Pay-Tv, effetto Sky sul mercato italiano: tra 2004 e 2011 investiti 9,2 miliardi e creati 121 mila nuovi posti di lavoro

di Raffaella Natale |

E’ quanto emerge dallo studio realizzato dall’Istituto di Economia dei Media (IEM) della Fondazione Rosselli, presentato nel corso del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.

Italia


Sky Italia

Ammonta a quasi 9,2 miliardi di euro il valore complessivo delle risorse investite da Sky Italia tra il 2004 e il 2011: una spesa cumulata che ha prodotto nel periodo effetti diretti e indiretti sull’economia italiana stimati in 19,2 miliardi di euro, pari all’1,3% del PIL relativo al 2009 (a prezzi correnti). E’ quanto emerge dallo studio realizzato dall’Istituto di Economia dei Media (IEM) della Fondazione Rosselli, contenuto nel volume “Effetto Sky: l’impatto sulla filiera ed il sistema economico in Italia“, presentato nel corso del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia.

 

Lo studio, curato da Flavia Barca (coordinatrice IEM) è stato analizzato nel corso di una tavola rotonda, moderata dal giornalista de Il Sole 24ore, Marco Mele, cui hanno preso parte l’ex commissario Antitrust e Agcom, Antonio Pilati, e il professor Paolo Mancini dell’Università di Perugia. La ricerca esamina le principali caratteristiche del mercato televisivo italiano e l’impatto che su queste ha esercitato il gruppo Sky, sia sul lato utente (esaminando il mutamento delle abitudini di consumo) sia nell’ampliamento delle risorse del mercato televisivo che nelle trasformazioni tecnologiche.

 

Il volume affronta inoltre l’impatto economico di Sky sulla filiera televisiva e sull’economia del Paese, in termini di valore aggiunto e di benefici per le industrie e le attività collegate, e quello immateriale, su linguaggi e formati del contenuto televisivo. Considerando gli effetti quantitativi sul mercato del lavoro, la spesa cumulata per investimenti da parte di Sky Italia avrebbe prodotto circa 121 mila nuove posizioni lavorative nel complesso dell’economia italiana (0,6% degli addetti dipendenti complessivi relativi all’anno 2009), nel periodo considerato. Focalizzandosi sulle posizioni a tempo pieno occupate direttamente da Sky e sui lavoratori dell’indotto connesso all’azienda, gli investimenti di Sky nel periodo in esame avrebbero sviluppato circa 21mila nuove posizioni.

 

“La piattaforma satellitare ha impattato sul mercato televisivo italiano in modo dirompente – ha spiegato Flavia Barca -. La comparsa di Sky in Italia ha profondamente modificato il rapporto tra domanda e offerta televisiva, l’ammontare delle risorse del sistema, le capacità della tecnologia di ‘proteggere’ i contenuti dalla pirateria e di stimolare il consumo on demand. Ha avuto un impatto di rilievo sulle strategie di branding dei canali e dei prodotti televisivi, nonché sulla trasformazione di linguaggi e formati della tv. Ha inoltre portato consistenti investimenti esteri nel Paese, impattando positivamente sulla filiera televisiva e sul sistema economico nel suo complesso”.

La Barca ha sottolineato che “Sicuramente l’impatto diretto e indiretto sul Pil non è sufficiente a restituire piena significanza al valore che viene prodotto dalle imprese attive nei settori sempre più integrati della cultura, della creatività e dell’economia digitale, ma costituisce un rilevante punto di partenza per analisi e ragionamenti più ampi e strutturati, specie in tempi di crisi economica”.

 

Dal Rapporto si rileva anche che nel 2010 la pay-tv rappresentava il 33% delle risorse contro il 10% del 2003, anno in cui Sky è arrivata sul mercato italiano (Leggi Articolo Key4biz).

Un ingresso che ha contribuito a rendere molto dinamico e competitivo l’audiovisivo del nostro Paese, sia nel digitale terrestre che nell’IPTV, grazie ad: ampiezza dell’offerta, possibilità di scelta e personalizzazione delle abitudini di consumo; sviluppo economico del mercato televisivo e nascita di nuove offerte a pagamento con effetti pro-concorrenziali; allargamento della “supply chain”, con la nascita di nuove società (di produzione audiovisiva, tecnologiche) e lo sviluppo di quelle esistenti (con “premialità” per quelle più innovative), senza trascurare la rete di vendita e di assistenza e per tutti i pubblici esercizi abbonati a Sky; opportunità di crescita per l’industria culturale in generale (e cinematografica in particolare) e per l’industria dello sport.

 

Nel 2003 Rai e Mediaset avevano l’89% del pubblico, nel 2011 ne avevano il 76% e 22 punti di share in meno nel giorno medio (10 la Rai e 12 Mediaset).

Nel settembre scorso gli abbonati di Sky hanno superato la soglia dei 5 milioni (Leggi Articolo Key4biz), grazie a una forte politica sui prezzi, contro i 2,9 milioni di Mediaset Premium. In una recente intervista, Andrea Zappia, Ceo di Sky Italia, ha commentato che “la distinzione per piattaforme tecnologiche è superata. Il consumatore non sceglie se guardare il satellite o il digitale terrestre, bensì un buon programma televisivo”.

Mi pare che i dati, in tutta evidenza, ci dicano che in termini di qualità Sky stia vincendo.

La pay-tv ha poi annunciato che nel 2012 gli investimenti in innovazione tecnologica saranno pari a 100 milioni di euro, il doppio rispetto all’anno precedente.

 

La crisi economia italiana e internazionale è forte, ma l’innovazione tecnologica offre nuove opportunità che Sky sembra prepararsi a cogliere.

Intanto Zappia ha fatto sapere che l’azienda potrebbe rientrare nella gara per l’assegnazione delle frequenze televisive, perché il governo ha dimostrato di voler andare nella direzione che consentirà di assicurare neutralità e pluralismo al mercato Tv italiano (Leggi Articolo Key4biz).

 

Ma poi ci sono anche nuove sfide, intanto, quelle offerte dalla connected Tv, ma anche le nuove opportunità che verranno dall’uso dello standard DVB-T2, obbligatorio a partire dal 2015 (Leggi Articolo Key4biz), che consentirà di trasmettere su digitale terrestre in alta definizione, e poi il 3D, nel quale Sky è già lanciata (Leggi Articolo Key4biz)

Del resto l’azienda ha sempre dimostrato d’essere molto attenta allo sviluppo delle nuove tecnologie, tant’è che la divisione britannica, BSkyB, presto offrirà ai nuovi abbonati un pacchetto Fibre Unlimited Pro, per connessioni in fibra ottica da 40 Mbps, per poter sfruttare al meglio anche i servizi online della pay-Tv.