Number portability: il Pin che rischia di limitare la libera di scelta degli utenti e blindare il mercato della telefonia fissa

di di Marco Pierani (Responsabile Relazioni Istituzionali Altroconsumo) |

... ma non proprio tutto è perduto

Italia


Number Portability

Sta per entrare in vigore, a partire dal 1 marzo, la nuova procedura stabilita dall’AGCOM per trasferire il proprio numero di telefonia fissa da un operatore ad un altro, la relativa Delibera prevede, tra le altre cose, l’introduzione di un pin, un codice segreto che ogni consumatore dovrà fornire al nuovo operatore ove voglia lasciare quello vecchio. La logica che sta dietro a questo meccanismo è quella di evitare il fenomeno dei servizi non richiesti che, per vero, hanno sì vessato in maniera pervasiva gli utenti delle tlc ma su fattispecie diverse che non quella dello switching.

 

Ora, il problema fondamentale ed intrinseco del nuovo pin è che dovrà essere fornito all’utente proprio dall’operatore che intende abbandonare. Appare, quindi, evidente e concreto il rischio che tale codice segreto possa diventare uno strumento utilizzato (ritardi, errori, rifiuti nella fornitura del codice) dagli operatori per impedire o ritardare il passaggio dei loro clienti verso un concorrente, con la conseguenza di bloccare la già difficile crescita di una reale concorrenza nella telefonia fissa e congelare una situazione in cui l’operatore dominante possiede ancora circa l’80% del mercato. La difficoltà nel cambiare operatore potrà inoltre creare una sorta di monopolio di ogni singola compagnia sui propri clienti, e rendere più facile per gli operatori praticare aumenti di prezzo e abusi ai danni dei consumatori, non potendo essi contare su procedure certe per “sfuggire” agli aumenti.

 

Per questi motivi già nel settembre 2009 Altroconsumo ha chiesto all’AGCOM (vedi prima lettera di Altroconsumo) di porre le condizioni affinché il consumatore rimanesse libero di scegliere, facilmente, l’operatore di cui avvalersi per la fornitura dei servizi fissi senza dover ricorrere a regole e meccanismi complicati che limitano la libertà dei consumatori.

 

La delibera è stata successivamente impugnata al TAR da alcuni operatori con il risultato semplicemente di posticiparne l’entrata in vigore di un mese, per cui è ormai certo che dal 1 marzo le nuove regole saranno implementate. C’è tuttavia ancora margine per evitare di blindare il mercato a discapito degli utenti, per questo Altroconsumo si è di nuovo rivolto all’AGCOM (vedi seconda lettera di Altroconsumo) l’Autorità può impedire, infatti, che gli operatori donating utilizzino strumentalmente il nuovo pin per porre in essere azioni ostruzionistiche volte ad ostacolare il trasferimento delle utenze verso altri operatori attraverso due accorgimenti:

 

a) il consumatore deve essere considerato proprietario del pin stesso;

b) l’operatore non deve poter cambiare il pin ogni 15 giorni (motivando eventualmente la cosa per questioni di sicurezza), in tal modo il consumatore sarebbe infatti costretto a contattare il call center dell’operatore che vuole lasciare per richiedere il pin “aggiornato” e sarebbe quindi sottoposto a molto probabili operazioni di retention.

In realtà sarebbe stato molto meglio introdurre un soggetto terzo e imparziale (poteva anche farlo l’Agcom) che al momento del passaggio da un operatore all’altro contattasse il consumatore per verificare la sua effettiva volontà di switching, ma questa partita purtroppo sembra ormai essere persa.

 

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