Terminazione mobile. 38 parlamentari scrivono all’Agcom: ‘Tariffe a 1 centesimo già nel 2012’

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La posizione di un gruppo di senatori e deputati collide con quella degli operatori, secondo cui non si può tagliare ancora in un momento in cui sono richiesti notevoli sforzi economici per le reti di nuova generazione.

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In una lettera inviata all’Agcom, 38 senatori e deputati chiedono che venga approvata rapidamente la delibera dell’Autorità che fissa il livello della terminazione mobile a 1 centesimo di euro al minuto sin dal 1 gennaio 2012.

I parlamentari esprimono preoccupazione “circa il rischio che i costi di terminazione interoperatore delle chiamate terminate sulle reti radiomobili vengano mantenuti ai livelli attualmente in vigore”.

 

La lettera – firmata tra gli altri dai senatori Pdl Piergiorgio Massidda, Guido Possa, Salvatore Piscitelli e Cosimo Latronico e dai deputati Gianluca Galletti, Raffaello Vignali oltre che da Maurizio Lupi – è stata pubblicata da Milano Finanza e prosegue ricordando che anche la Commissione europea ha più volte sollecitato la riduzione delle tariffe per portare così un beneficio ai consumatori.

 

L’obiettivo della Ue è di ridurre la tariffa dagli attuali 5,3 centesimi a 0,98 centesimi entro la fine del 2014.

In base alla proposta AgCom, le tariffe dovrebbero passare dai 5,3 centesimi di euro/minuto del luglio 2011, a 4,1 centesimi (gennaio 2012), poi a 2,6 centesimi (gennaio 2013), quindi a 1,6 centesimi (gennaio 2014), infine a 0, 98 centesimi (gennaio (2015), con la sola H3G cha passerebbe da 6,3 centesimi del luglio 2011 a 5,1 centesimi (gennaio 2012), per poi scendere a 3,4 centesimi (gennaio 2013) quindi a 1,6 centesimi (gennaio 2014), infine a 0,98 centesimi (gennaio 2015), allineandosi agli altri operatori soltanto negli ultimi due valori.

Secondo uno studio condotto da Consumatori Associati la riduzione porterà ad un beneficio per i consumatori finali di 1 miliardo di euro all’anno. Ma gli operatori non sono affatto d’accordo.

 

Ieri, sempre dalle pagine di Milano Finanza, il vice direttore generale di Wind, Romano Righetti, aveva sottolineato che i prezzi al pubblico della telefonia mobile sono tra i più bassi d’Europa, nonostante le tariffe di terminazione siano “ma solo moderatamente, più alti della media europea”.

 

Secondo Righetti, dunque, non ci sarebbe alcun collegamento tra le tariffe di terminazione (che gli operatori si applicano l’un l’altro) e quelle praticate agli utenti.

“Il sensibile calo delle tariffe di terminazione mobile avvenuto, ad esempio, lo scorso luglio non ha prodotto alcun ritocco dei prezzi delle chiamate fisso/mobile”, ha affermato Righetti.

Anzi, ha aggiunto, in termini economico-finanziari “questa decisione può privare l’industria mobile di flussi di cassa significativi in coincidenza con interventi che, al contrario, assorbono e assorbiranno cassa in modo oneroso e impegnativo”.

 

Anche Bianca Maria Martinelli, Direttore Affari Pubblici e Legali e Consigliere di Amministrazione di Vodafone Italia, in un’intervista a Key4biz (Leggi) ha sottolineato che un intervento radicale di riduzione delle tariffe “…più che portare benefici alla clientela, metterebbe a rischio i vantaggi in termini di efficienza e competizione che hanno da sempre caratterizzato il mercato mobile italiano, e che hanno portato a un’elevata qualità dei servizi e alla forte riduzione dei prezzi al consumo”.