Frequenze: le Tv locali chiedono a Governo e Parlamento di sostenere con forza la loro posizione

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Marco Rossignoli (Aeranti-Corallo): ‘I canali 51, 53 e 59 devono essere mantenuti per l’uso televisivo’.

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Marco Rossignoli

Il punto sul futuro delle piccole emittenti televisive è stato al centro dell’incontro di oggi a Roma su “Tv locali: a rischio pluralismo e libertà di impresa“, organizzato da Aeranti-Corallo e Frt.

Nel corso del dibattito, alla presenze di diversi esponenti politici, sono state affrontate numerose questioni nell’ottica di un confronto con il Governo.

Focus sui rischi per il pluralismo e la libertà di impresa del settore televisivo, con l’attuale sistema di passaggio al digitale terrestre, che penalizza le Tv locali in termini di scarsità delle risorse frequenziali. Ma anche riguardo alla mancanza dei tempi tecnici necessari per la realizzazione della transizione definitiva alla nuova tecnologia, fissata al 30 giugno 2012.

S’è ovviamente parlato dell’inadeguatezza degli indennizzi per la dismissione dei canali 61-69 Uhf, della destinazione futura della banda 700 MHz (canali 50-60 Uhf).

Senza tralasciare l’esigenza di stabilità della regolamentazione relativa alle numerazioni Lcn e di provvedimenti di liberalizzazione e semplificazione per il settore.

 

I rappresentanti delle Tv locali hanno ancora una volta ribadito l’importanza del confronto da parte del Governo con le associazioni di categoria.

Nel corso del proprio intervento, Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo, ha tra l’altro evidenziato: “Occorre recuperare al sistema televisivo locale almeno un terzo delle risorse destinate al beauty contest e il canale 65 lasciato libero; in tal modo, le frequenze per le tv locali in ogni area tecnica sarebbero 21 anziché 18”.

Inoltre – ha proseguito Rossignoli – i canali 51, 53 e 59 devono essere mantenuti per l’uso televisivo.”

 

Sul tema degli indennizzi per il rilascio volontario delle frequenze da parte delle tv locali, il coordinatore di Aeranti-Corallo ha lamentato come gli stessi siano assolutamente irrisori: “I valori previsti sono inferiori ai minimi di mercato e tali da non consentire nemmeno di risarcire gli investimenti per il passaggio al digitale. Inoltre – ha aggiunto Rossignoli – sulle plusvalenze realizzate è prevista la tassazione ordinaria.”

 

Per Rossignoli, infine, “Sarebbe necessario un intervento legislativo per ridare stabilità alla regolamentazione sull’ordinamento automatico dei canali (Lcn), nonché al fine di liberalizzare e semplificare il settore televisivo locale, sopprimendo requisiti e vincoli a carico del comparto e promuovendo lo snellimento di tutte le pratiche burocratiche, andando in direzione di quella semplificazione normativa più volte sollecitata dallo stesso Governo.” (r.n.)