Rai: Romani firma il decreto per aumento canone 2011 mentre l’azienda prevede risultato positivo di oltre 20 mln per il nuovo anno

di Raffaella Natale |

Ma restano necessarie le nuove norme antievasione per contrastare un fenomeno che genera perdite per 600 mln di euro l’anno.

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Firmato il decreto con cui il ministero Sviluppo Economico ha determinato l’importo per il 2011 del canone di abbonamento Rai. “Come per la precedente annualità – ha informato il ministro Paolo Romani –  l’importo è stato adeguato di 1,50 euro, tenendo conto, ai sensi di legge, dell’inflazione programmata. Per il 2011 il canone è stato quindi determinato in 110,50 euro rispetto ai 109 euro previsti per il 2010″.

 

Il  canone aumenta ma in Italia servono nuove norme per contrastare il fenomeno dell’evasione. Secondo gli ultimi dati, sono 16,5 milioni gli abbonati Rai, su 22 milioni di famiglie presenti in Italia: l’evasione tocca una quota percentuale del 26,5%, con una perdita di ricavi pari a circa 600 milioni di euro l’anno a fronte di 1,6 miliardi di introiti. Per quanto riguarda il mercato dell’utenza speciale, invece, su 9600 esercizi pubblici gli abbonati al 31 ottobre 2010 erano 263 mila con un introito pari a oltre 60 milioni di euro, con una evasione stimata intorno al 60% e una perdita di 102 milioni di euro.

Proprio per contrastare l’evasione del pagamento del canone, nei giorni scorsi il direttore generale Mauro Masi ha annunciato come primo intervento la costituzione di una task force di 50 nuovi agenti che si concentreranno sul recupero dell’evasione da canone speciale. Ma a questo bisognerebbe affiancare un intervento normativo specifico e in tal senso l’azienda ha sensibilizzato le autorità competenti perché vengano presto definite norme antievasione.

 

Ieri, intanto, il Cda della Rai ha approvato su proposta del Dg Mauro Masi il budget economico, che prevede un risultato positivo di oltre 20 milioni di euro nel 2011. La Rai, si legge nella nota di viale Mazzini , sta perseguendo gli obiettivi economici previsti nel percorso di Piano Industriale 2010-2012 adottato nel maggio scorso e, contemporaneamente, sta consolidando il progetto di sviluppo e ampliamento della propria offerta televisiva che è passata da tre a quattordici canali diventando il più ricco bouquet di canali free europeo.

Gli interventi di Piano Industriale, che hanno carattere strutturale e come obiettivo quello di migliorare anche l’attuale situazione finanziaria aziendale, si completeranno nel 2012, anno nel quale è previsto un pareggio di bilancio nonostante l’aumento dei costi dei diritti sportivi, come gli Europei di Calcio e le Olimpiadi, che il servizio pubblico continuerà ad offrire ai propri utenti.

 

Per Michele Meta, deputato e capogruppo del Pd in commissione Telecomunicazioni alla Camera, “La risposta del Governo a un’azienda in affanno non può consistere solamente nell’aumento del canone”.

“Da un lato – ha spiegato Meta – gli attuali vertici di viale Mazzini pensano di affrontare il rilancio aziendale con un piano industriale di tagli e esuberi, contro il quale i 12000 dipendenti dell’azienda hanno protestato lo scorso 10 dicembre; dall’altro arriva in soccorso il Governo con l’aumento del canone per stare in linea con l’inflazione programmata. Manca all’appello, però, una strategia per il passaggio definitivo alla rivoluzione digitale, e quella dovuta chiarezza sulle spese pazze e sui dirigenti esterni all’azienda pagati a peso d’oro”.

 

Duro l’intervento di Benedetto Della Vedova, vicepresidente di Futuro e libertà alla Camera. “Anziché aumentare le tasse, il ministro Romani avrebbe dovuto chiedere conto alla Rai della scelta suicida di togliere i canali di Viale Mazzini dalla piattaforma Sky, rinunciando così a 50 milioni annui e al relativo indotto pubblicitario”. Per Della Vedova la soluzione sta nella privatizzazione e nella possibilità di competere con i broadcaster privati sul mercato della pubblicità.

 

Secondo Rodolfo De Laurentiis, consigliere Rai, sono due le strade da percorre per risanare il bilancio: interventi sull’ottimizzazione dei fattori produttivi; lettura contestuale tra budget e palinsesti, ovvero “se l’azienda ha a disposizione determinate risorse, queste vanno allocate su posizioni strategiche”, in sostanza evitare sovrapposizioni di palinsesti.

Infine dal consigliere di area Udc ha sollecitato il governo: “Faccia chiarezza sul canone, ovvero come recuperare l’evasione, e sulla natura della Rai, oggi assimilata alla pubblica amministrazione e quindi oggettivamente condizionata e fortemente penalizzata rispetto ai competitor”.