T-Ray: arriva il ‘super Wi-Fi’ sulle frequenze terahertz

di Alessandra Talarico |

Nicola De Carne (Wi-Next): questo proliferare di annunci riguardanti nuove tecnologie di trasmissione wireless a banda ultra larga è ‘da interpretarsi come la conseguenza di un aumento esponenziale della richiesta di connettività broadband data’.

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Chi si ricorda più delle vecchie connessioni a internet dial-up, che emettevano un tono come qualsiasi altro telefono ed erano lente come una lumaca?

Ne è passato di tempo, e intanto sono arrivate altre tecnologie, dal DSL al 3G, passando per il Wi-Fi. Ma presto anche queste potrebbero essere ‘oscurate’ da un nuovo standard, messo a punto dai ricercatori del Tokyo Institute of Technology e battezzato ‘T-Ray‘.

Lo standard sembra voler infrangere ogni precedente record in termini di velocità di trasmissione wireless: utilizzando la banda terahertz – le frequenze tra microonde e ultra-infrarossi – i ricercatori sono riusciti a raggiungere una velocità di 3 gigabyte al secondo ad una frequenza di 542 gigahertz, quasi 120 volte più alta delle frequenze attualmente usate dal Wi-Fi commerciale.

 

La tecnologia era usata, fino a poco tempo fa, negli scanner diagnostici ma gli scienziati hanno lavorato per renderla meno costosa e per ridurne i consumi, così da renderla attraente anche per l’utilizzo nel settore delle telecomunicazioni.

I ricercatori hanno realizzato un dispositivo da 1 mmq che si basa su un diodo RTD e può essere collegato al Pc – come una qualsiasi chiavetta internet – con una portata potenziale di circa 10 metri e una velocità trasferimento dati quindici volte quella del Wi-Fi di nuova generazione attualmente in sviluppo (802.11ac).

 

Le caratteristiche del sistema T-Ray sono simili a quelle di WiGig, che però utilizza la banda 60 GHz e può, quindi, lavorare su distanze di una decina di metri senza un eccessivo consumo energetico.

Ottimizzando i consumi energetici, i sistemi T-Ray potrebbero superare la portata del WiGig e dimostrarsi particolarmente utili nelle aree difficili da cablare, in ragione dell’elevato rendimento e della bassa latenza, dovuta alla mancanza di interferenze elettromagnetiche nelle frequenze utilizzate.

 

Una tecnologia in più, quindi, per colmare il digital divide nelle aree ancora non coperte da banda larga e saziare la fame di connettività mobile degli utenti, sempre più abituati a essere ‘always on’.

 

Questo proliferare di annunci riguardanti nuove tecnologie di trasmissione digitale wireless a banda ultra larga è, infatti, “da interpretarsi come la conseguenza di un aumento esponenziale della richiesta di connettività broadband data anche dalla continua diffusione degli smart devices nel vivere quotidiano”, ha affermato a Key4biz.it Nicola De Carne, amministratore delegato di Wi-Next, azienda italiana specializzata nella produzione di apparati Wi-Fi Mesh e per reti Wi-Fi di sensori.

Ma l’implementazione di questa pletora di nuovi sistemi non è sempre facile o automatica.

Bisogna infatti considerare, ha aggiunto De Carne, “che la maggior parte di queste tecnologie, seppur tecnicamente valide, ad oggi utilizzano spettri di frequenza non di libero uso e non sono supportati da standard internazionali. Questo, di fatto, ne limita in modo significativo la reale diffusione e quindi l’efficacia nell’ambito della lotta al digital divide”.

 

Lo spettro utilizzato dallo standard T-Ray – tra 300Ghz e 3Thz – non è attualmente regolamentato in nessun paese e da nessun ente di standardizzazione.