Rai. Nel nuovo Contratto di servizio più offerta e qualità e misure antievasione canone

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Aumento dell’offerta complessiva, tutela per l’evasione del canone, regole per la neutralità tecnologica e competitiva secondo quanto indicato dall’Agcom. Queste, a quanto si apprende, le principali novità del nuovo Contratto di servizio per la Rai, scaduto a dicembre.

Il testo, elaborato sulle linee guida dell’Authority e messo a punto dalla Commissione paritetica Governo-Azienda, è stato approvato in Consiglio di amministrazione e sarà trasmesso a breve alla Vigilanza per il parere obbligatorio, ma non vincolante (la Commissione ha un mese di tempo). Tornerà quindi all’attenzione di Governo e azienda per valutare se e quali modifiche indicate dalla Vigilanza adottare, quindi sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale per entrare in vigore, con ogni probabilità a fine aprile o inizio maggio.

 

La quota dell’offerta generalista del servizio pubblico passa dal 65 al 70% della totale. In più, sul digitale, si fissa un minimo di quattro canali tematici (la Rai ne ha già realizzati nove) su news, cinema e fiction italiana ed europea, bambini (uno per l’età prescolare, l’altro per quella scolare).

 

Un punto che sta particolarmente a cuore all’azienda, come sottolineato più volte anche dal Presidente Paolo Garimberti. Nel nuovo Contratto il ministero per lo Sviluppo economico si impegna ad aprire un tavolo istituzionale (con la Rai e gli altri ministeri interessati, in primis l’Economia) per individuare tutti i possibili aspetti che possono essere oggetto di un intervento legislativo per contrastare l’evasione, che attualmente tocca punte del 27-29% e un costo di circa 300 milioni per l’azienda. Nell’attesa del provvedimento, scatta la ‘clausola di tutela‘ ovvero la possibilità, a fronte di significativi squilibri tra gli obblighi del servizio pubblico previsti dal contratto e la copertura dei costi, di individuare nella Commissione paritetica e dunque con il consenso del Governo, possibili correttivi nell’interpretazione del contratto.  

 

A quanto si apprende, nell’ultima seduta del Cda dedicata al contratto di servizio erano stati in particolare i consiglieri Nino Rizzo Nervo e Angelo Maria Petroni a chiedere un impegno più stringente su questo fronte.

 

Il Contratto prevede un nuovo strumento di monitoraggio sulla qualità e che riguarderà sia la programmazione che la corporate reputation, in sostanza il marchio Rai in quanto tale. La prossima rilevazione riguarderà con ogni probabilità la stagione di garanzia appena iniziata e che si chiuderà a maggio.

 

Secondo quanto previsto nelle linee guida dell’Agcom la Rai potrà mettere a disposizione delle piattaforme commerciali i suoi contenuti, la sua programmazione di servizio pubblico, ma solo sulla base di una trattativa equa, trasparente e non discriminatoria, con il successivo controllo nell’applicazione da parte delle Autorità competenti. Sul fronte tecnologico, dovrà essere presente su almeno una piattaforma distributiva di ogni piattaforma tecnologica, come avviene di fatto su quella satellitare con Rai Sat.

In altre parole, la Rai non è obbligata a stare su Sky (purché sia presente sul satellite) e, nel caso in cui mettesse in discussione la sua permanenza sulla tv di Rupert Murdoch, potrebbe aprire un negoziato per cedere a prezzo equo i propri canali. (r.n.)

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