New Media: milioni di utenti connessi a internet per seguire i funerali di Michael Jackson. Ecco come il web supera i broadcaster tradizionali

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di Francesca Burichetti

Mondo


I funerali di Michael Jackson

“Sarà lo spettacolo più grande della terra” aveva detto Michael Jackson parlando del suo funerale. E così è stato. Per dare l’addio al re del pop la CNN ha dedicato un canale in streaming all’evento, mentre in Italia la diretta è stata trasmessa da Mediaset su Italia 1 e da Sky sul canale della CNN, su Sky TG 24 e su Fox News. A garantire l’accesso all’evento da digitale terrestre ci ha pensato invece la BBC, attraverso il canale BBC World.

 

Ecco in tutta la sua naturalezza il potere dei nuovi media. Le televisioni, grazie alla loro flessibilità, hanno permesso di dedicare un canale intero all’evento, senza alcun problema per la sovrapposizione del contenuto, reso disponibile contemporaneamente su piattaforme diverse, dall’analogico, al digitale terrestre, fino al satellite. Ma i numeri più sbalorditivi arrivano da Internet, che ha confermato ancora una volta il suo potere di annientare spazi e distanze.

 

Milioni di persone si sono connesse da tutte le parti del mondo per seguire i funerali del loro beniamino. Sui social networks sono state organizzate moltissime cerimonie in ricordo della popstar. Randi Zuckerberg, direttore marketing di Facebook, ha dichiarato che mentre la CNN trasmetteva la diretta dell’evento, nella community si sono raccolti più di sei mila commenti al minuto da parte dei fan, con pensieri dedicati al re del pop e continui aggiornamenti .

Ma Facebook è stata soltanto una delle piattaforme assediate dagli utenti. Il canale online della CNN è stato seguito da 759 mila persone, al secondo posto del podio troviamo invece il sito dell’ABC, con un picco di 97 mila visite, mentre la terza posizione va a E! Online, che ha registrato più di 87 mila click.

In totale si sono stimati ben quattro milioni di spettatori online al minuto. Il traffico nei siti Web che veicolano notizie video in America, in Europa e in altre parti del mondo è esploso rispetto al normale share, come spiegato da Helen Yang, portavoce di Akamai Technologies, importante agenzia di rilevazione dati in rete.

 

Si è trattato di uno dei più grandi eventi mediatici del mondo, insieme al discorso inaugurale del presidente americano, Barack Obama. L’avvenimento ha messo sotto gli occhi di tutti il potere della rete e dovrebbe fare fortemente riflettere sul prossimo assetto che si andrà a realizzare tra i mezzi di comunicazione esistenti. La televisione digitale sarà certamente un mezzo importante per la nostra dieta mediatica, ma, nonostante tutti gli sforzi che si possano fare, manca della sua natura interattiva, che resta ancora limitata. La partecipazione è un fatto congenito soltanto alla rete ed è qui che ogni volta si realizza in tutta la sua naturalezza. A dimostrarlo sono proprio gli eventi di portata mondiale, che travasano dai confini nazionali e assumono dimensioni inimmaginabili.

Il Web, per la sua flessibilità e capienza, è l’ambiente ideale per ospitare questo tipo di eventi mediatici, dove contenuti professionali garantiti dai broadcasters e user generated contents si incontrano dando origine a un nuovo modo di produrre e fruire materiale audiovisivo. Al di là del suo significato sociale, un simile fenomeno può essere letto anche in chiave strategica per ridefinire le policies delle principali emittenti.

 

La rete, inutile negarlo, rappresenta un’arma a doppio taglio per i broadcasters. Da una parte è lo spauracchio che ha democratizzato l’accesso ai contenuti e distrutto l’organizzazione statica e rigida del palinsesto. Dall’altra, però, rappresenta la grande opportunità di raggiungere quell’audience che si è stancata della televisione tradizionale, sia essa generalista o tematica.

I video online si prestano prevalentemente per una fruizione on demand, che si sposa appieno con l’architettura di Internet, basata su una comunicazione unicast, ovvero uno a uno. Questo rende la piattaforma uno strumento per arricchire e ampliare la diffusione dei contenuti audiovisivi. Gli eventi in diretta, invece, si prestano meglio per una distribuzione uno a molto, dal momento che devono essere seguiti da un alto numero di persone contemporaneamente. Ciò fa della Web Tv uno strumento di supporto, non sostitutivo alla televisione, per le strategie dei broadcastrers. Ma, allo stesso tempo, fenomeni di portata mondiale, come i funerali della popstar, stanno mostrando le potenzialità del Web anche per gli eventi live.

 

Con la progressiva penetrazione della banda larga e i futuri investimenti per realizzare le NGN, qualità e quantità di contenuti audiovisivi è naturalmente destinata ad aumentare. Non è escludibile che in un futuro non troppo lontano anche le partite di calcio possano essere trasmesse in diretta sulle Web Tv. il calcio, si sa, è uno dei principali contenuti che ha fatto nascere e rafforzare le tv tematiche a pagamento. Se dovesse arrivare in rete prima che i broadcastrers siano pronti a gestire la loro offerta via Web, il mercato televisivo tradizionale ne sarebbe profondamente sconvolto.

Il Web è l’ambiente che ha scomposto le masse in una miriade di piccolissime nicchie, ma, allo stesso tempo, è anche lo strumento in grado di ricomporle e convogliarle verso un preciso punto. Ed è proprio a questa grande flessibilità che le emittenti devono iniziare a guardare per cercare di rimanere competitive sul mercato e non venire progressivamente messe da parte, mano a mano che il pubblico giovanile si fa adulto.

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