Net4All: la nuova strategia Lepida per abbattere il digital divide

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La logica adottata dalla Regione Emilia-Romagna è di rendere uniforme il territorio e di sostituirsi al mercato solo in palese caso di necessità e solo fino a quando il mercato non è in grado di fornire analoghe condizioni tecniche economiche.

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Per far sì che imprese e territori escano dall’isolamento digitale e possano godere dei vantaggi di internet in termini di crescita economica e sociale, bisogna mettere a  disposizione di ogni cittadino connessioni a banda larga da almeno 2 megabit per secondo. Un obiettivo, questo, fissato dalla Digital Agenda europea e che la Regione Emilia-Romagna, attraverso Lepida, ha fatto proprio, lavorando sul fronte tecnico, politico e amministrativo per risolvere il divario digitale dell’intero territorio regionale con una visione molto concreta e operativa.

 

Il problema è molto complesso non solo perché richiede forti sforzi sia sul piano economico che su quello tecnico, ma anche perché la stessa evoluzione tecnologica porta sempre più su “l’asticella”.

“Il digital divide – sottolinea Lepida – può essere approcciato in vari modi, da quello della ‘copertura’ del territorio (quanti operatori presenti, ma soprattutto ‘assenti’, quanta popolazione servita e quanta esclusa), a quello delle soluzioni tecniche da adottare; ma per quanto si faccia ci sarà sempre un’area scoperta e aumenterà sempre il fabbisogno di banda”.

 

Occorre quindi una visione di insieme e una strategia. La strategia, adottata da Lepida, è quella di costruire una visione complessiva del problema e di elaborare una risposta articolata in azioni di copertura delle zone non servite a partire dalla “ragnatela” dei luoghi ove ci sono centrali e centraline storiche.

In Emilia Romagna sono in tutto 1357 tali luoghi (856 primari e 501 secondari), di cui ben 780 non risultano oggi attrezzati e, quindi, generano divario digitale.

Per il 20% di questi luoghi, dove il problema è risolvibile con la fibra ottica, Lepida sta procedendo nella posa di fibre, sulla base di diversi accordi, con il Ministero dello Sviluppo Economico, con la Regione Emilia-Romagna oppure direttamente. Si tratta di investimenti avviati in tempi diversi che hanno già dato risultati e che si stanno portando avanti con attenzione.

La copertura degli altri luoghi potrà avvenire con l’utilizzo di altre tecnologie come le reti cellulari (che offrono connettività in modalità analoga alla Adsl, con caratteristiche tecniche e funzionali equivalenti), il WiMax o il satellite.

 

La premessa di base è che la fibra ottica rappresenta il comune denominatore di abilitazione territoriale, indipendentemente dalla tecnologia di accesso utilizzata.

Lepida sta cercando di realizzare il maggior numero di accordi con gli operatori che agiscono sul territorio per concertare le scelte dei loro investimenti, in aree con la minore sovrapposizione possibile, con la messa a disposizione di infrastrutture materiali o immateriali, laddove si sia verificata una palese assenza del mercato.

 

Si prevede la messa a disposizione di fibre ottiche spente, di lunghezze d’onda, di banda internet, di capacità di trasporto, di ospitalità su pali, di ospitalità in shelter, di ospitalità in POP.

La logica adottata da Regione Emilia-Romagna mediante Lepida è di rendere uniforme il territorio e di sostituirsi al mercato solo in palese caso di necessità e solo fino a quando il mercato non è in grado di fornire spontaneamente analoghe condizioni tecniche economiche.