Digital Agenda: a Budapest illustrati i Progetti Ue per l’Internet del futuro

di Raffaella Natale |

La Ue ha stanziato 57 mln di euro per Progetti riguardanti 3D, sensori intelligenti e internet delle cose.

Unione Europea


Internet of things

Nell’ambito dell’evento “Future Internet week“, che s’è chiuso ieri a Budapest, la Commissione Ue ha visionato lo sviluppo dei 140 progetti di ricerca che riguardano l’Internet del futuro (FI-PPP).

Oggi più di 1,5 miliardi di persone sono connesse a internet e prossimamente si prevede che miliardi di ‘oggetti’ saranno collegati alla rete nel cosiddetto ‘internet delle cose’.

I fondi europei per la ricerca puntano a fare del web un posto dinamico per l’innovazione, la crescita economica e l’occupazione.

 

Lo scorso 3 maggio, la Ue ha siglato un nuovo partenariato pubblico-privato con 152 organizzazioni, dotato di uno stanziamento complessivo di 600 milioni di euro, per promuovere progetti innovativi in otto settori d’intervento al fine di sviluppare una rete internet che includa le tecnologie mobili.

“L’Europa – ha affermato il vicepresidente della Commissione Europea, Neelie Kroesdeve mobilitare tutti i propri talenti per rimanere all’avanguardia in questo settore, non solo per assicurare la propria competitività in futuro e dare espressione alla creatività, all’innovazione e allo spirito imprenditoriale dei suoi cittadini, ma anche per tutelare i valori europei come riservatezza, apertura e diversità”.

Promuovere la ricerca, lo sviluppo e l’innovazione sono elementi chiave della Digital Agenda.

 

Alcuni esempi di progetti di ricerca eccellenti finanziati dalla Ue nell’ambito dell’Internet del futuro sono:

 

2020 3D Media

Questo progetto punta a sviluppare tecnologie interoperabili per il 3D e produrre una catena di valore economicamente più efficiente per l’espansione di questo mercato. Lo sviluppo di servizi 3D online per cellulari e Tv influenzeranno molto l’Internet del futuro.

Finora i film sono stati il driver della crescita dell’industria di settore, che ha fissato gli standard di qualità e alimentato le catene di distribuzioni degli altri media (canali via cavo e satellite, Dvd, video, games, cellulari…).

La creazione di una catena di valore a supporto del 3D dovrebbe accelerare sia l’industria dell’entertainment che quella del cinema.

Il programma 2020 3D MEDIA mira, quindi, a fornire un sistema interoperabile che consentirà ai consumatori di acquistare un’unica versione di una proiezione in 3D e poterla guardare su ogni device (Tv, telefonini, console…).

Il progetto (febbraio 2008-marzo 2011) è realizzato da aziende, università e centri di ricerca in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito e Spagna. E’ finanziato dal 7° Programma Quadro con 9,8 milioni di euro (il costo totale del progetto è di 15,2 milioni).

 

SENSEI: integrare il mondo fisico in quello digitale

Il Progetto SENSEI crea un’architettura IT aperta e business-drive per la distribuzione globale di dispositivi di rilevamento per gestire il traffico dati.  

Si possono creare dei luoghi smart per collegare il mondo fisico a quello digitale. Un esempio potrebbe essere la connessione internet attraverso sensori wireless piazzati sugli autobus, che permetterebbe ai car-poolers di ricevere degli sms quando c’è un bus nelle vicinanze, in modo da arrivare più velocemente a destinazione.

Il sistema SENSEI consente inoltre di rendere più smart le infrastrutture esistenti, come quelle sanitarie, energetiche o di gestione del traffico, integrandole con applicazioni innovative che possono produrre preziose informazioni per gli utenti.

Il sistema è stato testato in Norvegia su dei collari che trasmettono la posizione GPS del bestiame, permettendo ai proprietari di seguire gli spostamenti nei pascoli.

Servizi ‘smart city’ sono stati sviluppati anche a Belgrado per misurare la temperatura, il tasso di umidità e le emissioni di CO² in tempo reale. I cittadini possono fruire di queste informazioni grazie al cellulare e alle applicazioni internet.

A questo progetto (gennaio 2008 – dicembre 2010) hanno lavorato Finlandia, Francia, Germania, Italia, Irlanda, Norvegia, Paesi Bassi, Repubblica Serba, Regno Unito, Romania, Spagna, Svezia e Svizzera.

Anche questo è finanziato dal 7° Programma Quadro con 14,9 milioni di euro (costo totale del progetto 23,2 milioni di euro).

 

Internet delle cose

Il progetto intende creare un’architettura che collega alla rete computer, oggetti e persone in modo aperto e standardizzato, salvaguardando privacy e sicurezza. Oggi diversi dispositivi e oggetti comunicano in modi differenti (etichette e sensori intelligenti, RFID) che non sono sempre interoperabili.

Sistemi separate permettono però di trattare una quantità limitata di dati e non fornire l’adeguata tutela della privacy e della sicurezza. Questo puzzle di sistemi potrebbe rallentare lo sviluppo di soluzioni globali per l’internet delle cose.

Il progetto Ue indica invece come far coesistere i diversi sistemi su un’unica piattaforma standardizzata, fornendo al contempo adeguate misure per garantire i dati personali degli utenti.

Una prima versione della European IoT Architecture sarà presentata in occasione della IOT Week che si terrà dal 6 al 9 giugno a Barcellona.

Il progetto (settembre 2010 – agosto  2013) è realizzato da aziende, università e centri di ricerca in Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Regno Unito, Spagna e Svizzera. E’ finanziato dal 7° Programma Quadro con 11,9 milioni di euro (il costo totale del progetto è di 18,7 milioni).

 

 

Per maggiori informazioni:

 

Future Internet

 

Future Internet Public Private Partnership

 

European Future Internet Portal

 

Digital Agenda

 

Sito di Neelie Kroes

 

Neelie Kroes su Twitter