Copyright. Botta e risposta Mediaset-Google su video piratati. Gina Nieri: ‘Su web nessuno risponde a regole sul pluralismo’

di Antonietta Bruno |

Italia


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Continua il botta e risposta tra Mediaset, Google e Sky. In occasione del convegno annuale su ‘La svolta digitale’ tenutosi nei saloni della sede Fnsi a Roma, Gina Nieri, consigliere di amministrazione Mediaset, non nasconde il suo ‘fastidio’ verso la linea adottata da Google. “I signori di Google si rifiutano la classificazione di editori – ha detto – ma dai contatti dei video piratati da Mediaset tirano fuori contratti con gli investitori. Cerchiamo di trovare nuove modalità di finanziamento della produzione e capire come colmare questo gap, che rischia di scassare il modello di business che oggi funziona”.

A queste parole, pronta la replica di Marco Pancini di Google che non sottostà alle accuse e insiste che fino a quando “la legge è questa le cose rimarranno così. Nel momento in cui dovesse cambiare, anche noi ci adegueremo. E comunque – ha aggiunto – è impossibile monitorare 20 ore di video ogni minuto”.

 

I dissapori tra Mediaset e i suoi ‘diretti concorrenti’ non conoscono dunque, tregua né tempi. Già in precedenza, infatti, Gina Nieri aveva sollevato obiezioni su “come mai solo la tv generalista deve rispondere al pluralismo mentre su internet nessuno lo deve fare”. E ancora: “come tv generalista dobbiamo rispondere a una serie di regole di sistema che legano un po’ le braccia. C’è una responsabilità editoriale di chi fornisce i contenuti e non possiamo essere gli unici che comunque sono con un braccio dietro la schiena rispetto alla tv satellitare. Tutta la tv generalista che è un bene di tutti che va conservato – ha continuato la Nieri – è oggetto di gravi asimmetrie”.

 

Non solo, fu di 5 milioni di euro la cifra che, nel giugno del 2008, Mediaset chiese a Google e YouTube attraverso un atto depositato presso il tribunale Civile di Roma, per “illecita diffusione e sfruttamento commerciale di file audio-video di proprietà delle società del gruppo”, e ai quali bisognava aggiungere le “perdite subite per la mancata vendita di spazi pubblicitari sui programmi illecitamente diffusi in rete”. Dalla rilevazione a campione effettuata dalla società del Biscione, infatti, all’epoca risultò che sul sito YouTube almeno 4.643 filmati Mediaset, pari a oltre 325 ore di materiale erano stati diffusi arbitrariamente. Ragion per cui, il risarcimento richiesto da Mediaset fu di almeno 500 milioni di euro per il solo danno emergente.

 

E sempre il tribunale di Roma, si occupò, l’anno successivo, della causa intentata sempre da Mediaset contro YouTube, stavolta per la violazione del copyright su alcune clip del noto reality ‘Grande Fratello’.  

Riguardo invece la decisione dell’antitrust Ue sulla possibilità che Sky possa sbarcare anche sul digitale terrestre, il consigliere del Cda Mediaset ha aggiunto “C’è bisogno di regalare a Murdoch un multiplex che per essere acquistato non passi neanche al vaglio dell’Antitrust”.