Festival Eurovisioni: le politiche europee per l’audiovisivo, confronto tra gli operatori italiani

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Media italiani: la salvezza viene da internet?

Italia


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In occasione del Festival Eurovisioni, che si chiuderà oggi a Roma, l’Open Society Foundation ha presentato le prime conclusioni del progetto Mapping Digital Media, che include il Rapporto ‘I Media digitali in Italia’.

Il progetto valuta le opportunità e i rischi del nuovo panorama tecnologico sul sistema dell’Informazione, in seguito tre novità fondamentali: il passaggio dalla tv analogica al Digitale, lo sviluppo di nuove piattaforme per l’informazione, la Convergenza tra Tv tradizionale e Telecomunicazioni.

 

A riferirne per Eurovisioni sono stati i curatori della Ricerca, Gianpietro Mazzoleni, Sergio Splendore (Università degli Studi di Milano) e Giulio Vigevani (Università di Milano Bicocca). Presenti anche Marius Dragomir e Miriam Anati, dell’OSF. Borbala Toth e Roberto Belichanec riferiranno rispettivamente per il Rapporto sull’Ungheria e sulla Macedonia, due fra i Paesi più in difficoltà sul fronte della libertà d’espressione e dell’indipendenza dei media.

Ha partecipato  al convegno anche la giornalista Tana De Zulueta

 

La presentazione del Rapporto OSF è abbinata al grande progetto di proiezione internazionale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che in questa occasione “goes international”: grazie al sostegno della Open Society Foundation, il Sindacato dei Giornalisti italiani si apre all’estero con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento per i giornalisti e le associazioni di media stranieri sensibili al tema della libertà di stampa. In occasione della tavola rotonda, la FNSI lancia la International Page FNSI. 

Al dibattito, ha partecipato il Segretario Generale della FNSI Franco Siddi, il Presidente FNSI Roberto Natale, e subito dopo Paolo Gentiloni, Membro della Commissione Parlamentare per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi.

Il dibattito, presieduto da Luciana Castellina, è stato preceduto dalla presentazione del  Rapporto dell’Open Society Foundation sullo stato dei media digitali in Italia.

Lo Studio è parte del progetto Mapping Digital Media, la ricerca più completa e più recente sull’impatto che il digitale e i media online hanno sul mercato televisivo più criticato d’Europa.

 

La televisione digitale italiana ha avuto uno sviluppo accidentato da quando fu lanciata nel 2001, ma ha conosciuto una rapida diffusione negli ultimi quattro anni.

I principali telegiornali e quotidiani hanno mantenuto la loro supremazia nell’informazione. Tuttavia, molti italiani stanno cercano le notizie su molte altre piattaforme. Infatti la percentuale di italiani che avevano la televisione come unica fonte di informazione è scesa dal 46,6% del 2006 al 26,4% del 2009.

 

I critici del duopolio RAI-Mediaset avevano sperato che il passaggio al digitale e la diffusione della rete avrebbero portato una maggiore diversità nel panorama mediale italiano. Ciò non è avvenuto. Se si eccettua Sky, che si è conquistata un 10% dell’ascolto televisivo, la RAI e la berlusconiana Mediaset ancora si spartiscono l’80%.

Neanche la distribuzione delle frequenze in seguito al digitale è stata determinante: il duopolio è risultato favorito anche in questo, al punto da spingere la Commissione Europea ad aprire un procedimento d’infrazione contro l’Italia, successivamente sospeso.

Va detto che la vivace offerta di piattaforme digitali è ancora in grado di intaccare l’esistente duopolio. Tra il 2003 e il 2009, per esempio, la RAI ha perso 5,4 punti percentuali di share, i giornali quotidiani hanno assistito a un calo consistente nella diffusione, piccoli giornali online locali sono apparsi un po’ dappertutto, come pure è cresciuto il numero di blog che hanno messo i grandi network e i media tradizionali sotto la lente della critica. Tutto ciò sta cambiando radicalmente il modo con cui gli italiani si informano.

 

Come altrove, internet anche in Italia sta diventando una piattaforma importante di mobilitazione sociale, generando un fiorire di movimenti sui temi più disparati. L’aspetto negativo della digitalizzazione del mondo dell’informazione è che non ha ancora prodotto un migliore giornalismo d’inchiesta, che rimane appannaggio delle reti televisive dominanti.

La crescita della spesa pubblicitaria su internet alimenta le aspettative che la rete possa diventare sempre più centrale nel media-mix italiano. Tuttavia internet non è ancora riuscito a riparare le perdite delle imprese editoriali.

 

Il contesto nazionale delle politiche pubbliche sui media e l’informazione è solo parzialmente adeguato a rispondere alle sfide globali della digitalizzazione, a causa delle priorità di difesa degli interessi consolidati del duopolio televisivo.

La ricerca ‘I media digitali in Italia’ oltre ad analizzare la situazione presente, elabora una serie di raccomandazioni per l’approvazione di una riforma della legge sul conflitto di interesse, e per rendere l’Autorità per le Comunicazioni un’istituzione realmente indipendente.

 

Il progetto Mapping Digital Media, che esamina tali mutamenti in profondità, mira a costruire ponti tra studiosi e legislatori, attivisti, accademici e regolatori nei vari paesi del mondo. Essa altresì favorisce l’evoluzione delle politiche pubbliche nelle nazioni meno avanzate, incoraggiando i soggetti interessati a partecipare e a orientare il cambiamento. Al contempo, tale ricerca mette a disposizione una massa di conoscenze, ponendo le basi per il lavoro di lobbying, per la formazione delle politiche pubbliche e per lo sviluppo del dibattito sul tema.

Valuta, alla luce di tali valori, le complessive opportunità e i complessivi rischi che si determinano per i media in seguito alle seguenti novità:

 

•          il passaggio dalla televisione analogica a quella digitale;

•          lo sviluppo di nuove piattaforme quali fonti di informazione;

•          la convergenza tra la televisione tradizionale e le telecomunicazioni.

 

Attraverso l’esame di 60 paesi, la ricerca esamina come tali cambiamenti influiscano sulla missione principale che il sistema dei media adempie nelle democrazie: fornire informazioni sulle questioni politiche, economiche e sociali.

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