Il Senato francese chiede una tassa del 5% sulla vendita di emittenti Tv o radio

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Il firmatario dell’emendamento, David Assouline, spiega che dall’avvio del digitale terrestre molte società, a cui sono state assegnate gratuitamente frequenze, hanno messo in vendita diverse emittenti, incassando enormi profitti. E’ giusto tassarle.

Francia


TDT

Una tassa del 5% sulla vendita di un’emittente televisiva o radiofonica. E’ quanto stabilisce un emendamento, votato lunedì dal senato francese, nell’ambito dell’approvazione della legge Finanziaria 2012.

L’emendamento, depositato il 17 novembre da David Assouline (PS), sarebbe applicato in maniera retroattiva a partire dal 1° gennaio 2011. La norma ha ottenuto il voto del senato nonostante il parere contrario del governo.

L’ultima parola spetta, però, all’Assemblea generale che potrebbe decidere di sopprimere l’emendamento quando sarà chiamata a pronunciarsi nuovamente sul testo della Finanziaria.

 

Dall’avvio della Tv digitale terrestre, ha spiegato David Assouline, si sono moltiplicate le vendite di canali da parte delle società a cui sono state assegnate gratuitamente frequenze nazionali, a volte con enormi profitti per queste aziende.

Il senatore francese ha fatto l’esempio della vendita a Canal+ dei canali su digitale terrestre Direct 8 e Direct Star.

All’inizio di settembre, Canal+ ha annunciato l’acquisizione del 60% del capitale di queste due emittenti appartenenti al gruppo Bolloré. Operazione da 279 milioni di euro, mente la stima totale di questi asset ammonta a 465 milioni di euro.

Ma secondo Assouline i due canali valgono adesso 480 milioni di euro: “I canali assegnati gratuitamente dal Consiglio superiore dell’audiovisivo valgono oggi 480 milioni di euro! Non voglio negare il lavoro effettuato da Bolloré ma una transazione così prodigiosa merita, nel contesto che conosciamo, d’essere tassata”.