Pubblicità, Giovanni Stella (TI Media): ‘L’uscita di Berlusconi cambierà il mercato. Nessuno dovrà più godere di vantaggi economici già in partenza’

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Mediaset con un share del 30% controlla il 63% della pubblicità televisiva. E’ necessario mettere mano al sistema di rilevazione dell’Auditel.

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Giovanni Stella

Con l’uscita di scena di Silvio Berlusconi, “è lecito pensare che cambieranno soprattutto le condizioni del mercato pubblicitario, in particolare in termini di ripartizione delle quote della raccolta“. Lo ha spiegato in una intervista rilasciata a Milano Finanza, Giovanni Stella, amministratore delegato di TI Media, aggiungendo “Non è possibile mantenere un sistema come l’attuale, in cui Mediaset con poco più del 30% di share detiene quasi il 63% della torta pubblicitaria televisiva“.

“Mi auguro – ha detto ancora Stella – che verranno presi accorgimenti nei meccanismi di rilevazione degli ascolti in modo da poter meglio regolare il flusso degli investimenti, al fine di rendere più libero e moderno il settore. Nessuno dovrà più godere di vantaggi economici già in partenza“.

 

Per l’Ad di TI Media, “Il nostro è un mercato da sempre considerato appetibile dai broadcaster esteri. E’ strano che finora nessuno operatore straniero, tranne Sky Italia, sia riuscito a entrarci e ad avere successo. Operiamo sin dalla partenza in un mercato, come dire, problematico”. Questo perché c’è poca attenzione alle novità come il digitale e il web e agli impatti sugli ascolti e sugli spot e “comunque il sistema di rilevazione dell’Auditel, è vecchio. Credo sia arrivato il momento di sollevare la questione“.

 

La scorsa settimana, in  occasione della presentazione della trimestrale, il presidente di Telecom Italia Franco Bernabè ha dichiarato che la capogruppo non intende vendere TI Media, ma di trovare una partnership che permetta, attraverso nuove sinergie, di far crescere ulteriormente La7 (Leggi Articolo Key4biz).

 

 “Noi abbiamo sempre detto che la tv è un settore nel quale vogliamo mantenere delle competenze, vogliamo mantenere una presenza, perché la crescita del traffico dati si sviluppa sui video – ha precisato Bernabè – Però la tv non fa integralmente parte del nostro core business, questo non vuol dire che vogliamo dismettere ma vogliamo trovare una partnership per trovare quelle sinergie che permetterà a Ti Media, a La7 di crescere ancora di più”.

 

In generale commentando l’andamento di La7, che mantiene un buon fatturato pubblicitario nonostante la contrazione dell’intero mercato, Bernabè ha detto: “Ha avuto e sta avendo grande successo grazie alla totale indipendenza dei giornalisti che possono esprimere liberamente la loro opinione, evidentemente in Italia c’è una domanda per una totale indipendenza e autonomia di una emittente tv”.