Digitale terrestre: definito il calendario 2010 per il passaggio alla DTT. In autunno i primi switch-off dell’anno

di Raffaella Natale |

Italia


Telecomando

La proposta di calendario di spegnimento della Tv analogica e di passaggio alla tecnologia digitale presentata, nel corso della riunione del CNID (Comitato Nazionale Italia Digitale) tenutasi oggi, dal viceministro alle comunicazioni, Paolo Romani, è stata accolta e condivisa con piena soddisfazione dai rappresentanti delle regioni Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia; delle emittenti nazionali Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Sky, Prima Tv, Rete Capri e Rete A e delle associazioni delle Tv locali FRT e Aeranti-Corallo; del CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori Utenti); delle associazioni di produttori e distributori di apparati elettronici ANITEC-Confindustria e AIRES.

In accordo con tutte le parti è stato quindi fissato, il calendario di passaggio alla Tv digitale del 2010.

Il calendario – spiega una nota del ministero dello Sviluppo economico-Comunicazioni – prevede una fase di switch-over, con il passaggio di Rai 2 e Rete 4 alla sola tecnologia digitale, fissata al 18 maggio nella macro area che comprende le regioni della Lombardia (Milano – Pavia – Cremona – Lodi – Monza e Brianza – Bergamo – Brescia – Varese – Como – Lecco – Sondrio), Piemonte (Novara – Vercelli – Asti – Alessandria – Biella -Verbania) ed Emilia Romagna (Piacenza – Parma). In tutto saranno coinvolte 19 province e 12 milioni di abitanti.

Il passaggio definitivo di tutte le trasmissioni al digitale si articolerà secondo queste date dal 15 Settembre al 20 Ottobre in Lombardia, Piemonte Orientale, comprese le province di Piacenza e Parma. Dal 21 Ottobre al 25 Novembre saranno coinvolte dalle operazioni le regioni di Emilia Romagna, Veneto e Friuli Venezia Giulia. Con il passaggio della regione Liguria dal 26 novembre al 20 dicembre, si concluderanno le operazioni di transizione al digitale del 2010 coinvolgendo in totale 23 milioni di abitanti e portando in totale al 70% della popolazione italiana in ambiente all digital.

Resta invece ancora in sospeso la questione dell’ordinamento automatico dei programmi della Tv digitale terrestre.
Recentemente Adiconsum in rappresentanza del CNCU (Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti) e il Comitato Radio TV Locali (CRTL), hanno presentato all’Agcom una proposta congiunta in merito al Logical Channel Number (LCN), attualmente in discussione presso l’Autorità che ha aperto un’apposita istruttoria.
Come informa una nota, il documento suggerisce al Garante una proposta di ordinamento a salvaguardia dell’utenza che attualmente non è in grado di ricercare – o, quanto meno, di ritrovare facilmente – i programmi e le emittenti locali da un ingiusto confinamento a posizioni remote sul telecomando rispetto ai nuovi canali nazionali.
Per Adiconsum, l’ordinamento automatico dei canali deve essere al servizio del consumatore e deve facilitare l’accesso alla tv digitale.

Lo scorso novembre, l’Agcom ha avviato l’iter per trovare una soluzione alla ‘guerra del telecomando’. E’, infatti, stata aperta un’istruttoria sull’accordo notificato all’Agcom dall’Associazione DGTVi relativo all’ordinamento automatico dei canali della DTT.

L’istruttoria è stata avviata ai sensi dell’art. 43 del Testo unico della radiotelevisione – e che sarà svolta in tempi rapidi – servirà a verificare se l’accordo raggiunto dai principali operatori del settore televisivo sia rispettoso del pluralismo e non discriminatorio nei confronti di alcune categorie di broadcaster.

Il problema è appunto l’LCN: quando il decoder o il televisore integrato li sintonizza, li colloca in una lista lunghissima, che arriva fino ai numeri 800. Ogni emittente, ovviamente, cerca di piazzarsi il più in alto possibile e si verificano casi di conflitto – segnalati dagli stessi decoder – tra più emittenti per occupare la stessa posizione.

All’interno di DGTVi – che riunisce Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, Frt, D-Free e Aeranti-Corallo – è stato raggiunto un accordo, ora al vaglio dell’Autorità, in base al quale i canali dall’1 al 9 spettano alle ex tv analogiche (tre Rai, tre Mediaset, poi La7, Mtv e l’ex Rete A); dal 10 al 19 tocca alle emittenti locali, in base alla graduatoria stilata dai vari Corecom; dal 20 in poi, a vari blocchi tematici: al numero 20 c’è Tv 2000, al 21 Retecapri (che però non ha ancora aderito all’accordo), poi i canali per bambini, i semigeneralisti (come Rai 4, Iris o RaiSat), gli sportivi e quelli dedicati alle news. Ma non tutti i broadcaster hanno aderito all’intesa.

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