Festival di Sanremo: raddoppiano gli utenti collegati al sito Rai tra le polemiche dei consumatori sulle modalità del televoto

di Raffaella Natale |

Italia


Festival di Sanremo 2010

Sanremo dei giovani trionfa anche sul web della Rai. Nelle 5 giornate del Festival – ha annunciato RaiNet – raddoppiano gli utenti rispetto allo scorso anno e addirittura si triplicano le pagine viste. Con il traino sanremese, il portale Rai registra complessivamente 35 milioni di pagine viste e una media giornaliera di 630mila utenti unici, con la metà degli accessi concentrati sul Canale Sanremo, sulla diretta di RaiUno e sul canale web tv dedicato al Festival.

 

In particolare, sono 2,4  milioni le clip video viste nel corso della rassegna canora (+ 140% sul 2009), con il record di richieste per il momento del trionfo di Valerio Scanu, seguito dal passaggio in finale di Pupo, Emanuele Filiberto e Luca Canonici e dagli esclusi nella prima serata. A seguire, gli addii di Ruggeri e Moro, ancora Scanu in duetto con Alessandra Amoroso, le esibizioni di Arisa e Mengoni. Tra i giovani, stravince Tony Maiello.

 

Un Sanremo, quello dell’ultima edizione, che ha registrato un boom di ascolti e che sta facendo ancora discutere per il gesto della giuria dei professori di orchestra che, al momento della proclamazione dei finalisti, ha lanciato sul palco gli spartiti in segno di protesta. 

Un gesto condiviso da Enzo Mazza , presidente Fimi, la federazione che rappresenta le aziende discografiche italiane: “…si è trattato di un gesto sicuramente plateale ma che ha ridato dignità all’intero settore musicale, troppo abituato da anni a subire qualsiasi cosa”.

Mazza ha ricordato anche la scarsa attenzione della politica alle problematiche dell’industria musicale: “Non è bello fare paragoni tra chi perde il posto di lavoro, ma nella musica, tra produzione e indotto, sono sparite decine di migliaia di posti di lavoro. Né Bersani, né Scajola si sono però mai preoccupati degli operai, dei fonici, delle segretarie, dei musicisti, dei negozianti di dischi, di tutte quelle professionalità che stanno dietro alla musica che loro hanno ascoltato magari a Sanremo o su un disco e che negli anni hanno dovuto lasciare il settore senza clamori a causa di una crisi devastante”.

“L’industria musicale – ha concluso Mazza – sta cercando di uscire dalla crisi nonostante, a differenza del settore auto, non abbia mai goduto di sovvenzioni e incentivi”.

 

Intanto tra ieri e oggi sono già all’incirca 2 mila le segnalazioni dei cittadini arrivate al Codacons per protestare contro il televoto. Ieri l’Associazione dei consumatori si è rivolta alla Guardia di Finanza di Sanremo e all’Agcom chiedendo di sospendere i risultati della kermesse musicale e verificare le utenze di provenienza dei votanti per escludere che siano collegate ad agenzie specializzate che lavorano nel campo.

Si moltiplicano nel frattempo le lamentele degli spettatori che puntano il dito contro il televoto. Per la maggior parte, ha spiegato il Codacons, si tratta di gente delusa dal risultato che ha premiato i tre finalisti, il vincitore Valerio Scanu, il trio Pupo-Emanuele Filiberto-Luca Canonici e Marco Mengoni. Qualcuno però, ha riferito il Codacons, si lamenta anche “perché non è riuscito a televotare. Si tratta di casi isolati e che comunque non possiamo verificare, comunque c’è chi riferisce di aver ricevuto un messaggio che lo informava che il suo televoto non era andato a buon fine”.

“Noi non diciamo che il meccanismo non funziona ma sosteniamo che non è più adatto al Festival e a trasmissioni di quel tipo. Si tratta di un meccanismo meno democratico visto che non tutti hanno dimestichezza con il cellulare”, ha fatto sapere il Codacons rilanciando invece la giuria demoscopica.

 

Sulla stessa linea anche AudioCoop, il coordinamento nazionale di discografici indipendenti che rappresenta oltre 120 marchi della nuova scena musicale italiana.

“Il Festival di Sanremo  – si legge nella nota – si conferma ancora di più legato agli interessi dei reality musicali e dei personaggi televisivi legati a Rai e Mediaset, allontanandosi sempre di più dalla ricerca e innovazione fatta dalla discografia del nostro paese, che esce dopo il Sanremo 2010 fortemente penalizzata”.

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