Cinema. Anica: Confermare Tax credit per il bene del Paese o il settore rischia l’estinzione’

di Antonietta Bruno |

Italia


Cinema

A seguito del workshop dal titolo ‘Il cinema tra fiscalità e finanza: nuove opportunità’ organizzato parallelamente al Festival di Roma nell’ambito del ‘Mercato del cinema’, e che si è svolto all’indomani dell’incontro con il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta e alla presenza del ministro dei Beni culturali Sandro Bondi per cercare di trovare una soluzione alla questione relativa al  fondo unico dello spettacolo (Fus) e al rinnovo delle misure di defiscalizzazione per il cinema (tax credit e tax shelter), il presidente Anica Paolo Ferrari esprime “grande soddisfazione per l’impegno solenne che la Presidenza del Consiglio ha preso davanti all’industria e alle sue associazioni per il rinnovo del Tax Credit e l’incremento della quota annuale del Fondo Unico dello Spettacolo”. 

“Siamo fiduciosi – ha detto Ferrari – ma al tempo stesso fortemente vigili che le parole di Letta e di Bondi si traducano rapidamente in provvedimenti operativi che sono vitali per la sopravvivenza del settore”. Le norme per il tax credit vanno confermate e subito ora ci è stato confermato che gli incentivi fiscali saranno rinnovati, salvo le compatibilità di bilancio. Noi pensiamo, dati alla mano, che essi debbano essere sì approvati, ma proprio per la compatibilità di bilancio’.

 

‘Una ricerca, realizzata dall’Anica con la Luiss Business School, presentata dal Paolo Boccardelli, docente di Strategia d’Impresa – aggiungono i vertici Anica facendo anche riferimento alla positiva quota di mercato mantenuta al 30% – ha dimostrato che il valore aggiunto dato dalla nuova normativa al cinema in un periodo di soli 9 mesi è stato di circa 23 milioni per gli investimenti nazionali e di 37 milioni per quelli stranieri, con un effetto l’importanza positivo anche per l’erario: la stima più prudenziale e conservativa, quindi, porta a sostenere con forza che il settore cinema, da solo e senza valutare tutti gli effetti indiretti e indotti nell’economia generale, è in grado di restituire allo Stato l’investimento derivante dal minor gettito”.
 

A questi commenti, a margine dell’incontro, si sono aggiunti anche quelli di Riccardo Tozzi, presidente dei produttori Anica che ha ritenuto fare  la sua previsione per il futuro ribadendo, da parte sua, i possibili pericoli derivanti dal mancato rinnovamento delle misure fiscali.

“Se il tax credit non verrà rinnovato – ha detto – noi non faremo nulla e a qual punto, si concretizzerà l’autoestinzione“. Parole dure quelle del presidente Tozzi che teme – dopo le dichiarazioni di Gianni Letta secondo cui certe misure fiscali potrebbero essere mantenute solo “compatibilmente con le esigenze di bilancio e i conti pubblici” – che le promesse del governo possano essere disattese.

 

“La maggior parte delle imprese del settore – ha affermato – chiuderà e le aziende più grandi diventeranno medio-piccole. Io stesso ho cinque film in programma per il prossimo anno: tre grandi e due piccoli. Senza tax credit riuscirò a fare solo i due piccoli”.

“Tax credit e tax shelter – ha rimarcato il produttore – hanno salvato il cinema italiano da quello che purtroppo è successo alla fiction, che tra tagli e delocalizzazione ha perso 400 mila giornate di lavoro, il 70% delle quali tra Roma e Lazio’.

Poi una frecciatina anche per la Confindustria nazionale. “Sono esterrefatto che la Confindustria italiana non citi mai il nostro settore. Cosa dobbiamo fare ancora e, soprattutto, quanto è vecchia questa nostra politica?”