Istituto Cinecittà Luce stringe accordo con Google: su YouTube 40 anni di storia

di Raffaella Natale |

Rodrigo Cipriani (Istituto Cinecittà Luce): ‘Le persone, soprattutto i giovani, cercano contenuti su Internet. Bisogna, quindi, trovare le formule giuste per adempiere alla nostra missione istituzionale: promuovere la storia e il cinema italiano’.

Italia


Cinecittà Luce e YouTube

Quarant’anni di video che raccontano la storia dell’Italia, ma anche l’evoluzione della società attraverso la tecnologia, l’arte, il cinema, la politica e il costume: sono da oggi consultabili sul canale YouTube dedicato all’Istituto Luce Cinecittà, grazie ad un accordo tra la storica istituzione e la piattaforma video di Google presentato oggi al Ministero dei Beni Culturali. Testimonial speciali Gianni Minoli e Paola Cortellesi.

Già accessibili e consultabili sul canale youtube.com/cinecittaluce oltre 30mila video, un patrimonio inestimabile. I contenuti sono l’avanguardia,  perché l’Archivio, nato nel 1924 e spintosi fino agli anni ’80-’90, conta su oltre 100 mila filmati, 3 milioni di foto, con due fondi a farla da padrone: i Giornali Luce (’27-’45) e la Settimana Incom (’46-’64).

 

Il Fondo Luce è stato nominato tra l’altro dalla Commissione Italiana Unesco come il candidato ufficiale italiano per l’inserimento nel Registro Unesco ‘Memoria del Mondo’ (Unesco Memory of the World), il programma dell’Unesco volto a individuare e tutelare il patrimonio Memoria del Mondo.

 

Il presidente di Istituto Luce Cinecittà, Rodrigo Cipriani, parla di “successo dell’incontro tra piattaforma e contenuto, con oltre 500mila accessi al nostro canale YouTube in meno di una settimana”, mentre Carlo d’Asaro Biondo, presidente Seemea di Google, sottolinea come “YouTube non è una piattaforma per contenuti anglo-americani, ma specchio della realtà, per cui Internet deve incontrare il locale, ovvero i valori dell’Italia e il sogno italiano, nel rispetto del diritto d’autore”.

Si concede una battuta d’Asaro Biondo: “Google dà luce al Luce”, con tre direttive, ovvero promozione del prodotto; protezione del copyright; sfruttamento commerciale, perché l’Archivio Luce è stato caricato su YouTube senza costi di distribuzione e diffusione, al contrario, al Luce Cinecittà verranno garantiti la maggioranza dei ricavi derivanti dalla pubblicità”.

 

Federica Tremolada, responsabile partnership di YouTube in Italia, sottolinea che gli utenti di YouTube navigheranno in modo semplice all’interno di una mole così vasta di documenti storici, grazie ad apposite playlist tematiche. Inoltre la tutela del copyright è garantita dal Content ID. Grazie a questa tecnologia gratuita di identificazione audio e video del contenuto di YouTube, ciascun titolare può rivendicare la proprietà dei propri contenuti e di conseguenza decidere come gestirli.

 

Alcune cifre su YouTube: 72 ore di video caricate ogni minuto nel mondo; 3 miliardi di ore spese ogni mese sul sito, 800 milioni di utenti e oltre 30mila partner nel mondo.

 

Per il giornalista ed ex dirigente Rai, Giovanni Minoli, si tratta di un accordo naturale e fisiologico perché una piattaforma come YouTube ha bisogno di essere di continuo nutrita di contenuti, soprattutto per tutti quei giovani che sempre di più studiano e si laureano, utilizzando materiali e immagini di storia italiana.

 

“Poter generare dei ricavi attraverso la pubblicità e senza nessun costo per noi, credo che questo sia un bell’esempio di cultura sostenibile e accessibile a tutti. Le persone, soprattutto i giovani, cercano contenuti su Internet – conclude il presidente Cipriani – Bisogna trovare le formule giuste per adempiere alla nostra missione istituzionale: promuovere la storia e il cinema italiano. L’istituzione deve essere un aggregatore di energie e un facilitatore all’innovazione”.

 

Alla presentazione della partnership c’erano anche Roberto Cicutto, AD di Istituto Luce Cinecittà, Rossana Rummo, DG degli Archivi, e Edoardo Ceccuti, direttore dell’Archivio Luce.

 

Questa operazione si colloca in un contesto difficile sia per il mondo della cultura, alle prese con i continui tagli ai bilanci, che per l’occupazione in Italia, dove l’economia digitale non rappresenta che il 2% del PIL, contro il 7% del Regno Unito, stando alle stime di un Report di Digital Advisory Group (DAG).

Sempre nell’ambito della cultura, nel 2010 Google ha firmato col governo italiano un accordo per la digitalizzazione di un milione di libri, non coperti da copyright, conservati nelle biblioteche di Roma e Firenze (Leggi Articolo Key4biz).