Caso Dahlia Tv. I sindacati chiedono a Romani un incontro urgente: ‘Non lasceremo nulla di intentato’

di Raffaella Natale |

Giovanni Stella (TI Media): ‘Reazione del mercato fuori dalle righe, presto la rimpiazzeremo'.

Italia


Dahlia Tv

Occhi puntati sul titolo di Telecom Italia Media, dopo il caso di Dahlia Tv. Stamani avvio di seduta positivo a Piazza Affari con un guadagno del 2,58% a 0,19 euro dopo che nella vigilia aveva ceduto oltre l’11,8%.

TI Media, azionista di Dahlia con il 10,1% del capitale (il 78,2% è del gruppo svedese Airplus Television), ha fatto sapere che a breve verrà presentato un piano di liquidazione.

 

Da Bruxelles, il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, a chi gli chiedeva un commento sulla liquidazione del ‘terzo polo’ del digitale terrestre, ha risposto: “Riteniamo fondamentale che in Italia ci sia il pluralismo televisivo per tutte le componenti, anche minori, come Dahlia”.

“Penso di incontrare nei prossimi giorni gli amministratori delegati”, ha aggiunto Romani, riaffermando “l’interesse” del governo perché “anche Dahlia, che aveva puntato moltissimo sul mercato dei diritti sportivi, possa sopravvivere in un mercato sempre più competitivo”.

E mentre Mediaset riflette sul possibile acquisto dei diritti del calcio della piccola emittente, l’amministratore delegato di TI Media, Giovanni Stella, s’è detto fiducioso di poter rimpiazzare l’importante cliente ‘in un tempo abbastanza rapido”.

Dahlia Tv incide per 24 milioni sui ricavi del 2010, “una percentuale del fatturato di TI Media Broadcasting (la società dei mux del gruppo Ti Media) importante ma non stratosferica“, ha commentato l’Ad.

 

“Il mercato – ha spiegato a chiusura del mercato – ha reagito ‘fuori dalle righe’ ipotizzando che quella banda non sia più ricollocabile”.

“In questo momento – ha dichiarato – tutti gli operatori stanno ricercando banda” e quindi rimpiazzare Dahlia, come SportItalia (altro cliente perso recentemente), “non sarà una passeggiata ma è assolutamente possibile“. L’impatto per la società c’è, comunque, e vale come una marcia indietro di tre mesi: “Ci fermeremo al risultato postato a settembre“, conferma il manager.

Gli obiettivi del piano sono però comunque raggiunti, ha quindi sottolineato, dicendosi poi ‘ragionevolmente sicuro di raggiungere gli obiettivi previsti nel piano nel 2011’.

 

Intanto le Segreterie Nazionali SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL hanno richiesto l’attivazione di incontri urgenti a Dahlia Tv e al ministro Romani per evitare soluzioni traumatiche (la messa in liquidazione) alle difficoltà di mercato.
‘I lavoratori di Dahlia Tv e dell’indotto che rischiano di essere travolti da queste scelte sono più di 200, in un quadro di pesante crisi occupazionale, che in più vede il settore televisivo già alle prese con le difficoltà della transizione al digitale”.
“Il sindacato – conclude la nota – richiamando fermamente Dahlia Tv alle sue responsabilità, non lascerà nulla di intentato per mantenere i livelli occupazionali e l’attività produttiva”.

  

La decisione di Airplus preoccupa poi soprattutto i molti utenti-tifosi che hanno già pagato per vedere tutte le partite del campionato (di Cagliari, Catania, Cesena, Chievo, Lecce, Parma, Sampdoria, Udinese, per la Serie A, e tutta la Serie B). L’Aduc, l’Associazione Diritti Utenti e Consumatori ha così lanciato l’allarme sottolineando che “questa vicenda è l’ennesima conferma che il sistema televisivo italiano è castrato da una regolamentazione che favorisce il duopolio (Rai-Mediaset), a cui resiste solo Sky”.

 

Per Vincenzo Vita (Pd) la vicenda Dahlia è “estremamente inquietante” e “non fa che confermare la posizione monopolistica di Mediaset anche al di fuori dell’analogico”. Mentre Donato Mosella (Api) ha chiesto all’Agcom e all’Antitrust, oltre alle varie associazioni di consumatori, di attivarsi sulla situazione della pay-tv.

La Federazione nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Romana hanno intanto espresso solidarietà ai colleghi della redazione di Filmmaster Television che forniscono i servizi e garantiscono le produzioni per i canali sportivi di Dahlia.

“L’incredibile vicenda che ha portato alla crisi, oltre alle gravi conseguenze occupazionali che potrebbero scaturire dal fallimento della struttura, mette seriamente a rischio – continuano Fnsi e Asr in una nota – il libero mercato ed il pluralismo dell’informazione sportiva nel momento di massimo sviluppo del digitale terrestre”.

 

Dopo la sospensione del titolo TI Media di ieri a Piazza Affari, Fnsi e Assostampa Romana hanno evidenziato che “le perdite in borsa avrebbero potuto contribuire non poco al mantenimento degli ottimi standard produttivi che finora erano stati garantiti dai giornalisti agli abbonati di Dahlia”.

Fnsi e Asr “auspicano l’immediata e tempestiva risoluzione della vicenda con il coinvolgimento del Governo e di tutte le parti sociali interessate, confermando fin d’ora il massimo impegno nella tutela sindacale dei posti di lavoro giornalistico”.