Green ICT: le strategie Ocse per incentivare ‘crescita verde’ e applicazioni intelligenti. Ma la tecnologia, da sola non basta

di di Daniela Grazia Battisti (Invitalia, Responsabile della funzione Competitive Intelligence) |

Il contributo di Daniela Grazia Battisti per Key4Biz fa il punto sul lavoro svolto e sulle iniziative OCSE per diffondere le ICT verdi e massimizzarne i vantaggi a livello economico, sociale e occupazionale.

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Daniela Battisti

The Green  Growth Strategy  è un’iniziativa lanciata dall’OCSE nel 2009 con la OECD Declaration on Green Growth. Perché l’OCSE promuove ed incoraggia gli stati membri a pensare e implementare una “crescita verde”?

 

Innanzitutto, per una crescente preoccupazione sulla insostenibilità ambientale dei modelli di sviluppo economici del passato. Ma non solo. La crisi economica e finanziaria apre nuove spazi per politiche pubbliche volte ad incoraggiare la ripresa e una rinnovata crescita su basi più sostenibili sia dal punto di vista ambientale che sociale.

La crescita verde ha l’obiettivo di massimizzare le opportunità di utilizzare fonti di crescita più pulite con un conseguente decoupling  (disaccoppiamento) tra performance economica e ambientale. Questa crescita comporterà lo sviluppo di una nuova industria, nuovi lavori e nuove tecnologie verdi  ma anche la gestione della transizione per rendere più “verdi” i settori più tradizionali.

 

Nel corso degli ultimi due anni, l’OCSE, in particolare il Working Party on the Information Economy, come contributo alla Green Growth Strategy, ha avviato un’attenta analisi del contributo dell’ICT ad una crescita più sostenibile, riassunta nella Raccomandazione su Information and Communication Technologies and the Environment del 2010.

Secondo l’OCSE, l’ICT ha un ruolo fondamentale sia in termini di riduzione dei consumi del settore (Green ICT) sia in termini di contributo al miglioramento dell’efficienza energetica (ICT for Green).

 

Il settore produce da solo il 2% delle emissioni con ampie possibilità di miglioramento della performance. Ma il rimanente 98% delle emissioni proviene da altri settori dell’economia dove le applicazioni ICT potrebbero contribuire sensibilmente alla riduzione dei consumi energetici.  Strategie economiche e politiche più “intelligenti” e più pulite possono aiutare ad affrontare il riscaldamento globale e contribuire alla “crescita verde” durante la crisi economica e la ripresa. L’ICT e Internet possono avere un ruolo determinante nella generazione, distribuzione e consumo di energia,  nel migliorare l’efficienza energetica attraverso la  riduzione dei consumi negli edifici, nei sistemi urbani, nel trasporto e nella logistica. 

 

Non solo. Recentemente il Working Party on the Information Economy ha avviato uno studio per analizzare il potenziale, nella fase economica post crisi, per la creazione di nuovi posti di lavoro legati al “green ICT”  e per individuare le competenze professionali richieste. A questo si accompagna un’analisi delle politiche e dei programmi volti a promuovere occupazione e competenze legate all’ICT verde e una valutazione della capacità da parte dei paesi OCSE di poter disporre delle nuove professionalità richieste. I risultati saranno presentati nell’IT Outlook 2010 di prossima pubblicazione.

 

Nonostante la crisi, secondo recenti sondaggi, le aziende continuano ad investire in ICT verde. Inoltre i governi di diversi paesi OCSE (USA, Giappone, Corea, Germania, Danimarca, Finlandia, per citarne solo alcuni) all’interno delle strategie volte  a promuovere, anche attraverso le misure di stimolo all’economia,  la “crescita verde”, hanno avviato specifiche politiche pubbliche per promuovere “applicazioni “intelligenti”  quali smart grid, sistemi di controllo del consumo negli edifici pubblici, sistemi di trasporto/logistica. A complemento di questa azione governativa il venture capital continua a fluire verso le tecnologie pulite, molte delle quali, ICT-intensive.

 

Come diretta conseguenza, l’occupazione nella produzione e nello sviluppo dell’ICT verde sembra essere rimasto relativamente stabile durante la recessione del 2009, e potrebbe aumentare significativamente nella ripresa. Nelle statistiche considerate, sono inclusi posti di lavoro nella R&S, nel manifatturiero dei semiconduttori efficienti e dei semiconduttori per le tecnologie pulite, come il fotovoltaico e l’eolico, e nelle aziende che offrono servizi per il riuso e il riciclo dei vecchi apparati ICT nonché nello sviluppo e uso di software  per la virtualizzazione. L’occupazione potrebbe aumentare anche nei servizi IT focalizzati sull’analisi e la diffusione delle ICT verdi. 

Un miglioramento dell’occupazione nel settore potrebbe venire nel breve e lungo periodo anche dall’utilizzo sempre più diffuso di  applicazioni “intelligenti” che dipendono direttamente dall’ICT.

 

La diffusione di applicazioni quali le smart grid, per esempio, dovrebbe generare non solo un significativo risparmio energetico ma anche creare nuove professionalità specialistiche sia nel settore ICT che attraverso l’intera economia. Alcune stime suggeriscono che negli Stati Uniti la realizzazione di smart grid potrebbe produrre 280.000 nuovi posti di lavoro entro il 2012 (“The US Smart Grid Revolution: KEMA’s Perspectives for Job Creation” – KEMA, 2009), inclusi quelli creati dai fornitori di “applicazioni intelligenti” e dai fornitori delle tecnologie e servizi di supporto.

 

Dall’analisi dell’OCSE emerge che negli USA la domanda da parte del settore privato per specialisti nelle reti intelligenti è cominciata ad aumentare; anche se di poco.

 

Di certo l’OCSE registra che si è verificato un sensibile aumento di offerte in quest’area a cominciare dal febbraio del 2009 e con un’accelerazione nel settembre dello stesso anno, grazie, molto probabilmente, all’approvazione dell’American Recovery and Reinvestment Act che prevedeva un investimento di 11 miliardi di dollari per sviluppare una smart grid negli USA.

Si è da più parti e più volte proclamato che l’attuale crisi rappresenta un’opportunità per un cambiamento verso una crescita basata sulla “conoscenza”. Di questa crescita l’ICT mantiene un ruolo fondamentale nel passaggio ad un’economia a basse emissioni e nell’attuazione di un decisivo mutamento socio-economico.

 

Ma c’è una nuova motivazione per spingere sulla ICT verde. La creazione di nuovi posti di lavoro. I governi hanno il compito di dare l’esempio; la pubblica amministrazione può introdurre soluzioni intelligenti negli edifici pubblici volti ad assicurare il risparmio e l’efficienza energetica. Ma non solo. La domanda pubblica può avere un’importante funzione di volano attraverso l’acquisto di beni e servizi più efficienti e a minor impatto ambientale.

Nonostante l’ottimismo, l’OCSE ricorda però che l’ICT, da solo, non salva l’ambiente e non basta alla “crescita verde” e il business as usual può condurre al disastro. O l’ha già fatto, se chiediamo ai pescatori della Louisiana.

 

 

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