NGN: venerdì il tavolo di confronto con gli operatori alternativi. Dopo l’Antitrust anche Agcom indaga su gare Enel e Consip

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabro

Si riunirà venerdì presso l’Agcom il tavolo tecnico per discutere del progetto ‘2010: Fibra per l’Italia’, lanciato da Fastweb, Vodafone e Wind con l’obiettivo di realizzare, nei prossimi 5 anni, un a rete in fibra ottica in 15 città italiane. Lo ha annunciato il presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Corrado Calabrò, che ha auspicato la partecipazione a questo incontro anche di Telecom Italia e ha reso noto che i tre operatori alternativi “…saranno ascoltati nel corso del prossimo consiglio dell’Autorità”, che si terrà il 26 maggio.

Il tavolo, ha affermato Calabrò, servirà ad analizzare le caratteristiche tecniche del progetto lanciato dai concorrenti di Telecom Italia“perché si realizzi, e bene, incoraggiando gli investimenti e garantendo la concorrenza” – ma anche ad avviare il confronto su “regole che valgano per tutta l’Italia, mettendo a confronto aspetti condivisi e problematiche di varia natura”, a fronte dei diversi “interessanti” progetti locali avviati dalla Regione Lombardia e dal Trentino.
Lo scopo, ha aggiunto, è quello di riuscire “…a dettare regole offrendo un quadro che non sia destinato a storpiare le iniziative prese a livello locale ma tale da garantire equilibrio e concorrenza”.

Ieri, il presidente dell’Antitrust, Antonio Catricalà, aveva suggerito di utilizzare, per la creazione della newco della rete, le regole contenute nella legge per la concorrenza consegnata dall’Antitrust al ministro per lo Sviluppo economico.

Calabrò ha risposto definendo questa proposta una “strada interessante”. Al momento, però, la priorità è innanzitutto quella di comprendere “…cosa sarà realizzato” e per questo “prima ci vuole il confronto con gli operatori”.

Operatori che, al momento “non tirano nella stessa direzione” e non aiutano, quindi, a definire un quadro chiaro dei tempi di sviluppo della NGN.

“Quando si farà – ha concluso Calabrò – sarà sempre troppo tardi, ma noi ce la metteremo tutta”.

 

Al momento non si sa ancora se l’operatore storico particeperà al tavolo convocato per venerdì: la certezza c’è tuttavia sul fatto che anche l’Agcom ha puntato il suo faro sulle gare dei servizi TLC Consip ed Enel, dopo che l’Antitrust ha aperto un’istruttoria formale contro Telecom Italia su denuncia di Fastweb.

 

“Anche noi abbiamo un’istruttoria all’esame degli uffici tecnici – ha detto Calabrò – per una denuncia di Fastweb su alcuni profili che sarebbero a cavallo tra alcune regole dettate da noi ed altre dell’Antitrust e valuteremo se ci sono riscontri”.

 

Secondo Fastweb, Telecom Italia avrebbe abusato della propria posizione dominante, rifiutando di fornire informazioni essenziali per la realizzazione delle offerte per le gare relative ai servizi di telefonia di Consip e Enel con l’obiettivo di escludere i concorrenti dalla corsa.

Le gare Consip ed Enel, con base d’asta, rispettivamente di 1,3 miliardi e 240 milioni di euro, oltre che per il consistente valore economico, hanno un importante significato strategico.

 

“L’aggiudicazione di forniture così consistenti e di lunga durata – ha spiegato l’Agcm in una nota – consente, infatti, ad un operatore alternativo di utilizzare gli investimenti infrastrutturali effettuati per la fornitura ai grandi clienti per espandere geograficamente la propria capacità concorrenziale, nonché per raggiungere in tempi accelerati una soglia di clienti sufficiente a generare economie di scala necessarie per poter competere efficacemente con Telecom”.

 

L’Antitrust dovrà quindi appurare la veridicità dell’accusa mossa nei confronti di Telecom Italia, in particolare riguardo l’ipotesi che la società non abbia fornito “informazioni e servizi all’ingrosso necessari ai competitor per potere predisporre offerte economiche e tecniche competitive alla clientela non residenziale”. Informazioni che Telecom avrebbe invece reso disponibili alle proprie divisioni commerciali.

Un’ipotesi prontamente smentita dalla società di Franco Bernabè, che l’ha definita “del tutto infondata”.