Agcom: Maurizio Dècina, Antonio Martuscello, Francesco Posteraro e Antonio Preto nel nuovo Consiglio. Ora il presidente

di Alessandra Talarico |

All'Autorità per la privacy eletti Antonello Soro, in quota PD, e la leghista Giovanna Bianchi Clerici. Al voto non hanno partecipato i parlamentari Radicali e l’Italia dei Valori, per protesta contro quello che ritengono il solito ‘inciucio’ dei partiti.

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Nessuna sorpresa e molte polemiche per il voto ‘annunciato’ dei nuovi consiglieri delle Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni e per la Privacy.

All’Agcom, come previsto e anticipato dalle dichiarazioni di ieri, dalla votazione alla Camera sono emersi i nomi di Maurizio Dècina e Antonio Martusciello; Francesco Posteraro e Antonio Preto quelli emersi dalla votazione al Senato.

Dècina, indicato dal PD, ha ottenuto 163 voti; Martusciello – riconfermato in quanto già membro Agcom – 148. I deputati votanti erano 536. Posteraro, indicato dal Terzo Polo e attuale vicesegretario della Camera, ha ottenuto 91 voti e altrettanti ne ha raccolti Preto (PDL, già capo di gabinetto di Antonio Tajani nella Commissione europea). Fra i non eletti Antonio Sassano con 67 voti, Giovanna Bianchi Clerici (eletta alla Privacy) 49 e Stefano Quintarelli 15. Voti dispersi 32, schede bianche 3, nulle 15.

Nessuna sorpresa, dunque, neanche per l’Autorità per la Privacy, nel cui consiglio andranno Antonello Soro, indicato dal PD (167 voti) e il consigliere d’amministrazione Rai uscente in quota leghista Giovanna Bianchi Clerici (179 voti) – espressi dalla Camera – Augusta Iannini (capo Ufficio legislativo del ministero della Giustizia e moglie del giornalista Bruno Vespa, 107 voti) e Licia Califano (Docente di Diritto costituzionale, 97 voti) espressi dal Senato.

La terza votazione ha riguardato un componente del consiglio di presidenza della giustizia amministrativa. Eletto il professore e avvocato Giuseppe Lauricella con 322 voti.

 

Al voto non hanno partecipato i parlamentari Radicali e l’Italia dei Valori, per protesta contro quello che hanno definito il solito ‘inciucio’ dei partiti.

Con buona pace di chi, Key4biz in primis, invocava la trasparenza e una selezione basata su curricula ‘pubblici’, la composizione della nuova Agcom – passata comunque da 8 a 4 consiglieri come imposto dal decreto ‘Salva Italia’ – è stata infatti decisa come quella uscente: con un accordo tra i partiti. Unica concessione, la consultazione interna sulla base della quale il PD ha espresso le sue candidature.

La non partecipazione al voto è stata, hanno affermato gli esponenti del partito di Marco Pannella, “l’unica risposta adeguata ad un procedimento di selezione antimeritocratico e oligarchico”.

Per l’IDV Antonio Di Pietro, le modalità di scelta dei componenti dell’Agcom è “assurda,  da presa in giro”.

La decisione di nominare i componenti delle authority è stata presa, aggiunge Di Pietro, ancor prima “che arrivassero tutti i curricula, in una logica spartitoria dei partiti della cosiddetta maggioranza. Si sono scelti i loro controllori in quota Pd, Pdl e Udc”.

  

Per il presidente, la cui nomina spetta direttamente al premier Mario Monti, circola con insistenza il nome di Angelo Marcello Cardani.