Mandato d’arresto per il ‘tech guru’ Silvio Scaglia per frode da 400 mln di euro. Fastweb si ritiene parte lesa

di Raffaella Natale |

Italia


Silvio Scaglia

Silvio Scaglia si trova al momento all’estero per lavoro e ha dato mandato ai suoi difensori di concordare il suo interrogatorio nei tempi più brevi e chiarire tutti i profili della vicenda. Riafferma comunque la sua estraneità a qualunque reato”.

E’ quanto si legge in una nota diffusa dal portavoce del manager, ex amministratore delegato di Fastweb, sul quale pende un mandato di arresto emesso dalla Procura di Roma per una frode Iva da 400 milioni di euro.

Il provvedimento del Gip Aldo Morgigni riguarda anche ex dirigenti della società telefonica in carica tra il 2003 e il 2006.

Risulta invece solamente indagato l’attuale amministratore delegato di Fastweb Stefano Parisi.

Fastweb ha prontamente fatto sapere che “i fatti contestati riguardano una presunta evasione derivante da attività truffaldine di terzi che si sono avvalsi della rete di Fastweb e di altri operatori tlc italiani”.

“La vicenda giudiziaria – prosegue la nota – riguarda fatti accaduti anni fa (relativi ai periodi d’esercizio 2005-2006), già oggetto di contestazione agli allora indagati, e rispetto ai quali la società si ritiene estranea e parte lesa”.

  

In tutto le misure di custodia cautelare sono 56, per i reati di associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio. Tra i raggiunti dalle misure cautelari risultano anche il presidente, l’amministratore delegato e alti funzionari di Telecom Italia Sparkle (società controllata al 100% da Telecom Italia) in carica dal 2003 al 2006.

Ma risultano indagati anche Riccardo Ruggiero, all’epoca dei fatti, presidente di Telecom Italia Sparkle, e Stefano Mazzitelli, ex amministratore delegato della stessa società per dichiarazione infedele mediante l’uso di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti. Nei confronti di Mazzitelli e Massimo Comito, all’epoca dei fatti dirigente responsabile dell’area ‘Regioni europee’ di TI Sparkle, in particolare, è stata emessa l’ordinanza.

Nell’ambito dell’indagine è coinvolto anche il senatore Nicola Paolo Di Girolamo.

  

Secondo quanto si è appreso la Procura di Roma ha fatto richiesta di commissariamento per “mancata vigilanza” sulla base della legge 231 del 2001 che prevede sanzioni per quelle società che non predispongono misure idonee ad evitare danni all’intero assetto societario.

  

Il riciclaggio veniva realizzato attraverso la falsa fatturazione di servizi telefonici e telematici inesistenti, venduti nell’ambito di due successive operazioni commerciali a Fastweb e a Telecom Italia Sparkle rispettivamente dalle compagini italiane Cmc e Web Wizzard nonché da I-Globe e Planetarium che evadevano il pagamento dell’Iva per un ammontare complessivo di circa 400 milioni di euro, trasferendoli poi fraudolentemente all’estero.

  

Oggetto di sequestro sono stati 247 immobili per un valore dichiarato di 48 milioni di euro, 133 auto e 5 imbarcazioni per un valore di 3milioni e 700mila euro, 743 rapporti finanziari, 58 quote societarie per un valore di quasi 2 milioni di euro, crediti nei confronti di Fastweb e Telekom Italia Sparkle per 340 milioni di euro, 2 gioiellerie. Il valore dei beni localizzati all’estero e colpiti dallo stesso provvedimento ammonta a circa 15 milioni. In conferenza stampa, il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e il capo della direzione distrettuale antimafia Piero Grasso hanno sottolineato la preziosa collaborazione instaurata con Unità di Informazione Finanziaria presso la Banca d’Italia, attraverso cui è stato possibile attivare gli omologhi organismi di Hong Kong, Seychelles, Singapore, Cipro, Panama, emirati Arabi Uniti e San Marino che hanno sviluppato ulteriori approfondimenti prima delle successiva attività di rogatoria.

  

Secondo gli inquirenti, una lussuosa villa ad Antibes, in Francia, dove era di casa Gennaro Mokbel, era una delle basi operative dalla “struttura transnazionale” dedita al riciclaggio.

Mokbel è l’imprenditore da cui sono partite le indagini, l’anello di collegamento tra le società tlc, che fatturavano in modo falso, e gli interessi di esponenti della ‘Ndrangheta.

Mokbel, dopo essere stato segretario regionale del Movimento Federalista, ha dato vita a una nuova piattaforma politica denominata Partito Federalista che ha sostenuto la candidatura di Nicola Paolo Di Girolamo, suo stretto collaboratore, “già utilizzato per la costituzione delle società internazionali di comodo funzionali al riciclaggio”.

Nel corso dell’ultima campagna elettorale, nelle indagini sono stati documentati incontri, riunioni, ad Isola Capo Rizzuto, oltre a Di Girolamo e Mokbel, hanno partecipato Fabrizio Arena, della omonima cosca e Franco Pugliese, già sottoposto alla sorveglianza speciale di polizia.

  

Silvio Scaglia, nato nel 1958, è stato fino al 2007 il principale azionista di Fastweb. Poi, ha ceduto la sua quota pari al 18,75% alla svizzera Swisscom che poco prima aveva lanciato un’Opa sulla società al prezzo di 47 euro per azione. Secondo Forbes, il suo patrimonio ammonta a 1,2 miliardi di dollari guadagnandosi così la posizione di 13° uomo più ricco d’Italia e 962° al mondo. Il Time, nel 2003, lo ha definito in un articolo “Global tech guru”.

  

Ricostruzioni di stampa stimano che Scaglia sia uscito dall’avventura nella telefonia con una plusvalenza di oltre 900 milioni di euro (di cui 695 derivanti proprio dall’Opa di Swisscom).

  

Scaglia, laureato in Ingegneria elettronica presso il Politecnico di Torino, ha iniziato la sua carriera professionale alla McKinsey e Bain&Co. come consulente. Ha fatto esperienza all’estero anche presso la Piaggio. E’ stato amministratore delegato di Omnitel, ora Vodafone Italia, operazione che lo convinse a fondare nel 1999 e.Biscom insieme al finanziere Francesco Micheli.

eBiscom è la capogruppo cui fanno riferimento altre società tra cui Fastweb, partecipata allora anche dalla municipalizzata Aem, che eroga i servizi tlc. Dal 1999 ad aprile 2003 è stato amministratore delegato di Fastweb, dal 2003 al 2007 ne è stato il presidente. Oggi siede ancora nel consiglio di amministrazione della società milanese ma la carica di presidente è detenuta da Carsten Schloter, amministratore delegato di Swisscom.

  

Al suo nome è legata anche Babelgum, una Web TV completamente gratuita per gli utenti del servizio che propone, gratuitamente, contenuti video on demand e ad alta definizione.

“Una sorta di alternativa professionale a YouTube“, a detta del suo stesso fondatore.

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