Rai-Sky: Remigio del Grosso, ‘Si cominciano a intravedere i primi benefici effetti dell’uscita di Raisat dalla piattaforma satellitare’

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Pubblichiamo di seguito una lettera di chiarimento da parte di Remigio del Grosso, Vice Direttore del CNU – AGCOM e membro del Comitato Scientifico RAI, sul caso Rai-Sky.

 

 

 

Gentile Direttore,

 

anch’io non voglio polemizzare con nessuno, in particolare con un apprezzato ex Dirigente Rai (Il riferimento è per Salvatore Morello che ieri è uscito sulle pagine di key4biz con un suo pezzo – Leggi articolo) e pertanto mi scuso di averlo annoverato tra i difensori del monopolista satellitare.

Tuttavia, devo registrare con (mia) grande soddisfazione – ma non mi risulta che gli abbonati Rai abbiano scritto milioni di lettere di protesta alla Concessionaria – della scelta definitiva di portar fuori da Sky i canali Raisat.

Perché soltanto questo io auspicavo e questo è stato deciso dalla Rai, compiendo un momentaneo sforzo economico che in qualche modo andrebbe ricompensato in sede di rinnovo del Contratto di Servizio.

 

Non bisogna essere esperti matematici – o ingegneri, mi scusi il cortese interlocutore – per comprendere come in due/tre anni, il passaggio da Sky al TDT assicuri ai canali Raisat maggiori introiti pubblicitari. Non c’è paragone, infatti, per il momento e per fortuna, tra gli abbonati Rai e quelli Sky. Maggiore visibilità, inoltre, significa maggiore audience, con conseguente lievitazione delle tariffe pubblicitarie applicate agli spot inseriti sugli stessi canali Raisat. Quindi, più spot e più remunerati.

 

Comunque, ripeto ancora una volta che era interesse di tutti gli utenti e consumatori poter godere della visione di canali di una discreta qualità (e nessuno lo sa meglio di me, di quanto ci sia bisogno di una maggiore qualità dei programmi), probabilmente prodotti con i soldi pubblici e fino ad oggi (ieri) stranamente riservati ai soli abbonati Sky.

 

Intanto si intravedono i primi benefici effetti dell’uscita dei programmi di Raisat dalla piattaforma Sky. Sul proprio sito web, infatti, la Rai li ha messi a disposizione di tutti i cittadini, anche di quelli che non pagano il canone. E sul sito c’è anche una sezione Alta Qualità, dove è possibile rivedere fiction, eventi sportivi e cartoons.

 

Un altro tassello degli adempimenti previsti dal Contratto di Servizio (la piattaforma internet) viene realizzato compiutamente e, forse, in un momento nel quale ci sono più adsl che parabole, ritengo che ormai la Rai copre in questo modo quasi la totalità della popolazione.

Di fronte alla maggiore efficienza dimostrata dalla Concessionaria in questi ultimi tempi, si potrebbe forse prendere anche in considerazione la proposta del Ministro Paolo Romani di far pagare il canone Rai con la bolletta elettrica, con la possibilità di ridurne l’importo.

 

L’eliminazione totale dell’evasione del canone, però, andrebbe accompagnata con una maggiore trasparenza, richiesta anche dalla Corte dei Conti, della contabilità separata Rai che deve dare la possibilità a tutti i cittadini di verificare concretamente le modalità di utilizzo delle risorse pubbliche. Certo la completa chiarezza sui conti Rai si avrebbe se una (o più) rete fosse esclusivamente finanziata dal canone ed offrisse soltanto trasmissioni di servizio pubblico e le altre reti fossero finanziate esclusivamente dalla pubblicità, con la stessa limitazione di tetto delle tv commerciali. Probabilmente in questo modo si risolverebbe anche il problema della qualità dei programmi del servizio pubblico che – in assenza di un sistema di valutazione quotidiano – andrebbero a mio avviso affidati ad autori di qualità, come quelli premiati da una recente indagine effettuata tra sociologi, psicologi e pubblicitari.

 

Purtroppo il prezioso progetto approntato nell’aprile 1998 dall’allora Presidente della Rai Roberto Zaccaria – in vista della poi scongiurata emigrazione di Rete4 sul satellite – che trasformava Rai Tre in emittente senza pubblicità, con la contestuale aggregazione in un’unica testata del TG3 e dei TG Regionali, non è stato più riesumato da alcuno. Tuttavia l’idea di far diventare la Rete Tre “un centro originale di produzione“, una sorta di “laboratorio tra cultura e spettacolo” è tuttora originale e sfidante.Speriamo che qualcuno la voglia rispolverare.

 

Con i più cordiali saluti a Lei signor Direttore ed al cortese interlocutore ing. Morello.

 

 

Remigio del Grosso  

 

 

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