MailUp, 2a Edizione dell’Osservatorio eMail Marketing: mercato non ancora maturo, più consapevolezza ma troppi operatori inesperti

di Raffaella Natale |

Nazzareno Gorni (MailUp): ‘La creazione di un campione di oltre 8 miliardi di messaggi ci ha consentito di realizzare un’analisi completa e capace di offrire una visione sintetica dello scenario attuale’.

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Nazzareno Gorni

MailUp, società italiana specializzata in applicazioni per il Direct Marketing multicanale, presenta oggi i risultati della seconda edizione dell’Osservatorio Email Marketing Statistics 2012, delineando principali tendenze e cambiamenti che caratterizzano lo scenario attuale dell’email marketing.

Lo studio è stato condotto basandosi sull’analisi di un campione di quasi 8 miliardi di messaggi e sui dati provenienti da tutti gli invii degli oltre 6.000 clienti (diretti e indiretti – dalle piccole realtà aziendali alle multinazionali) di MailUp, per i quali è stato possibile identificarne settore e tipologia. Al fine di offrire una panoramica completa delle strategie di email marketing che mettesse in luce non solo un’analisi complessiva delle macro-tendenze, ma anche le eventuali differenze tra i diversi settori, i dati di invio sono stati analizzati in forma aggregata per settore, tipologia di messaggio e mercato di riferimento.

 

“Siamo particolarmente soddisfatti di essere riusciti a portare a termine con successo anche quest’anno il progetto Osservatorio Email Marketing Statistics, reso possibile anche grazie all’importante collaborazione delle aziende nostre clienti, che ancora una volta hanno dato la loro disponibilità all’analisi dei propri dati“, afferma Nazzareno Gorni, General Manager MailUp.

“La creazione di un campione di oltre 8 miliardi di messaggi appartenenti ad aziende di tutti i settori ci ha consentito di realizzare un’analisi completa e capace di offrire una visione sintetica dello scenario attuale dell’email marketing, mettendone in luce le direzioni di sviluppo e crescita, soprattutto in ambito social. Per questo motivo, siamo convinti che l’Osservatorio rappresenti sempre di più non solo un utile documento di analisi, ma anche uno strumento necessario per le aziende che intendono pianificare un’attività di comunicazione che utilizzi l’email marketing e i canali social in modo strategico e integrato”.

 

Dal punto di vista macro, il primo dato che emerge dall’Osservatorio è la presenza di uno scenario complessivamente non ancora maturo: se da una parte è infatti aumentata la consapevolezza e l’attenzione verso un utilizzo professionale, profilato e programmato dell’email marketing, dall’altra è cresciuto il numero di operatori inesperti che mantengono un approccio poco professionale e ancora largamente sperimentale, soprattutto in ambito social.

 

Un secondo elemento importante dal punto di vista di un’analisi complessiva, è la presenza di un discreto tasso di errore, che si riduce in modo significativo già dopo i primi invii – fattore che evidenzia come le aziende spesso sottovalutino l’importanza di una corretta igiene delle proprie liste.

Alla luce del ruolo sempre più centrale dei canali social e del loro crescente impatto sulle modalità d’interazione e comunicazione degli utenti, questa seconda edizione dell’Osservatorio MailUp ha focalizzato la propria attenzione non solo sull’utilizzo dell’email marketing, ma anche come e in che percentuale le informazioni vengano “socialmente condivise”.

 

Nonostante alcuni settori presentino dinamiche social più mature, in generale lo scenario B2B appare caratterizzato da una scarsa attenzione all’ambito social e da una bassa percentuale di integrazione di quest’ultimo con l’email marketing da parte degli stessi creatori del messaggio, che spesso non inseriscono link di condivisione all’interno delle proprie campagne.

 

Questo dato evidenzia come probabilmente la maggior parte delle aziende inizi solo ora a considerare i social media come uno strumento di business e si avvicini a questo ambito in modo ancora poco strutturato. Le realtà che, invece, hanno attuato campagne integrate, hanno riscontrato un’interazione positiva dei consumatori: analizzando, ad esempio, i tassi di apertura di newsletter con o senza link di condivisione social nel settore Commercio/Retail, emerge come il link di condivisione offra una grande potenzialità, generando un +18% di tasso di apertura.

 

Tra i social network che hanno registrato le percentuali di condivisioni dei messaggi, Facebook si aggiudica il primo posto assoluto raggiungendo l’88% delle condivisioni totali. Seguono Twitter con il 5% e LinkedIn con il 2%.

 

Tra DEM e newsletter, sono le email di natura pubblicitaria a registrare più di tre quarti del totale delle condivisioni, con una percentuale nettamente superiore. Esaminando la suddivisione tra i diversi ambiti, B2C e B2B+B2C conquistano ciascuno circa la metà delle condivisioni totali, lasciando al B2B la piccola percentuale dell’1%.

 

Spostando invece l’asse d’analisi sui tassi di apertura (Open Rate) e di clic (Clic through rate) delle diverse tipologie di messaggio di email marketing – newsletter, DEM e transazionali – anche quest’anno le email transazionali, ovvero quelle di servizio personalizzato, hanno registrato le migliori performance con un tasso di apertura del 63% e di click del 10%.

Tra DEM e newsletter, è quest’ultima a ottenere le più alte percentuali di apertura e clic, risultato probabilmente riconducibile alla preferenza da parte degli utenti a ricevere messaggi con contenuti informativi rispetto a promozioni pubblicitarie. Le DEM sono risultate più efficaci se inviate a segmenti ben profilati.

 

Andando ad esaminare i tassi di apertura e clic per i diversi settori merceologici, emergono alcune best practice da parte di aziende come quelle dell’Industria, che ha registrato per le newsletter in ambito B2C un CTR del 17%, dato notevolmente superiore alla media generale.

Dal punto di vista geografico, le nazioni più reattive sono Argentina e Brasile con percentuali rispettivamente del 58% e del 56%, mentre importanti nazioni europee come Inghilterra, Francia, Italia e Germania si posizionano oltre la metà, registrando CTOR tra il 35% e il 27%, seguite dagli Stati Uniti con il 24%. (r.n.)

 

 

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