Forum PA con futuro@lfemminile e INAIL presentano Studio su pari opportunità: in due anni diminuisce presenza donne ai vertici delle PA

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Roberta Cocco (Microsoft Italia): 'Siamo convinti che la sinergia tra enti pubblici e aziende private sia d’importanza strategica per contribuire a ridurre il divario tra uomini e donne nel nostro Paese'.

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Pari Opportuinità

Nel 2010, la componente femminile ai vertici politici e amministrativi dei Comuni capoluogo rappresenta in media il 18,75%, a fronte del 19,68% rilevato nel 2008; speculare è la situazione all’interno di Consigli, Giunte e Apparati Dirigenziali delle Regioni, dove oggi la percentuale media di donne è pari al 29,07% contro il 29,12% registrato due anni fa.

Rispetto al 2008, in sostanza, il numero di donne che ricoprono posizioni apicali nella Pubblica Amministrazione italiana è mediamente inferiore (di circa 1 punto percentuale). In generale, se si considera la distribuzione geografica, il Sud Italia rimane fanalino di coda nel perseguimento delle pari opportunità ai vertici delle amministrazioni pubbliche, mentre in testa alle classifiche ci sono Comuni, Province e Regioni del Nord. Stravolgono la tendenza nazionale alcune importanti eccezioni, come – ad esempio – Palermo e Treviso, rispettivamente al 19° e 103° posto nella graduatoria dei Comuni Capoluogo.

 

Questa, a grandi linee, la situazione che emerge dall’indagine presentata durante il convegno “Le azioni per le pari opportunità nelle pubbliche amministrazioni“, promosso da futuro@lfemminile – il progetto per le pari opportunità di Microsoft Italia realizzato in collaborazione con Acer – insieme a FORUM PA e INAIL in occasione della XII edizione della più importante manifestazione italiana per il settore pubblico.

 

L’indagine è un aggiornamento della ricerca realizzata nel 2008 sulla presenza femminile ai vertici politici e amministrativi della Pubblica Amministrazione italiana e rientra nelle linee di azione per il 2010 dell’Osservatorio Donne nella PA, l’iniziativa promossa da futuro@lfemminile, Forum PA e INAIL allo scopo di valorizzare il ruolo professionale delle donne all’interno delle istituzioni e degli enti pubblici del nostro Paese.

 

Nata come strumento di monitoraggio costante della rappresentanza femminile nella PA, la ricerca ha l’obiettivo di verificare la situazione a distanza di due anni e – oltre a fornire una visione di insieme – punta a rilevare aree di miglioramento, nonché casi particolarmente deficitari dal punto di vista della promozione delle pari opportunità, per indagarne le ragioni e stimolare le amministrazioni meno virtuose a fare meglio.

L’indagine, condotta da FORUM PA, ha comportato un’analisi puntuale e sistematica dei vertici politici e amministrativi di Regioni, Comuni capoluogo e Province allo scopo di individuare, per ciascun ambito e complessivamente, la percentuale di presenza femminile ai livelli decisionali. Universi di indagine sono stati i seguenti: assessori, consiglieri e dirigenti di 1a e 2a fascia. Duplice la procedura seguita: da una parte, un’analisi attenta dei dati riportati dai siti internet ufficiali degli enti indagati; dall’altra, un riscontro puntuale con ciascuna delle amministrazioni. Rispetto al 2008, l’analisi si estende a 9 nuovi capoluoghi di Provincia e su tutte le Province che nel 2008 non erano state rilevate. I dati sono pressoché completi. Piccole eccezioni sono rappresentate da Campania e Umbria – che, dopo la tornata elettorale del marzo scorso, a oggi non hanno ancora completato la costituzione dei propri organi politici – e da Comuni e Province che sono commissariati (primo fra tutti il comune di Bologna).

 

Partendo dalle Regioni, per il 2010 si conferma sostanzialmente invariata la classifica stilata due anni fa che vede il Lazio al 1° posto – forte anche della recente elezione di un Governatore donna – con una percentuale media della componente femminile all’interno di Consigli, Giunte e Apparati dirigenziali pari al 33,73%.  Poco distante la Liguria (33,58%) a cui seguono nella “top 5” Piemonte, Emilia Romagna e Valle D’Aosta. A Molise e Basilicata toccano gli ultimi due posti.

Per le Province – che nel 2008 non erano state oggetto di indagine – il livello medio di presenza di donne in posizioni apicali si attesta al 18,31%. Sono 18 le Province con Presidenti di Giunta o di Consiglio donne. Di questi, ben 13 sono al di sopra della media: ben 5 province con Presidente della Giunta donna sono tra le prime 7 posizioni. Sul podio le Province di Trieste, Pistoia e Reggio Emilia; in coda alla classifica quelle di Salerno, Agrigento e Avellino.

Tra i Comuni capoluogo, negli ultimi due anni sono diminuiti quelli con Sindaco donna, scendendo da 8 a 6 nel 2010. Tra questi, tutti sono al di sopra del livello medio di rappresentanza femminile (18,75%) e uno – Genova – è posizionato tra i primi cinque. Ugualmente ben posizionati i comuni con un Presidente del Consiglio donna, quasi tutti al di sopra del valore medio. La “maglia rosa” va al comune di Forlì, con una presenza di donne ai vertici pari al 36,14%, mentre è Benevento ad aggiudicarsi la “maglia nera” (2,94%). Da segnalare l’evoluzione estremamente positiva registrata dal comune di Palermo, che dal 72° posto del 2008, risale oggi la classifica fino ad attestarsi alla 19° posizione.

