Cinema: Cinecittà studios salva dalla colata di cemento? Il presidente Abete fa rientrare l’allarme annunciando l’ampliamento della struttura

di Antonietta Bruno |

Gli studios di via Tuscolana verranno invece ampliati e la mega opera da completare in tre anni e che costerà complessivamente 200 milioni di euro sarà attrezzata con alberghi, parcheggi e distretti multimediali.

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“Cinecittà Studios non è in crisi. Anzi, ha raddoppiato, se non triplicato, la sua capacità produttiva mantenendo il personale e assumendone altro”. Con queste parole il presidente di Cinecittà Studios Luigi Abete, ha risposto a quanti in questi giorni, sindacati di categoria compresi, avevano diffuso notizie circa un preoccupante stato di deficit dell’azienda.

 

Dichiarazioni, che non trovano assolutamente riscontro nelle parole di Abete che alla conferenza stampa di presentazione del progetto di valorizzazione degli storici studios di Via Tuscolana, ha invece affermato che “Nonostante le gravi difficoltà che hanno colpito l’intero settore, l’azienda ha realizzato nei propri teatri di posa ben 28 produzioni internazionali e 44 film italiani, oltre 40 serie tv, 270 spot pubblicitari e decine di trasmissioni tv. Il fatturato aziendale è raddoppiato rispetto alla media della gestione statale, l’occupazione è rimasta stabile e oltre la metà dei dipendenti attuali è stata assunta dopo il 1997″. “Sono stati investiti 10 milioni per il miglioramento degli immobili, 9 milioni e mezzo per le attrezzature e 7 milioni e 500 per impianti e macchinari”.

 

Ma allora perché queste voci? Saranno legate al progetto di ristrutturazione degli studios che in realtà non hanno nulla a che vedere con l’eventuale loro abbondano?  Anche su questo Abete è stato chiaro. ‘Dobbiamo rendere Cinecittà Studios sempre più competitiva sul mercato internazionale – ha detto – e quindi è indispensabile migliorare sia l’offerta di grandi teatri sia i servizi di accoglienza e ospitalità. Sui vecchi teatri, e questo lo stabilisce la legge, possiamo intervenire solo con la manutenzione ordinaria. Quel che vogliamo realizzare nella nuova area, è invece un altro teatro delle dimensioni del Teatro 5; un albergo di circa 200 stanze per dare la possibilità alle produzioni di usufruire di un servizio durante la lavorazione; dei parcheggi e un distretto multimediale dell’audiovisivo in cui convergeranno vecchie e nuove professionalità”. “Il progetto avanzerà in due fasi – ha aggiunto ancora Abete – si provvederà all’edificazione di un Distretto del Cinema e del Multimediale che ospiterebbe laboratori, centri formativi, unità produttive e centri di ricerca, al fine di ospitare circa 150-200 tra piccole e medie imprese, studi professionali, centri di formazione e ricerca. La prima delle due fasi, riguarderà nello specifico un’area di 30 mila metri quadrati mentre la seconda, un’area di 40 mila metri quadrati. Il progetto dovrebbe essere portato a compimento in 3 anni mentre il costo complessivo dell’opera, non dovrebbe superare i 200 milioni di euro”.

 

Insomma, nulla di tutto quanto possa fare pensare ad una crisi in atto. Ma c’è ancora dell’altro: “L’area sulla quale andremo ad intervenire – ha spiegato ancora il presidente – è di proprietà dello Stato e alla fine della concessione i nuovi immobili rimarranno di proprietà statale. E non tocca minimamente quella dove ci sono gli storici teatri e uffici né tantomeno la Cine Ars di Adriano De Angelis di cui abbiamo pieno rispetto, è un grande e storico artigiano e siamo disposti a valorizzare il suo patrimonio. Nessuno intende mandarlo via per costruire”. “Il problema è un altro – ha aggiunto ancora – non paga l’affitto da diversi anni – affitto che peraltro abbiamo lasciato invariato dagli anni ’80 per cui sono rammaricato dal fatto che passi tutt’altro tipo di informazione e che anzi questa inneschi un messaggio distorto’.

 

E tanto distorto è stato il messaggio che in poco tempo ha fatto il giro della Capitale. Basti pensare che ancora questa mattina, un nutrito gruppo di manifestanti si sarebbe arrampicato – secondo quanto reso noto da Sandro Luparelli, esponente di Action – all’ingresso degli Studios e da un altezza di dieci metri circa, avrebbe anche srotolato uno striscione con su scritto ‘Salviamo Cinecittà‘. Ma da cosa? Secondo quanto è dato sapere, “da una colata di cemento di 400 mila metri cubi”. “La cosa più grave – aveva spiegato Luparelli – è che avrebbero anche i diritti edificatori. Oltre a questo, rischierebbero il posto di lavoro 400 persone. Noi ci aspettiamo invece un vero e proprio piano di rilancio della produzione cinematografica’.