°maggio al 19 agosto le sale cinematografiche italiane hanno perso, rispetto all’omologo periodo del 2011, il 33,6% di presenze, passando dai 20,323 milioni di biglietti staccati nel 2011 ai 13,495 di quest’anno. In termini di incassi il calo è del 36,1%, passando dai 137,206 milioni di euro registrati nel 2011 agli 87,667 del 2012 (Leggi Articolo Key4biz).

 

“Purtroppo, noi esercenti ce l’aspettavamo – ha commentato Lionello Cerri, presidente dell’Anec, associazione nazionale esercenti cinema, sul Giornale dello Spettacolo –  Abbiamo lanciato l’allarme fin da gennaio, all’inizio di un anno che poi per altri gravi motivi, tra crisi economica e terremoto, è diventato sempre più problematico. In particolare, il nostro mercato ha sofferto in forma gravissima della mancanza di prodotto, non solo da un punto di vista numerico, ma soprattutto qualitativo. E’ da aprile, a parte due o tre film,  che non esce con continuità un prodotto, sia internazionale che nazionale, sia blockbuster che prodotto medio, che spinga il pubblico fuori di casa”.

 

Da notare, ha affermato Cerri, il successo al botteghino ottenuto da ‘Madagascar 3: Ricercati in Europa‘, uscito mercoledì 22 agosto, a fine estate quindi, che “dimostra come se i film ci sono, il pubblico va in sala a vederli, indipendentemente dal periodo dell’anno”.

 

Guardando ai dati dell’anno, il segno è sempre negativo: dal 1° gennaio al 26 agosto 2012 le presenze sono diminuite del 18,02% rispetto all’omologo periodo del 2011 e gli incassi sono calati del 16,42%.

Per il presidente dell’Anec, sarà difficile recuperare lo scarto: “Avremmo dovuto avere – ha spiegato – molte più presenze nei mesi passati. Ora andiamo verso un periodo -autunno/inverno- durante il quale la gente va al cinema; per recuperare i numeri persi dovremmo portare molti più spettatori in sala, ossia pubblico nuovo. Allo stato attuale  vedo molto difficile il recupero. Avremmo dovuto avere più prodotto valido nei mesi che ormai abbiamo alle spalle“.

 

Nel confronto con l’Europa, Cerri ha dubbi sulla posizione del cinema italiano, considerando sia il mercato che le leggi e il sostegno dello Stato: “Siamo gli ultimi in classifica. Nei campionati bisogna mettere a posto i conti, per il mercato italiano sono da profondo rosso. Ci sono sale che sono sull’orlo della chiusura, altre hanno già chiuso. Non è un problema di strutture, ma, lo ripeto, di mancanza di prodotto. Da considerare anche che siamo in una fase delicatissima di rivoluzione tecnologica, che vede gli esercenti impegnati nel passaggio al digitale. La distribuzione ci dice che il passaggio deve avvenire entro il 2013; le sale, non avendo più prodotto in pellicola, sono obbligate ad affrontare un investimento molto alto, che, se in altri paesi viene supportato dallo Stato, da noi può contare solo sul tax credit e sulla VPF (virtual print fee, il modello in base al quale distributori ed esercenti contribuiscono all’investimento nella nuova tecnologia) che a  fianco di buone intenzioni presenta un meccanismo contraddittorio”.