Lepida: continua la copertura della fibra ottica in Emilia-Romagna. I Comuni ‘la usano e ne apprezzano le qualità’

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Il 2011 sarà un anno di nuove attivazioni, dunque, grazie agli interventi messi in campo in passato, a partire da quanto realizzato in particolare con il Progetto Infratel.

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Fibra ottica

Interventi di non grande dimensione, ma che completano il grande lavoro impostato negli anni precedenti fornendo strategici risultati: sono le nuove accensioni di fibra ottica che Lepida sta realizzando in diverse località della Regione Emilia-Romagna, consentendo di migliorare il servizio o di darlo a chi prima non lo utilizzava.

 

Ci sono esempi di trasformazione dell’approccio iniziale al servizio, come nel caso di Comuni che nel recente passato Lepida aveva provveduto a collegare con un servizio satellitare nelle aree in digital divide. Adesso la fibra è arrivata e gli Enti la usano e ne apprezzano la qualità. In altri casi sono le reti MAN (Metropolitan Area Network), realizzate per collegare diversi edifici della Pubblica Amministrazione sullo stesso territorio comunale, a consentire l’accesso alla rete Lepida a importanti strutture, come ad esempio sulla MAN di Bologna, il Teatro Comunale e l’Arena del Sole, il Cup 2000 , così come gli Ospedali Maggiore, Sant’Orsola-Malpighi e lo IOR che precedentemente erano collegati alla Rete Lepida attraverso un servizio esterno.

 

Il 2011 sarà un anno di nuove attivazioni, dunque, grazie agli interventi messi in campo in passato: a partire da quanto realizzato in particolare con il Progetto Infratel. Oltre ad altri progetti della Regione, infatti, ulteriori pezzetti di fibra (a volte di pochi centinaia di metri, a volte di alcuni chilometri) hanno consentito di completare i collegamento e quindi l’accensione delle fibre per dare il servizio alla PA.

 

In altri casi, invece, Lepida ha acquisito fibre spente da gestori con cui ha stipulato un contratto di diritto d’uso per quindici anni.

La struttura, sottolinea Lepida, apparentemente variegata degli interventi del passato sta quindi assumendo un aspetto più “unitario” come una sorta di “puzzle” in cui il semplice inserimento di piccole tessere fa apparire l’immagine completa. (r.n.)