NGN. Catricalà, ‘Sì a newco per la fibra, ma con regole chiare per evitare cartelli’. A Milano l’edizione 2011 della FTTH Conference

di Alessandra Talarico |

Il presidente Agcm giudica positivamente l’idea di una società 'che faccia rete', ma ha ribadito che la conduzione dovrebbe essere affidata a Telecom Italia, 'con garanzia di parità d'accesso per gli altri operatori'. 

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Antonio Catricalà

Si terrà a Milano l’edizione 2011 della FTTH Conference: il più importante evento mondiale del settore “Fiber to the Home” avrà luogo presso il Centro Congressi della Fiera di Milano il 9 e 10 febbraio 2011.

La scelta non è casuale: nel nostro Paese è in corso un acceso dibattito sulla necessità di accelerare il passaggio dal rame alla fibra, ma non si è ancora stabilito uno schema certo circa le modalità, le regole e il finanziamento della nuova rete in fibra ottica.

 

Telecom Italia e i suoi competitor sembrano voler proseguire su due strade parallele: il primo ha annunciato nel suo piano industriale triennale investimenti per 7 miliardi di euro in infrastrutture fisse e mobili, di cui 2,4 miliardi sulla rete di accesso fissa, mentre Fastweb, Vodafone e Wind hanno annunciato un piano quinquennale di investimenti per 2,5 miliardi di euro per dotare 15 città di una rete FTTH che potrebbe essere estesa al 50% della popolazione con investimenti per 8,5 miliardi. La realizzazione di questa rete dovrebbe essere affidata a una newco aperta a tutti i soggetti interessati.

 

Nulla di definitivo è ancora stato stabilito e tutti gli operatori sono stati invitati a un tavolo dal viceministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani, che ha subito palesato la volontà del governo di coordinare il confronto tra le parti per accelerare l’infrastrutturazione del paese.

L’Antitrust, intanto, si è inserita in questo dibattito sottolineando la necessità di stabilire regole che evitino la formazione di un ‘cartello’ tra gli operatori. Bisogna assicurare – ha detto Antonio Catricalà “…regole di governance che assicurino una muraglia cinese tra di loro, in modo che possano parlarsi solo delle questioni meramente tecniche”.

Catricalà giudica positivamente l’idea di una società “che faccia rete”, ma ha ribadito che la conduzione dovrebbe essere affidata a Telecom Italia, “con garanzia di parità d’accesso per gli altri operatori”.

L’architettura della nuova società, ha aggiunto, potrebbe essere costituita da “un terzo di capitale pubblico, un terzo di Telecom e un terzo degli altri soggetti, non solo operatori telefonici”, mentre all’Agcom spetterebbe il compito di dettare le regole, sulla base, ha suggerito Catricalà, della legge sulla concorrenza che l’Agcm ha consegnato al ministero dello Sviluppo economico.

 

FTTH Council definisce la tecnologia Fiber To The Home come “l’unica infrastruttura tlc a prova di futuro e in grado di soddisfare le esigenze di connettività dell’economia e della società”.

Secondo l’ultimo rapporto del Consiglio, solo nella seconda metà del 2009 sono state oltre 6 milioni le nuove linee attivate e la Corea è stato il primo paese a superare la soglia del 50% di famiglie collegate alla banda larga tramite FTTH (cioè dispongono di un collegamento in fibra ottica per la connessione dell’ultimo miglio).

 

Romani ha rifiutato l’assunto che l’Italia sia la Cenerentola d’Europa in termini di penetrazione della fibra ottica: come confermano i dati dell’FTTH Council, in effetti, il nostro paese non è in una posizione tanto peggiore di molti altri Stati europei.

In Europa, Russia esclusa, il 77% degli abbonati si concentra in sette Paesi: Svezia, Italia, Francia, Lituania, Norvegia, Olanda e Danimarca. Nessun paese europeo, però, oltre a Francia e Italia, che hanno raggiunto una soglia di penetrazione dell’1%, risulta nel Ranking relativo al G-20.

 

È da dire, tuttavia, che questa soglia di penetrazione è ferma ai livelli del 2000, quando il nostro Paese poteva definirsi addirittura all’avanguardia nell’implementazione della fibra ottica, grazie a Fastweb, che iniziò a installare quell’anno una rete metropolitana in fibra nella città di Milano, una delle prime in assoluto in cui la FTTH è stata implementata, anche se in un momento in cui le connessioni in rame offrivano velocità inferiori a 1 Mbps e non potevano supportare i servizi TV. La rete Fastweb oggi tocca quasi due milioni di abitazioni e conta circa 300.000 abbonati.

“Grazie alla fibra, i milanesi hanno avuto modo di accedere a servizi avanzati, come ad esempio la videocomunicazione, già nei primi anni 2000, ma da allora non sono stati fatti molti progressi”, ha spiegato Chris Holden, presidente di FTTH Council Europe.

 

Nonostante questo primato, l’Italia continua, infatti, a perdere posizioni nei ranking mondiali: basti pensare che dall’ottavo posto in Europa registrato nel 2008 in termini di adozione dell’FTTH, siamo slittati in decima posizione l’anno successivo, con una penetrazione invariata dell’1,3%.

 

Per questo, ha aggiunto Holden, “…contiamo molto sui progetti recentemente annunciati per lo sviluppo della fibra nel Paese. La domanda di nuove applicazioni e servizi da parte dei consumatori continua a crescere e la FTTH è l’unica soluzione capace di rispondere alla richiesta di banda sia sul breve sia sul lungo periodo”.