TivùSat: superato il traguardo di oltre 1,5 milioni di smart card attive. E per il futuro, si punta sulla connected Tv con TivùOn!

di Raffaella Natale |

Il test è stato lanciato a maggio con 200 famiglie e si concluderà a dicembre.

Italia


TivùSat

Nei primi giorni del mese di luglio, in contemporanea al completamento dello switch-off in Italia realizzato con il passaggio al digitale terrestre dell’ultima regione, la Sicilia, TivùSat ha superato il traguardo del milione e mezzo di smart card attive (1.524.285 al 3 luglio).

L’incidenza del numero di famiglie TivùSat (1.296.626) sul numero di famiglie italiane, su base regionale, varia dal 2% all’11%.

Inoltre, l’88% degli utenti TivùSat considera il servizio offerto un’esperienza positiva e di questi 1 su 4 ritiene la piattaforma superiore alle aspettative.

 

Nelle ultime settimane si è registrato un forte incremento delle attivazioni che hanno superato il picco di 3.000 smart card giornaliere. Oggi, il 5,2% delle famiglie italiane ha scelto TivùSat. Ad un anno dal raggiungimento del primo milione di carte attive (luglio 2011), l’anno in corso si consolida con un tasso di crescita molto più alto rispetto alle previsioni.

 

Sulla piattaforma sono oggi visibili 61 canali televisivi e sono presenti 43 canali radiofonici.

 

TivùSat, lanciata il 31 luglio 2009, è la prima piattaforma satellitare gratuita italiana per la Tv digitale satellitare costituita da Tivù srl, società partecipata da Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, FRT e Aeranti-Corallo.

Accedere a TivùSat è semplice e non richiede alcun tipo di abbonamento. Sono sufficienti un dispositivo certificato TivùSat, una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13° Est e la smart card inclusa nella confezione del decoder o della CAM.

Nelle zone d’ombra i telespettatori possono contare sul segnale satellitare di TivùSat che è la risposta a tutti i problemi tecnici, poiché è complementare al digitale terrestre. Con essa, infatti, la televisione gratuita arriva in quelle aree orograficamente più difficili, offrendo a tutti una ulteriore possibilità di scelta.

 

TivùSat è strumento di una cooperazione tecnica volta a favorire la competizione e il buon funzionamento del mercato. Ha messo i propri servizi a disposizione di chiunque voglia acquisirli ed ha così creato le condizioni affinché i broadcaster impegnati nella televisione gratuita possano anche sul satellite competere per gli ascolti e ricercare il consenso dei telespettatori.

Ma Tivù è una società in pieno fermento, che guarda al futuro e che quindi va già oltre il digitale terrestre, per puntare dritto alla connected tv da offrire a tutti i broadcaster,  in un’ottica di “distretto dell’audiovisivo italiano” per sostenerli di fronte alla sfida dei grandi player tecnologici globali nel contesto della convergenza tra televisore e banda larga.

 

Il mercato audiovisivo sta rapidamente mutando. Non è più caratterizzato solo dai broadcaster, ma stiamo assistendo alla rapida avanzata dei cosiddetti OTT (over the top), come Facebook, Amazon, Google o Apple che, come ha recentemente detto Alberto Sigismondi, Consigliere Delegato di Tivù srl, al convegno di ISIMM sulla over the top Tv, hanno robuste “spalle finanziarie” rispetto ai broadcaster nazionali e operano su mercati internazionali.

Il futuro è sicuramente la Tv connessa. Per questa ragione Tivù sta lavorando a TivùOn!, con un trial di 200 famiglie, che offre una library di contenuti e servizi di catch-up Tv ai programmi di Rai, Mediaset, TI Media e Telecom Italia.

Un obiettivo ambizioso, quindi, che è quello di creare un punto di accesso unico per il sistema tv italiano sulla OTT Tv.

 

Il nodo, ha dichiarato il Presidente di Tivù srl, Luca Balestrieri, ad Affari&Finanza di Repubblica, è creare uno standard unico per tutta l’emittenza italiana per ‘entrare’ nei televisori connessi al web.

I grossi produttori di televisori (Sony, Samsung, Lg) hanno trovato il loro standard ed è con loro che finora i broadcaster italiani devono trattare per far comparire le loro app nella schermata di accesso ai servizi OTT.

 

“Definire uno standard unico per l’Italia – ha sottolineato Balestrieri – avrebbe un doppio vantaggio: intanto abbattere i costi per gli editori nell’accesso alle tecnologie necessarie. In secondo luogo, si potrebbe ipotizzare che a trattare con i produttori di terminali tutti assieme e non più separatamente si possono ottenere condizioni migliori”.

 

Tivù ha già un accordo con l’americana Intertrust per utilizzare il suo DRM Marlin come sistema di gestione dei diritti dei contenuti.

Il test finirà a dicembre. Tecnicamente tutto potrebbe essere pronto per essere presenti sulle tv connesse che saranno vendute per il Natale 2013 e in vista dei mondiali di calcio 2014, tradizionalmente un’occasione di forte ricambio nel parco tv delle famiglie.