Beauty contest: stavolta rischia di saltare davvero. La Rai ha una frequenze di troppo

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TI Media ha presentato ricorso in quanto la Rai, in caso di vittoria del beauty contest, diverrebbe titolare di sei frequenze, che è ‘categoricamente, espressamente e inappellabilmente’ vietato dalle disposizioni Ue.

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Giovanni Stella

Il beauty contest potrebbe essere bloccato. Il rischio non è legato alle prossime decisioni politiche ma un ricorso urgente, con richiesta di sospensiva della procedura, presentato da TI Media contro la commissione nominata dal Ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, incaricata di assegnare i cinque multiplex per la trasmissione in digitale terrestre.

La società, ammessa alla gara per i lotti B1, B2 e C1, contesta l’ammissione della Rai (lotti B1 e B2).

 

L’amministratore delegato Giovanni Stella ha spiegato che, stando al Contratto di servizio, la Tv pubblica possiede già 5 frequenze e, in caso di vittoria del beauty contest, diverrebbe titolare di una sesta. Questo è ‘categoricamente, espressamente e inappellabilmente’ vietato dalle disposizioni Ue.

Anche Mediaset ha già 5 frequenze, ma 4 sono per la Tv mentre l’altra è usata per trasmettere i contenuti televisivi sui telefonini con standard DVB-H o per il DVB-T2, che consente un maggiore ampiezza di banda e soprattutto la trasmissione in alta definizione ma necessita di un ricevitore a parte. Al momento in Italia è impiegato solo da Europa7.

 

Nel Contratto di servizio non si prevede nessun uso da parte dell’emittente pubblica di frequenze da destinare alla trasmissione della Tv mobile. In altre parole, la Rai usa tutte le sue 5 frequenze per la Tv e per coprire i numerosi buchi di copertura delle sue reti.

 

Una svista da parte della Commissione composta da Giorgio d’Amato, Vincenzo Franceschelli e Francesco Troisi?

 

Se la Rai fosse esclusa a TI Media andrebbero due frequenze: una dello lotto B e una del lotto C.

 

Si è intanto esclusa l’ipotesi che, con la formazione di un nuovo Governo, cambiasse l’iter del beauty contest, il cui risultato è atteso per la prima decade di dicembre, al massimo per il 15 del prossimo mese, ma il nuovo ricorso rischia stavolta di far saltare tutto.

Il tutto reso ancora più incerto dopo l’ultima decisione del Consiglio Ue che, per incentivare il traffico dati wireless, ha stabilito che entro il 2015 si dovrà rendere disponibile alla telefonia mobile la cosiddetta Banda 700. Vale a dire i canali da 51 a 60 dello spettro Tv. Parliamo del blocco B (canali 55 e 58), quello a cui partecipano Rai, Mediaset e TI Media.

 

Tutto questo lascia comunque immaginare che il vaglio delle domande sarà ancora lungo. C’ è chi non si aspetta risultati prima di gennaio, anche perché nei giorni scorsi si sono registrati nuovi attacchi al beauty contest: Sandro Parenzo di Telelombardia (ma anche di Antenna3 e Canale6) e Luca Montrone di Telenorba hanno dichiarato d’essere pronti a ricorrere alla Ue contro “l’esproprio” delle frequenze Uhf 61-69, disposto dal governo a danno delle tv locali (Leggi Articolo Key4biz). Un ampliamento del “fronte” che piace a Marco Rossignoli, presidente di Aeranti-Corallo, l’associazione delle tv locali, che per prima ha messo nel mirino la “gara di bellezza” (Leggi Articolo Key4biz).

E intanto tutti restano in attesa di vedere quale sarà la fetta dei 4 miliardi di ricavi dall’ asta dei “mobili” che toccherà alle locali come indennizzo per liberare i canali 61-69. L’ ultima versione della Legge di Stabilità, la vecchia Finanziaria, ha cancellato la possibilità di salire oltre la quota fissa originaria dei 240 milioni per arrivare al 10% del totale, ossia quasi 400 milioni.