Apple Vs Adobe: Steve Jobs spiega in una lettera aperta il suo No al software Flash

di Alessandra Talarico |

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Steve Jobs

Perché Apple continua a boicottare Flash? Il software di Adobe è quello più utilizzato per creare animazioni multimediali per il web, ma Apple continua a preferire altri formati.

La motivazione di questo ostinato rifiuto è stata spiegata in una lettera aperta postata sul sito web della società da Steve Jobs, che già a marzo dello scorso anno spiegava che “Flash è troppo lento per l’iPhone”, mentre le prestazioni della versione Lite “non sono sufficienti per navigare il web dal telefonino”.

 

Queste affermazioni sono ora state approfondite da Jobs: i video in formato Flash, ha scritto, consumano la batteria due volte più velocemente di quelli codificati in altri formati e Flash – ha aggiunto – è stata la causa principale dei frequenti crash del sistema sui Mac.

I programmi Flash, ha sottolineato ancora Jobs, sono stati concepiti per l’era del ‘Pc con mouse’, ma non funzionano bene sui dispositivi mobili, soprattutto sugli smartphone touch come iPhone, iPod e iPad. Altra ragione per il No definitivo: Flash sarebbe una piattaforma troppo ‘chiusa’ per i gusti di Apple.

 

“La nostra motivazione è semplice: vogliamo fornire ai nostri sviluppatori la piattaforma più avanzata e innovativa – continua la lettera – e vogliamo che su questa piattaforma vengano realizzate le migliori applicazioni che il mondo abbia mai visto”.

 

I programmatori che scrivono applicazioni basate su Flash sono stati fin qui nelle condizioni di convertirle in formati compatibili coi dispositivi Apple, ma la società ha recentemente apportato dei cambiamenti ai termini e le condizioni della licenza che i programmatori devono firmare quando scrivono un software destinato ai suoi dispositivi: siglando i nuovi obblighi, i programmatori si impegnano a non utilizzare strumenti di conversione automatica e sono dunque costretti a sviluppare due applicazioni, una per i dispositivi Apple, una per tutti gli altri.

Le App scritte in formato Flash e poi convertite, dunque, non saranno più ospitate sull’App Store, a causa delle performance deludenti.

 

Poco prima della pubblicazione della lettera di Jobs, anche Adobe aveva annunciato di voler bloccare i tool che permettono agli sviluppatori di convertire i video in Flash in formati compatibili coi dispositivi Apple.

 

Un vero muro contro muro, insomma, anche se lo scorso anno, in realtà, sembrava essersi aperto uno spiraglio e alcune fonti parlavano di un imminente dietrofront di Apple in favore di Flash: in un’intervista a Bloomberg, il CEO di Adobe, Shantanu Narayen, lasciava intendere che il patron di Apple aveva chiesto ad Adobe di lavorare a una nuova versione di Flash in grado di consumare meno e di garantire prestazioni di velocità atte soddisfare le esigenze dell’iPhone. Raggiunto dal Wall Street Journal, il numero uno della Adobe ha commentato la lettera aperta di Jobs definendo ‘divertente’ il fatto che proprio Apple parli di Flash come di un sistema ‘chiuso’.

“Abbiamo, evidentemente, una diversa concezione del mondo – ha affermato Narayen – e la nostra è una visione multi-piattaforma”.

 

Il software Flash è diffuso nella stragrande maggioranza (98%) dei computer a livello globale e in oltre 800 milioni di cellulari, ma – a quanto pare – non sbarcherà mai sull’iPhone.

 

Era, tra l’altro, dal 2007 che Jobs non pubblicava una lettera aperta: allora le sue dissertazioni erano state riservate all’ambiente a alla gestione dei diritti digitali.

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