Frequenze Tv: Mediaset in flessione in Borsa. Interviene anche Silvio Berlusconi

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L'ex Premier: ‘Le frequenze Tv non sono un bene che ha mercato. Dubito che ci sia qualcuno interessato a un investimento'.

Italia


Corrado Passera

Mediaset in calo stamani a Piazza Affari sulla scia della notizia del blocco del beauty contest per l’assegnazione delle frequenze televisive, con il contestuale avvio invece di una vera e propria gara.

Il titolo in mattinata registrava un ribasso dell’1,2% a 2,018 euro, mentre l’indice principale balzava di un punto percentuale.

 

“Di fronte ai sacrifici chiesti agli italiani, pensare che un bene di Stato possa esser dato gratuitamente non è tollerabile e, verosimilmente, non lo tollereremo”, ha ribadito ieri a riguardo il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, che però non ha risposto chiaramente circa l’intenzione di fare un’asta.

 “Può essere una cosa un po’ diversa, dobbiamo trovare nuovi modi”, ha detto il Ministro, ospite della trasmissione di Fabio Fazio ‘Che tempo che fa’.

 

Un’asta per l’assegnazione delle frequenze televisive potrebbe portare nelle casse dello Stato almeno 1-1,5 miliardi di euro. E’ quanto si legge nell’odierno ‘Morning News’ di Mediobanca sul settore media, intitolato ‘Goodbye beauty contest‘. “Dopo il successo della recente asta per le frequenze telefoniche 4G, che ha permesso al governo di raccogliere circa 4 miliardi di euro – scrive l’analista di Piazzetta Cuccia – pensiamo di escludere che un’eventuale asta di frequenze televisive andrebbe deserta. Anzi, un’asta potrebbe permettere al Governo di raccogliere almeno 1-1,5 miliardi di euro”. “Un’asta potrebbe rappresentare una notizia negativa per quelle società che erano in corsa per l’assegnazione di un nuovo multiplex attraverso il meccanismo del beauty contest – prosegue – ma apprezzeremmo questa notizia perché supporterebbe ulteriormente il pacchetto di austerità recentemente approvato“.

 

Ma Silvio Berlusconi non crede che “ci sia nessuno particolarmente interessato a un investimento per ottenere una frequenza”.

“Io sono fuori – ha detto questa mattina in una pausa del processo Mills – ma non ne ho parlato nemmeno una volta con qualcuno a Mediaset o in Rai. Sky ha detto di non essere interessata, prevedo quindi non ci sia nessuno che possa portare dei fondi importanti“, in quanto le frequenze tv non sono “un bene che ha mercato. In tutta Europa è così, non sono sottoposte a pagamento”.

 

Pronta la replica del Pd. Il capogruppo in commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera, Michele Meta, ha commentato che “L’ex Premier Berlusconi sa bene che il valore di un patrimonio pubblico come lo spettro di frequenze televisive non è dato esclusivamente dal mercato. Da un ex campione del liberalismo ci saremmo aspettati piuttosto un’apertura sull’assegnazione delle frequenze televisive al mercato con criteri di trasparenza e quindi con asta pubblica, invece del protezionismo che va predicando in questi giorni”.

 

Francesco Siliato, analista dei media e docente di Sociologia della Comunicazione al Politecnico di Milano, suggerisce “di concordare subito con Bruxelles l’annullamento del beauty contest e la definizione di nuove regole”.

“Asta o beauty contest – sottolinea comunque Siliato – cambia poco. Sono le regole che vanno riscritte vietando a chi ha già 3 multiplex di concorrere”. Ossia Rai e Mediaset. D’altra parte “se due concorrenti hanno già l’80% del mercato, chi avrebbe interesse a entrarci, per di più pagando?” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Secondo Paolo Gentiloni , “Si tratta di cinque o sei frequenze che possono avere una base di partenza d’asta di 250 milioni di euro, stabilendo un raffronto con frequenze simili messe all’asta in settembre. Che si sono poi aggiudicate Tim, Vodafone e Wind al prezzo di 350 milioni per frequenza. Quindi, se il paragone è valido, con una nuova asta si possono ricavare da un miliardo e mezzo a due miliardi di euro”.

