Apple Vs Flash: controffensiva dei fondatori Adobe. ‘Nessuno può dettare le regole, soprattutto una sola compagnia’

di Alessandra Talarico |

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Apple Vs Adobe

“Alla Adobe, crediamo che il libero flusso della creatività, delle idee e delle informazioni debba essere limitato solo dall’immaginazione”. Inizia così la lettera aperta che i due fondatori di Adobe Chuck Geschke e John Warnock hanno postato sul sito della società nell’ambito del botta e risposta con Apple, che nelle scorse settimane ha voluto ribadire il suo rifiuto di inserire la tecnologia Flash negli iPhone e in tutti i suoi dispositivi.

 

Steve Jobs in persona aveva spiegato che Flash è troppo lento, inadatto alla navigazione internet dagli smartphone e ‘chiuso’, impossibile, cioè, da modificare se non dai suoi autori. Dopo la presa di posizione di Jobs, molti siti internet – tra cui Facebook – hanno infatti deciso di abbandonare Flash per far si che i loro contenuti fossero visibili sui gettonatissimi dispositivi Apple. Anche Microsoft ha in un certo senso abbracciato la posizione di Apple, pur dicendosi aperto a collaborare con Adobe per ‘aggiustare’ i difetti di Flash.

 

Molto estesa la risposta di Adobe, che ha rimarcato come la “libertà di scelta sul web ha scatenato l’esplosione dei contenuti e trasformato il modo in cui lavoriamo, impariamo, comunichiamo e, in ultima analisi, ci esprimiamo”.

I fondatori di Adobe sostengono quindi che l’apertura dei mercati sia un modello da portare avanti e difendere nell’interesse degli sviluppatori, dei proprietari di contenuti e dei consumatori.

Se internet, aggiungono, non fosse stato aperto all’innovazione, non ci sarebbero stati nuovi dispositivi, nuovi programmi, nuove applicazioni, nuove idee. Nessuno, insomma, avrebbe avuto una chance e internet non sarebbe diventato quella potente forza di cambiamento come noi lo conosciamo.

Ecco perché – e qui è evidente la frecciata a Apple, che ha sempre puntato su sistemi proprietari per i suoi dispositivi – “se il web si frammentasse in tanti sistemi chiusi e le società chiudessero contenuti e applicazioni dietro un muro, certo qualcuno si arricchirebbe, ma a discapito della creatività e dell’innovazione”.

 

“Crediamo – aggiungono Geschke e Warnock – che i consumatori dovrebbero essere in grado di accedere liberamente ai contenuti e alle applicazioni che preferiscono, a prescindere da quale computer abbiano o da quale browser preferiscano”.

La filosofia di Adobe, spiegano ancora, “si basa sulla premessa che in un mercato aperto, alla fine vinceranno i prodotti migliori, e che il modo migliore per competere sia di creare le migliori tecnologie e di innovare più rapidamente dei concorrenti”.

 

“Crediamo quindi che Apple – andando nella direzione opposta – ha fatto un passo che potrebbe compromettere il prossimo capitolo del web, quello in cui i dispositivi mobili supereranno i computer, chiunque potrà diventare editore e i contenuti saranno accessibili dovunque in ogni momento”, concludono, sottolineando che “…nessuna compagnia, non importa quanto grande o creativa – dovrebbe dettare quello che si può creare o come si può creare, perché, alla fine, crediamo che la vera domanda sia: chi controlla il web? E la risposta è: tutti e nessuno, ma sicuramente non una sola compagnia”.

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