Rete. Per Agcom ‘rame insufficiente a soddisfare future esigenze di traffico’ mentre Vodafone ribadisce ‘più apertura ed efficienza’

di Alessandra Talarico |

Italia


Corrado Calabrò

Che la rete in rame di Telecom Italia non sia seconda a nessuno lo ha ripetuto molte volte l’Ad Franco Bernabè e lo ha ribadito anche stamani nell’ambito del convegno “Gli impegni di Telecom Italia e il ruolo dell’Organo di Vigilanza”, sottolineando come l’infrastruttura italiana sia “…una delle migliori in Europa”.

Rispedisce al mittente, Bernabè, le critiche sulla qualità della rete di accesso, definendole “offensive e del tutto inappropriate”, e sottolinea che in tutti questi anni la regolamentazione, attraverso l’uso di misure asimmetriche, ha sostenuto gli operatori alternativi, “mettendoli nelle condizioni di investire e di risalire la scala degli investimenti”.

 

Di reti alternative, però, se ne sono viste poche e chi accusa Telecom Italia di aver abbandonato gli investimenti sulla rete – aggiunge Bernabè – “…sono quegli stessi operatori che per anni hanno beneficiato delle vantaggiose tariffe di accesso disaggregato, della buona qualità delle rete di accesso e delle sue eccellenti caratteristiche tecniche”.

 

Telecom, ha detto ancora Bernabè, non accetta lezioni e non soffre di alcun complesso di inferiorità rispetto ai competitor europei sul piano degli investimenti, anzi, considerando il che il rapporto investimenti-ricavi domestici è del 15%, la società italiana investe molto di più di operatori come Telefonica e France Telecom (circa 8%), e Deutsche Telekom (circa il 12%).

“Abbiamo sempre investito e intendiamo continuare a farlo”, ha aggiunto, auspicando per il futuro “…un contesto regolatorio stabile e prevedibile”, poiché, “per poter prosperare mercato tlc ha bisogno di chiarezza e trasparenza”.

Il mercato italiano, secondo Bernabè, possiede infatti, “…tutte le carte in regola per prosperare e trasformarsi in un mercato delle NGN competitivo e fiorente”.

 

Sulla necessità di accelerare il passaggio alla fibra ottica è intervenuto anche il presidente Agcom Corrado Calabrò, sottolineando che, anche se la rete di Telecom Italia “è buona”, essa è già insufficiente in molte aree ad alta intensità di traffico e sarà sempre meno in grado di soddisfare le future esigenze, quando molti più utenti richiederanno dati o scaricheranno contenuti nelle ore di maggior densità: “…anche le piccole e medie imprese potranno riprendersi solo se avranno l’accesso ad internet ad alta velocità”.

 

I problemi dell’attuale infrastruttura, ha precisato il presidente Agcom, non dipendono da Telecom ma dai limiti del rame, ma è quanto mai urgente passare alla fibra ottica almeno nelle aree a maggiore densità di traffico.

 

Il convegno di questa mattina è stata occasione per presentare il primo rapporto annuale dell’Organo di Vigilanza presieduto da Giulio Napolitano ed entrato in funzione nell’aprile del 2009 per garantire l’effettivo rispetto e l’attuazione degli impegni per Open Access da parte di Telecom Italia.

L’esito del rapporto è positivo: non si sono registrate violazioni formali degli impegni e Telecom Italia “…ha sempre mostrato attenzione alle indicazioni formulate dall’organo di Vigilanza”.

La società, ha spiegato Napolitano, “…ha attivato nuovi processi organizzativi, gestionali e operativi, alcuni dei quali segnano una radicale discontinuità rispetto al passato e, se correttamente attivati, appaiono oggi idonei a garantire a regime un’effettiva parità di accesso”.

Giorgio Napolitano ha tuttavia sottolineato che “…per consentire il miglior raggiungimento delle finalità sottese agli impegni, ha ritenuto opportuno suggerire all’azienda l’introduzione di miglioramenti alle procedure in atto a beneficio del mercato e in ultima analisi dei consumatori”.

I risultati del cammino avviato con questi impegni per la parità di accesso, ha sottolineato ancora il presidente dell’organo di vigilanza, “…potranno essere apprezzati solo nel tempo mantenendo un quadro normativo e regolatorio stabile”, ma il 2010 costituirà, comunque, “…un importante banco di prova dell’efficacia degli impegni e delle loro effettive ricadute sul sistema italiano delle comunicazioni elettroniche anche in relazione allo sviluppo delle reti di nuova generazione”.

 

La necessità di continuare a lavorare con Agcom per il raggiungimento di una rete aperta ed efficiente, in grado “…di garantire la soddisfazione degli operatori e dei clienti finali”, è stata ribadita quindi da Bianca Maria Martinelli, direttore Affari Pubblici e legali e consigliere di amministrazione di Vodafone Italia, che ha invitato il settore e il regolatore a cominciare a considerare un modello che vada oltre Open Access, “…per realizzare finalmente una nuova rete in fibra attraverso una società Nga in grado di coniugare qualità, apertura e parità di condizioni”.

“Come cliente della rete di Telecom Italia – ha spiegato – abbiamo bisogno di una buona rete, affidabile e sicura che ci permetta di servire bene i nostri clienti. Su questo punto restano ancora ampi margini di miglioramento e gli effetti degli impegni devono ancora verificarsi. Come concorrenti – ha concluso – abbiamo anche bisogno di trasparenza nell`evoluzione della rete fissa di accesso di Telecom Italia e del mantenimento delle condizioni concorrenziali verso le reti di nuova generazione”.

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