Quanto agli operatori interessati a partecipare l’esponente del Pd osserva: “Credo che anche Sky ci dovrebbe ripensare e anche editori di televisioni locali come Sandro Parenzo. Adesso vediamo come si muoverà il ministro Corrado Passera. Sono d’accordo che bisognerà studiare bene il dossier e istituire un’asta equilibrata per valorizzare bene queste frequenze, e valorizzarle al massimo”.

 

Intanto da TI Media, l’ad Giovanni Stella, ricordando che nel processo di digitalizzazione del mercato Tv italiano l’azienda ha perso un multiplex, fa sapere: “Dall’assegnazione delle frequenze mi aspetto almeno il risanamento del vulnus che si era creato con la precedente assegnazione ante beauty contest”.

Più in generale, Stella ha espresso il desiderio che “nel 2012 il mercato televisivo sia un po’ diverso da quello che abbiamo vissuto fino ad ora. Ci sono segnali importanti di cambiamento – ha spiegato l’ad – come ad esempio nel mondo Auditel, che non è qualcosa di marginale ma è il motore e la benzina del settore; come nel sistema Rai che resta un’anomalia in un sistema concorrenziale, per cui la separazione fra servizio pubblico e servizio commerciale sarebbe un segnale di trasparenza; come infine per le frequenze da cui potrebbe venire un forte segnale di cambiamento per un mercato più competitivo e più aperto”.

 

Nel frattempo secondo quanto scrive oggi il quotidiano ‘La Repubblica’ l’intenzione di Passera sarebbe inizialmente quella di prendersi una pausa di un anno per capire cosa fare e iniziare a coinvolgere anche gli operatori telefonici. Secondo il Ministro, infatti, sarebbe più interessante destinare le altre frequenze al mercato televisivo, ma sarebbe più interessante riconvertirle e assegnarle magari tra un anno alle telco. Ciò darebbe la possibilità a Rai e Mediaset di trasformare le frequenze di telefonia mobile in televisive sull’esempio dei cinesi di H3g. Parliamo di un bene stimato intorno al miliardo di euro (Leggi Articolo key4biz).

 

La questione del beauty contest, negli ultimi giorni, è divenuta di stretta attualità e si è così sviluppato un ampio dibattito sull’opportunità di annullare tale beauty contest.

 

Sul tema, Aeranti-Corallo ha chiesto già da tempo al Governo e al Ministro dello Sviluppo economico di fermare il beauty contest e di recuperare due delle relative sei frequenze (pari a un terzo del totale, percentuale corrispondente a quella che, per legge, spetta alle tv locali nell’assegnazione delle frequenze) al sistema televisivo locale per porre rimedio alle esclusioni dalle trasmissioni già intervenute in Toscana e che si verificheranno presumibilmente nei prossimi mesi in molte altre regioni.

A parere di Aeranti-Corallo, le altre quattro frequenze potrebbero invece essere oggetto di una asta competitiva riservata a soggetti che non sono già titolari di altri multiplex di tra-smissione.

 

Interessante anche la posizione espressa al riguardo dai professori Antonio SassanoCarlo Cambini, che in una lettera aperta indirizzata al Ministro Passera hanno ipotizzato che due frequenze (una Vhf e una Uhf) vengano destinate all’emittenza locale, mentre le restanti quattro siano assegnabili, mediante asta competitiva, esclusivamente a operatori di rete “puri” (cioè non verticalmente integrati).

 

L’Associazione parla anche degli indennizzi alle emittenti locali che dismetteranno l’attività di operatore di rete (canali 61-69 Uhf) che si sono ridotti a soli 174,6 milioni di euro (Leggi Articolo Key4biz).

 Alla luce di detto importo, per Aeranti-Corallo, è evidente che il Governo debba riconsiderare, con estrema urgenza, l’intera problematica. E’, infatti, impensabile, che vi siano televisioni locali disposte a rinunciare alle frequenze di trasmissione di cui hanno legittimamente ricevuto l’assegnazione a fronte di indennizzi assolutamente irrisori che non solo non risarcirebbero l’emittente della rinuncia frequenziale, ma non consentirebbero, neppure, nella quasi totalità dei casi, il recupero dei costi, da ultimo sostenuti, per il passaggio al digitale.

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