Tv: il Cda di viale Mazzini dà il via libera alla fusione tra Rai Trade e Rai

di Antonietta Bruno |

Sul fronte degli spot televisivi, Sipra conferma l'incremento del 4% dei ricavi, mentre il Giurì rende note le motivazioni della sospensione della pubblicità comparativa di Sky e Mediaset.

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Il Consiglio di Amministrazione della Rai ha approvato il progetto di fusione di Rai Trade (la società che promuove le proprietà intellettuali del gruppo Rai e ne commercializza i diritti) in Rai. E’ quanto quanto si apprende da un comunicato stampa diramato a margine dell’incontro dei vertici dell’azienda con l’organo collegiale a cui è affidata la gestione e che, accogliendo la proposta del direttore generale Mauro Masi, ha approvato l’importante documento che incorpora le due singole unità societarie. Nel corso della stessa seduta, Mauro Masi assieme vicedirettori generali Gianfranco Comanducci (Affari immobiliari, approvvigionamenti, servizi di funzionamento); Lorenza Lei (Area produttiva e gestionale); Giancarlo Leone (Transizione al digitale terrestre e strategie multipiattaforma) e Antonio Marano (Coordinamento dell’Offerta televisiva), oltre che del direttore Risorse umane e organizzazione Luciano Flussi,  ha presentato al Consiglio di Amministrazione lo stato di avanzamento del Piano Industriale 2010 – 2012 che prevede, lo ricordiamo, le linee guida strategiche da adottare per superare la crisi e meglio rilanciarsi sul mercato televisivo e pubblicitario, oltre che sulle azioni di riequilibrio economico da portare avanti nel prossimo triennio.

 

Affrontato inoltre, anche il discorso dell’andamento dei ricavi pubblicitari Rai che confermano, per il 2010, il raggiungimento dell’obiettivo del +4% rispetto all’anno precedente. Argomento questo, portato dinnanzi al Consiglio dall’amministratore delegato di Sipra, Aldo Reali.

 

Sempre sul fronte pubblicità, ma stavolta quella comparativa di Mediaset e Sky, novità arrivano dall’organo autodisciplinare garante degli interessi dei cittadini-consumatori e della pubblicità in generale, che ha reso note le motivazioni della sospensione della pubblicità che faceva il raffronto tra l’offerta Sky e Mediaset Premium. Secondo quanto riportato da Sky, infatti, “il Giurì ha dichiarato che la comparativa Mediaset è in contrasto con l’articolo 15 (quello che disciplina le pubblicità comparative appunto) poiché le offerte non sono omogenee in quanto l’offerta di Sky – in particolare quella disponibile a 29 euro mensili – è assai più ricca e varia della parallela offerta di Mediaset Premium”. Di conseguenza – si legge ancora nel comunicato – Mediaset non è autorizzata a fornire al consumatore notizie fuorvianti come indiscutibilmente accade se si pongono in comparazione prodotti o servizi fra loro disomogenei”.