Focalizzandosi sulle città metropolitane, infine, hanno decisamente migliorato la loro situazione anche Torino, Roma, Napoli e Milano, oggi al di sopra della media di rappresentanza femminile, quando nel 2008 occupavano posizioni quasi imbarazzanti. Rimangono, invece, fanalini di coda città come Catania e Messina, ma non va certo meglio per la settentrionalissima Venezia con il suo 67° posto. Si confermano i primati di città come Ferrara e Genova che non vanno mai oltre la decima posizione.

In generale, se si considerano in maniera disgiunta i dati relativi ai ruoli politici e quelli relativi ai livelli dirigenziali, si nota che ciò che incide maggiormente sul valore medio è il numero molto basso di consiglieri e assessori donne, mentre quasi sempre è alto il numero dei dirigenti donne. Torino, per esempio – la più alta in classifica delle città metropolitane – ha complessivamente un 18% di presenza femminile ai vertici politici, contro il 26% di dirigenti apicali e ben il 42% di dirigenti di 2a fascia donne.

 

Carlo Mochi Sismondi, Presidente FORUM PA, ha sottolineato: “FORUM PA da sempre sostiene l’importanza delle risorse umane all’interno delle Pubbliche Amministrazioni, le quali però continuano a non utilizzare abbastanza né la risorsa data dai giovani – ne coinvolgono pochi a fronte di un loro progressivo invecchiamento – né la risorsa rappresentata dalle donne. Le donne sono la maggioranza nella Pubblica Amministrazione, ma ancora oggi la larga minoranza nei vertici apicali. Il convegno di oggi – organizzato in collaborazione con futuro@lfemminile e INAIL – ha cercato di capire se questo status sta cambiando, come può cambiare, come è entrato il “fattore PO” nella Riforma della PA, come la capacità di valorizzare la componente femminile sarà parte della valutazione dei dirigenti”.

 

Per Antonella Ninci, Presidente Comitato Pari Opportunità INAIL, “La Pubblica Amministrazione sta attraversando un momento di grande fermento e di grande slancio verso l’innovazione. Finalmente anche in Italia la PA sembra stia intraprendendo un’evoluzione senza precedenti che la porta a staccarsi da quel modello di conchiusura involuta che, fino a poco tempo fa, ne rappresentava il tratto distintivo. Per questo motivo INAIL è più che lieta di collaborare con futuro@lfemminile in un momento in cui le nostre aziende e le Istituzioni stanno avviando collaborazioni particolarmente proficue per la promozione delle pari opportunità”.

 

Roberta Cocco, responsabile di futuro@lfemminile e Direttore Marketing Centrale di Microsoft Italia, ha dichiarato che “La rinnovata collaborazione tra futuro@lfemminile, Forum PA e INAIL nell’ambito dell’Osservatorio Donne nella PA 2010 conferma l’impegno comune volto a valorizzare la presenza delle donne nella Pubblica Amministrazione italiana. Siamo convinti, infatti, che la sinergia tra enti pubblici e aziende private sia d’importanza strategica per contribuire a ridurre il divario tra uomini e donne nel nostro Paese, a partire dalle istituzioni che lo governano a livello centrale e locale. L’Osservatorio nasce proprio da questa convinzione, ponendosi un duplice obiettivo: sostenere la crescita professionale delle donne nella PA, attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici avanzati come volano per valorizzarne il talento e stimolare la riflessione collettiva sulle pari opportunità, per favorire nuove politiche pubbliche che si ispirino alla cultura di genere”.

 

Federico Carozzi, Acer Educational Business Sales Manager EMEA, ha precisato che “Acer sostiene ormai da tre anni il progetto futuro@lfemminile in collaborazione con Microsoft per organizzare attività che coinvolgano tutte le donne interessate a entrare in contatto con la tecnologia, con i nuovi dispositivi. Ma non solo, cercare una cultura sociale a favore delle donne per favorire lo sviluppo di nuovi servizi, nuove relazioni. In sintesi, nuove opportunità. E anche nella Pubblica Amministrazione, la tecnologia diventa la chiave di volta: superare i limiti, secondo Acer, significa anche rivedere quei processi che possono essere snelliti per creare più organizzazione, occupare meno spazio e reperire le informazioni in modo più agevole. Spesso il valore della tecnologia è dato per scontato: il nostro impegno è far scoprire, invece, quanto potenziale ci sia a disposizione. Per tutti. Anche per il mondo Education su cui ci sono attualmente i riflettori puntati, visti i cambiamenti in atto”.

 

Il convegno, inoltre, è stato l’occasione per lanciare la 4a edizione della raccolta di buone prassi al femminile nella PA, il censimento dei progetti dedicati alle donne promosso da futuro@lfemminile in collaborazione con Forum PA e INAIL, con l’obiettivo di premiare le amministrazioni più attente nell’utilizzare la tecnologia per promuovere iniziative di conciliazione, azioni positive di pari opportunità e programmi di studio a sostegno della partecipazione femminile alla vita pubblica.