OTT Vs Telco. Luigi Gambardella (ETNO): ‘Regole uguali per tutti per garantire gli investimenti nelle infrastrutture del futuro’

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Luigi Gambardella

Pubblichiamo di seguito l’intervento di Luigi Gambardella, presidente del board ETNO al convegno ‘Le sfide dell’Internet del Futuro’  promosso da Puntoit ed Ego in collaborazione con Key4biz e con Corriere delle Comunicazioni, per discutere coi responsabili politici, del mondo accademico e i rappresentanti del settore della necessità di riesaminare le regole internazionali sulle telecomunicazioni in maniera da assicurare uno sviluppo sostenibile del settore, essenziale per garantire gli investimenti necessari nelle infrastrutture globali di telecomunicazione del futuro.

 

 

Permettetemi innanzitutto di ringraziare Puntoit, EGO, Key4biz e il Corrriere delle Comunicazioni  per avermi dato l’opportunità di aprire questo Convegno.

 

La revisione delle norme mondiali sulle telecomunicazioni è un tema di particolare importanza oggi, visti i profondi cambiamenti che il nostro settore si trova ad affrontare e a pochi mesi dalla World Conference on International Telecommunications di Dubai.

 

Dobbiamo cogliere quest’occasione per  confrontarci sulla necessità di riesaminare le regole internazionali sulle telecomunicazioni con l’intento di fornire una piattaforma di discussione per i policy makers, il mondo accademico e i rappresentanti del settore, così da trovare un terreno comune o almeno individuare le aree nelle quali avviare nel futuro una più stretta collaborazione.

I Regolamenti Internazionali sulle Telecomunicazioni hanno fornito negli ultimi anni il framework che ha favorito lo sviluppo globale dei servizi internazionali di telecomunicazione. Dalla loro ultima revisione ad oggi, però, il settore delle telecomunicazioni ha subito profondi cambiamenti, trainati soprattutto dalla rapida evoluzione di internet, divenuto un’infrastruttura critica per la nostra vita economica e sociale: i nuovi servizi offerti da Internet stanno cambiando il panorama economico e anche la natura stessa dell’industria delle telecomunicazioni, sollevando importanti questioni normative, tecniche ed economiche.

 

È quindi della massima importanza assicurare uno sviluppo sostenibile del settore, essenziale per garantire gli investimenti necessari nelle infrastrutture globali di telecomunicazione del futuro.

 

Il contributo presentato all’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni (ITU) da ETNO, voce delle aziende europee leader in servizi di comunicazione elettronica e fornitura di rete, propone una serie di modifiche innovative agli ITR.

 

L’obiettivo della proposta è creare un nuovo modello, sostenibile, per internet -basato su accordi commerciali tra imprese e su un diverso modello per l’interconnessione delle reti  IP – che consenta a tutti i segmenti del settore ICT di crescere, innovare e investire.

 

Gli ITR sono stati rivisti per l’ultima volta nel 1988. Da allora si sono verificati importanti sviluppi nel mercato delle telecomunicazioni. E’ quindi del tutto comprensibile che questo tema stia sollevando un acceso dibattito.

 

La sfida principale è far sì che gli ITR riflettano i cambiamenti pur mantenendo una flessibilità sufficiente per garantire che l’innovazione continui.

 

ETNO non sta certo chiedendo una modifica dell’attuale modello di governance di internet basato sulla leadership del settore privato e sul dialogo multi-stakeholder. Al contrario, insiste sul fatto che i nuovi modelli di business dovrebbero essere basati su liberi accordi commerciali tra le parti. ETNO vuole evitare nuove misure regolamentari che impediscano l’emergere di nuovi modelli di business o ostacolino la differenziazione dell’offerta, limitando in tal modo la scelta dei consumatori.

 

Il contributo, adottato all’unanimità dal Comitato Esecutivo di ETNO, propone una serie di modifiche ad articoli selezionati delle ITR, vale a dire per quelli che si occupano di rete internazionale (articolo3), di servizi di telecomunicazione internazionale (articolo 4) e, parallelamente, alle definizioni (articolo 2).

