Frequenze: per Corrado Passera, ‘Nessuna responsabilità individuale per i danni a Europa7’

di Raffaella Natale |

Risponde così il Ministro al question time a Montecitorio.

Italia


Europa 7

Alla luce delle pronunce dei giudici nazionali e della Corte europea, “non emergono responsabilità individuali, quantomeno dal punto di vista della responsabilità amministrativa” nella vicenda processuale che ha portato alla condanna dello Stato italiano al risarcimento di 10 milioni di danni all’emittente Europa 7, per la mancata concessione di frequenze televisive. Lo afferma il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, nel corso del question time a Montecitorio, leggendo alcuni passi delle sentenze dei tribunali che attribuiscono al quadro normativo non chiaro le responsabilità dei danni causati a Europa 7 e non a comportamenti di particolare gravità o dolosi da parte di rappresentanti del Ministero delle Comunicazioni.

 

Passera ha così risposto all’on. Antonino Lo Presti (FLpTP) che se e quali iniziative intendesse assumere, nell’ambito delle sue competenze, per rivalersi sui responsabili del danno cagionato a Europa 7.

Ma la replica del Ministro ha lasciato insoddisfatto Lo Presti che, “nel giudicare la risposta di stampo meramente burocratico, invita il Governo ad attivarsi al fine di individuare eventuali responsabilità connesse alla questione evidenziata nell’atto ispettivo”.

 

La Corte europea dei diritti umani ha stabilito che nel negare le frequenze a Europa 7, le autorità italiane hanno violato il diritto alla protezione della proprietà privata e quindi causato un danno economico all’emittente (Leggi Articolo Key4biz).

Secondo la Corte, inoltre, le autorità italiane non hanno rispettato “l’obbligo prescritto dalla Convenzione europea dei diritti umani di mettere in atto un quadro legislativo e amministrativo per garantire l’effettivo pluralismo dei media“. L’Italia è stata, quindi, condannata per aver violato il diritto alla libertà d’espressione. All’emittente televisiva è stato pertanto riconosciuto il diritto a un risarcimento di 10 milioni di euro per danni morali e di 100 mila euro per le spese legali sostenute per presentare il ricorso a Strasburgo.

 

Francesco Di Stefano, patron di Europa 7, aveva chiesto più di 2 miliardi di euro, ma durante l’udienza pubblica che ha avuto luogo lo scorso ottobre i difensori dello Stato italiano hanno sottolineato che Di Stefano è stato già risarcito nel 2009, quando il Consiglio di Stato gli ha riconosciuto una compensazione di 1 milione di euro. Oltre alla questione strettamente economica, i giudici dovranno stabilire tra l’altro se le scelte del governo siano state dovute a reali impedimenti tecnici, oppure, come sostenuto da Di Stefano, da motivazioni politiche.