Digital Music Report: la musica digitale cresce del 12% e fattura 4,2 mld di dollari ma la pirateria continua a danneggiare il settore

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Il consumo di musica digitale nel mondo cresce del 12% con un fatturato complessivo di 4,2 miliardi di dollari. E’ quanto emerge dal Digital Music Report 2010 presentato dall’IFPI, la federazione internazionale dell’industria discografica. Più di un quarto di tutti i ricavi delle case discografiche proviene ormai dai canali digitali, il fatturato dall’online hanno raggiunto i 4,2 miliardi di dollari, facendo registrare nell’ultimo anno, un incremento del 12% e oggi rappresenta il 27% dei ricavi di tutta la musica venduta.

 

Le vendite di singoli brani nel 2009 sono aumentate di circa il 10% raggiungendo 1,5 miliardi di unità, del 20% è stata invece la crescita di album online scaricati, questo anche grazie all’introduzione di prezzi variabili e all’implementazione di DRM free download.

 

Il brano più venduto del 2009 è stato ‘Poker Face’ di Lady Gaga, con un totale di 9,8 milioni di unità. Questi in sintesi i numeri più rilevanti del mercato della musica digitale a livello mondiale nel 2009.

Sono cambiate anche le modalità di acceso alla musica: dall’offerta di contenuti associata ai servizi di connessione a banda larga, allo streaming, audio e video, internet e mobile, ai servizi di download gratuito supportati dalla pubblicità.

 

Nell’ultimo anno le aziende del disco hanno stretto partnership commerciali con operatori che offrono servizi supportati dalla pubblicità come Spotify, Deezer, MySpace Music e We7; con gli ISP come TDC in Danimarca, Terra in Brasile e operatori satellitari come Sky nel Regno Unito; con cellcos come Vodafone e i produttori di cellulari quali come Nokia e Sony Ericsson e con i canali di video-sharing come YouTube, Hulu e Vevo.  

 

Nonostante la continua crescita, il mercato digitale non riesce ancora a compensare l’andamento negativo dei prodotti tradizionali: le vendite digitali sono cresciute a livello globale del 940% dal 2004, ma il fatturato totale della musica è sceso di circa il 30% nello stesso arco temporale. Questo anche a causa della pirateria che ha ridotto gli investimenti e i ricavi anche in mercati importanti in cui era molto forte il repertorio locale. In particolare Spagna, Francia e Brasile, in cui la vitalità storica e l’influenza della loro musica e degli artisti locali è sempre stata molto accentuata, stanno subendo forti ripercussioni a causa del crollo delle vendite.

 

In Francia, sono stati 107 gli album prodotti nel primo semestre del 2009, il 60% in meno rispetto allo stesso periodo del 2003 e i nuovi contratti con artisti francesi sono diminuiti del 60% passando da 91 nel primo semestre 2002 a 35 nello stesso arco di tempo del 2009. Complessivamente gli investimenti in marketing e promozione da parte dell’industria musicale francese e’ scesa nei primi sei mesi del 2009 del 9%.

 

In Spagna, anche a causa di una politica poco incisiva in tema di pirateria da parte del Governo, il crollo del mercato della musica è stato molto rilevante; nel 2009 infatti nessun artista spagnolo è entrato nella top 50 degli album più venduti contro i 10 presenti invece nel 2003. Complessivamente le vendite unitarie di album di artisti spagnoli sono scese di circa il 65% tra il 2004 e il 2009. Oggi, file-sharing illegale in Spagna, al 32% degli utenti di internet, è più che doppio rispetto al tasso europeo del 15% (Jupiter Research, 2009). In brasile le vendite di musica sono diminuite del 43% tra il 2005 e il 2009 con un impatto disastroso sugli investimenti anche in riferimento al repertorio locale, da sempre considerato molto importante.

 

Il Digital Music Report mostra anche come la pirateria digitale abbia inevitabilmente causato un cambiamento di clima intorno a un’industria che da sempre ha fatto della creatività un elemento fondamentale. Risulta quindi evidente che siano necessari interventi legislativi in grado di frenare il P2P e le altre forme di pirateria digitale e in questo senso la collaborazione con gli ISP Provider risulta fondamentale.

 

John Kennedy, Presidente di Ifpi, a margine della presentazione del nuovo rapporto ha precisato che “oggi vi sono ormai innumerevoli opportunità rispetto anche solo a pochi anni fa di acquistare online brani o interi album, e sarebbe molto bello se si potesse arrivare a raccogliere i frutti di questa innovazione attraverso importanti ricavi tali da consentire una forte crescita del mercato, quindi maggiori investimenti e più posti di lavoro. Tutto questo non è al momento possibile a causa soprattutto del fenomeno della pirateria che di fatto sta continuando non solo a contrarre il mercato globale ma va a colpire anche gli investimenti destinati al repertorio locale. I casi di Francia, Spagna e Brasile sono un emblema di quanto sia complessa e delicata l’attuale situazione”.

 

Nelle prossime settimane sarà diffusa anche la versione italiana del Digital Music Report 2010, con un approfondimento dedicato anche al mercato italiano.

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