Green ICT: l’Ocse stila decalogo per i governi. ‘Guidare l’innovazione e la ricerca in un settore chiave per la ripresa economica’

di Alessandra Talarico |

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Il supporto a una crescita economica sostenibile è in cima alle priorità dei governi, che spesso indicano nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione una delle soluzioni più importanti per perseguire questo obiettivo. Ma come fare per aiutare i decisori politici ad aumentare i benefici delle applicazioni ICT e migliorare l’impatto ambientale di queste tecnologie?

 

Ci ha pensato l’Ocse che, in vista del Forum Ocse e della Riunione interministeriale 2010, che si terrà dal 26 al 28 maggio sotto la presidenza di turno italiana, ha stilato un decalogo per affrontare le aree in cui un intervento pubblico potrebbe contribuire a superare le carenze individuate nel rapporto Ocse su ICT e ambiente. Tema dell’incontro, ‘La via verso la ripresa: innovazione, lavoro, crescita pulita’.

 

L’analisi dell’Ocse dimostra che la maggior parte delle iniziative ‘Green ICT‘ si è concentrata finora sugli effetti diretti dell’ICT stesso, invece di affrontare i cambiamenti climatici e il degrado ambientale attraverso l’uso dell’ICT quale abilitatore di efficienza.

 

La lista di raccomandazioni sottolinea, quindi, in che modo i governi possono impiegare l’ICT per migliorare le performance ambientali nazionali. L’Ocse incoraggia, ad esempio, la cooperazione cross-settoriale e lo scambio di conoscenze sulle applicazioni intelligenti e sottolinea l’importanza del supporto pubblico alla ricerca e sviluppo e all’innovazione. Così facendo i governi non fanno altro che dare l’esempio al settore privato.

 

L’Ocse, in sostanza, consiglia di: coordinare le politiche ICT, energetiche e ambientali per migliorare le performance ambientali, affrontare i cambiamenti climatici, migliorare l’efficienza energetica e la gestione sostenibile delle risorse; sostenere la ricerca di base a lungo termine e, dove possibile, stimolare la ricerca e lo sviluppo di applicazioni ICT efficaci e ‘smart’; promuovere l’istruzione, la formazione e lo sviluppo di competenze nell’ambito delle tecnologie green; sensibilizzare i consumatori sulle implicazioni ambientali dell’utilizzo dei sistemi ICT e sul loro potenziale per migliorare le prestazioni ambientali; incoraggiare lo sviluppo di metodologie e indicatori per misurare e monitorare l’impatto dei beni e dei servizi ICT e delle “applicazioni intelligenti” in edifici, trasporti e sistemi energetici e lo scambio di best practice; minimizzare l’impatto ambientale dell’ICT nell’amministrazione pubblica attraverso l’utilizzo di servizi e applicazioni green; tenere in maggior conto i criteri ambientali negli appalti pubblici di beni e servizi ICT e aumentare l’innovazione ambientale tra i fornitori; fissare obiettivi di trasparenza e target per misurare e migliorare le strategie verdi dei governi.

 

Le raccomandazioni sono indirizzate sia ai paesi Ocse che a quelli che non rientrano nell’organizzazione.

“L’innovazione in ambito ICT è un elemento chiave per stimolare la crescita verde in questa fase di ripresa dopo la crisi economica. Tuttavia, il lavoro dell’OCSE indica che la maggior parte dei governi e delle imprese continuano a seguire i vecchi percorsi di business senza sfruttare adeguatamente il potenziale di innovazione del settore”, che potrebbe contribuire a limitare l’impatto ambientale di diversi settori industriali, dai trasporti alla distribuzione dell’energia elettrica e alla gestione dei rifiuti.

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