Un cellulare per uscire dalla povertà. I progetti della fondazione Grameen per sfruttare l’hi-tech a vantaggio del micro-credito

di Alessandra Talarico |

Mondo


Grameen Foundation

Per gli abitanti dei Paesi più poveri del mondo, il telefonino non è semplicemente uno strumento di comunicazione, ma un’opportunità per uscire dalla povertà. Ne è convinta la Grameen Foundation, associazione non-profit di Washington che si batte contro la povertà a suon di micro-crediti, rivolti soprattutto a stimolare l’imprenditoria femminile, e nuove tecnologie.

Nel mondo circolano oltre 5 miliardi di cellulari, e la crescita maggiore nei tassi di utilizzo si sta registrando proprio nelle aree più povere del pianeta – dalle aziende agricole più remote dell’Africa alle affollate baraccopoli urbane di Asia e America Latina – dove il basso costo dei telefonini e la disponibilità di reti mobili anche nelle aree più remote, compensano la mancanza di reti fisse e di altri strumenti di comunicazione come i Pc.

 

L’instabilità politica che caratterizza molti di questi Paesi, ma anche la riluttanza di molte banche centrali preoccupate di perdere il loro ruolo centrale, rende difficoltoso per le organizzazioni umanitarie collaborare con gli operatori telefonici per accelerare l’adozione di nuovi strumenti di micro-credito basati su internet mobile, ma lo stesso i cellulari sono riusciti a sfondare la burocrazia e a raggiungere molte persone da sempre isolate da qualsiasi tipo di aiuto, economico o umano.

Un telefonino in grado di inviare messaggi di testo costa mediamente una ventina di dollari e molti villaggi o famiglie ne condividono uno sul quale inseriscono ognuno la propria Sim, ma paesi come Uganda e Kenia dispongono di reti a banda larga mobile che non hanno nulla da invidiare a quelle europee o americane, in grado di supportare i servizi di iPhone e BlackBerry.

 

Molto attiva sul fronte delle nuove tecnologie applicate alla lotta alla povertà, la Bill & Melinda Gates Foundation ha investito 12 milioni di dollari  nel programma Mobile Money for the Unbanked (MMU), volto ad aiutare i contadini della Tanzania, del Camerun e del Ruanda a mettere da parte un po’ di soldi attraverso depositi gestibili col cellulare. Il progetto MMU si avvale delle tecnologie sviluppate nell’ambito del programma M-PESA, lanciato da Vodafone nel 2007 in Kenya, Tanzania e Afghanistan e poi esteso anche ad altri paesi. A metà 2009 il servizio aveva già 6,5 milioni di abbonati con oltre 2 milioni di transazioni al giorno.

Secondo le stime di GSM World, nel 2012 1,7 miliardi di persone disporranno di un cellulare ma non di un conto corrente, a causa degli alti costi richiesti dalle banche.
 

“Tutti dovrebbero avere la possibilità di risparmiare, ma i più poveri non possono farlo per via degli alti costi delle transazioni bancarie o semplicemente perchè le banche non aprono filiali dive vivono persone indigenti”, ha sottolineato Ignacio Mas della Gates Foundation. “Ed è qui – ha spiegato – che entrano in gioco i telefonini, che permettono a chiunque di convertire 5 dollari in moneta elettronica senza gli alti costi richiesti dalle banche”.

Non è solo questione di denaro, comunque: i cellulari hanno anche aiutato la diffusione di programmi di sviluppo in ambito sanitario, agricolo e scolastico.

Negli ultimi due mesi, nella zona Kassena-Nankana del Ghana, vicino al confine con il Burkina Faso, 500 genitori in attesa si sono registrati a un servizio offerto da Grameen per ricevere gratuitamente telefonate e messaggi di testo che li guidassero nel periodo della gravidanza, per informarli, ad esempio, che alla settima settimana va fatto il vaccino contro la malaria, o che alla 37esima – contrariamente alle credenze popolari – mangiare frutti come il mango o proteine è nutriente e non danneggia il feto

“La tecnologia è un elemento facilitatore, non l’obiettivo finale. Si tratta di mettere le informazioni – e quindi il potere – nelle mani delle persone”, ha sottolineato il presidente dei programmi tecnologie di Grameen, David Edelstein.

 

Il fondatore di Grameen, Muhammad Yunus, ideatore e realizzatore del microcredito – un sistema di piccoli prestiti destinati ad imprenditori, soprattutto donne, troppo poveri per ottenere denaro dalle banche – ha vinto il premio Nobel per la Pace nel 2006.