 

ETNO chiede che si crei un nuovo ecosistema per l’interconnessione IP che garantisca” l’end-to-end Quality of Service”, oltre al “best effort delivery”, consentendo:

   •  la fornitura di un valore aggiunto ai servizi di rete, sia per gli utenti finali e gli operatori over-the-top (OTT) sia per i fornitori di contenuti, e

   •  una remunerazione del valore della fornitura di traffico sulle infrastrutture di rete.

 

Inoltre, la proposta afferma che, al fine di garantire un adeguato ritorno sugli investimenti in infrastrutture per la banda larga, le agenzie operanti dovrebbero negoziare accordi commerciali per realizzare un sistema sostenibile di equo compenso per i servizi di telecomunicazione.

 

A chi si chiede se questa proposta sia in contrasto con il concetto di “Open Internet”, rispondo che, in primis, nessuno verrebbe escluso da internet poiché il “best effort internet” continuerebbe ad esistere ed evolversi in parallelo al nuovo modello proposto. I membri di ETNO hanno ribadito in molte occasioni il loro impegno per una rete aperta e l’importanza di garantire ai consumatori l’accesso trasparente ai servizi e alle applicazioni da loro scelti.

 

Come è stato riconosciuto dalla Commissione europea, agli operatori non dovrebbe essere impedito di sviluppare offerte differenziate in base alle esigenze dei clienti, in aggiunta al “best effort” internet. Nuovi modelli di business basati su offerte differenziate finirebbero per creare più scelta per i consumatori che avrebbero la possibilità di optare per un’offerta adeguata alle loro esigenze ed utilizzo. L'”end-to-end quality delivery” supporta, dunque, l'”Open internet”, in quanto favorirebbe lo sviluppo di nuove applicazioni e servizi che richiedano una qualità garantita di erogazione del servizio.

 

 

Il settore delle telecomunicazioni si trova oggi a gestire una crescita esponenziale dei volumi di traffico, la quale mette a dura prova le risorse di rete e rischia di peggiorare l’esperienza dell’utente. Alle compagnie di telecomunicazione, che hanno inizialmente adottato un modello di trasporto del traffico dati senza alcuna remunerazione, fungere da veicolo per il boom del traffico internet sta costando molto: secondo un recente rapporto do AT Kearney, gli investimenti connessi all’aumento del traffico ammonterebbero in Europa a 31 miliardi di euro per il periodo 2010-14.

 

Inoltre, la Commissione Europea ha stimato che la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda Digitale di dispiegare reti di accesso di prossima generazione entro il 2020 e di fornire a tutti gli europei 30 Mb/s e al 50% dei nuclei familiari 100 Mb/s richiederà fino a 300 miliardi di euro.

 

Si chiede, dunque, agli operatori di rete un grande sforzo finanziario, ma, nonostante gli investimenti continuino ad aumentare – in particolare da parte dei membri ETNO – l’attuale tendenza alla contrazione dei ricavi nel settore delle telecomunicazioni sta mettendo a rischio la loro capacità di investimento a lungo termine.

 

Oggi c’è inoltre una sproporzione enorme tra i ricavi con un chiaro spostamento del valore verso gli attori OTT, i quali non contribuiscono agli investimenti nelle reti.

 

Gli ITR rivisti, sostenendo il concetto di “fornitura basata sulla qualità”, permetteranno di stabilire nuove politiche di interconnessione che si basino sul “valore” attribuito dal mercato al traffico (non solo sul “volume”), favorendo la creazione di nuovi modelli di business e l’implementazione di un ecosistema nel quale i ricavi degli operatori non siano sconnessi dai bisogni di investimento resi necessari dalla rapida crescita del traffico internet.

 

Domani 29 giugno Key4biz non verrà aggiornato. Le pubblicazioni del nostro quotidiano riprenderanno la mattina del 2 luglio.