La Rai costretta ai reality? Il presidente Garimberti deluso per la ‘Scarsa attenzione delle istituzioni verso l’azienda’

di Antonietta Bruno |

E intanto con ‘Il Rigoletto’ la Tv di Stato si apre all’avventura della lirica portandola fuori dai teatri inserendola nei luoghi dove è stata pensata.

Italia


Paolo Garimberti

“Fino a quando qualcuno non si deciderà tra Governo e Parlamento a fare in modo che l’evasione del canone Rai scenda sotto quel 30% ormai fisiologico, mancheranno i fondi per fare di più servizio pubblico. Fino a quando la Rai è costretta a stare sul mercato, ci sta anche coi reality. Mi spiace, ma questa è la realtà ed è inutile fare delle polemiche su questo punto”.

Ad affermarlo, durante una conferenza stampa a Milano, è il presidente della Rai Paolo Garimberti, deluso, per la mancata approvazione al Senato, di un emendamento da inserire nella manovra finanziaria, che stabiliva che il canone si sarebbe dovuto pagare con la bolletta della luce così come succede in tutti i paesi d’Europa. Inghilterra, Francia e Germania in primis, dove l’evasione c’è ma si attesta ad appena un 3-4%.

 

Così non è per l’Italia, e non lo sarà ancora dopo la bocciatura della proposta che rappresenta ora, per la televisione di Stato, l’ennesima bastonata poiché “così stando le cose, continua ad essere difficile fare grande qualità quando non ci sono fondi a sufficienza per farlo. Quando hai un canone di 109 euro e hai al tempo stesso un’evasione del 30%”

La soluzione prospettata, non è piaciuta e i reality, diventano ora una “mossa obbligata” per la Rai che punta il dito sulla “scarsa attenzione delle istituzioni dei confronti dell’azienda di Viale Mazzini”.

Spunto per la polemica è stata la presentazione dell’opera del film ‘Il Rigoletto a Mantova’ con Placido Domingo che la Rai manderà in diretta il 4 e 5 settembre. È stato infatti durante questo incontro con i giornalisti che il numero uno della Tv di Stato, soffermandosi sulla necessità dell’azienda di investire in prodotti culturali, ha manifestato tutta la sua disapprovazione.

 

“La Rai – ha detto – deve fare cultura, siamo una grande azienda culturale che però in un momento difficile è costretta a stare sul mercato anche con i reality”. E le responsabilità, secondo il presidente della Rai, sono soprattutto di natura politica.

“Nella manovra doveva passare un emendamento che introduceva il pagamento del canone insieme alla bolletta della luce, come del resto succede in tutto il mondo – ha sottolineato Garimberti – la norma, però non è passata e per l’ennesima volta la Rai è stata bastonata. Il risultato, a questo punto, non può che essere una programmazione più focalizzata sugli ascolti che sulla qualità anche se è difficile fare prodotti di qualità a queste condizioni”. “La situazione – ha tenuto a sottolineare ancora il presidente di Viale Mazzini – non cambierà fino a quando non si farà in modo di far scendere l’evasione del canone sotto il 30%. Fino ad allora la Rai resterà sul mercato anche se ciò vuol dire lavorare con i reality”.

Ritornando poi sul tema della conferenza stampa, e quindi sulla presentazione de “Il Rigoletto”, Garimberti ha aggiunto “Quando la capacità tecnica e produttiva della Rai si uniscono alla creatività, allora con tenacia si può riuscire a fare qualcosa di unico: portare la lirica fuori dai teatri e inserirla nei luoghi dove è stata pensata”.Produrre un evento come questo – ha aggiunto invece il direttore di Rai Uno Mauro Mazzaè sicuramente una follia. Questo Rigoletto è stato pensato per la tv, ha costi più alti delle canzonette e ascolti probabilmente un po’ più bassi. Ma è nostro compito fare anche queste scommesse”. La cifra caratteristica dell’evento (trasmesso in mondovisione starebbe appunto nell’essere calibrato sul mezzo. Non un’opera a teatro che subisce l’incursione delle telecamere per una messa in onda integrale e senza mediazioni, ma un lungometraggio realizzato in presa diretta e destinato al piccolo schermo”.

“Il nostro scopo – ha detto invece l’ideato e direttore del film Andrea Andermannè fare televisione e non mettere assolutamente le telecamere in un teatro poiché l’una uccide l’altro”.