Mediaset: Berlusconi Jr, ‘Ottimisti per superare la crisi e attenzione alla svolta storica del digitale terrestre che consentirà di battere Sky’

di Raffaella Natale |

Italia


Pier Silvio Berlusconi

Nonostante i forti impatti della crisi economica soprattutto sul fronte della raccolta pubblicitaria, Mediaset non cambia il proprio programma di investimenti. La conferma è arrivata ieri sera dal vicepresidente del Biscione, Pier Silvio Berlusconi, convinto della necessità di “essere ottimisti” per superare al meglio la congiuntura economica sfavorevole.

“Bisogna essere ottimisti – ha detto Pier Silvio Berlusconi durante la presentazione dei palinsesti autunnali di Mediaset – in un momento come questo l’ottimismo è necessario. Saremmo pazzi a disinvestire per la crisi. Siamo un azienda proiettata verso il futuro, non guardiamo la situazione di tre mesi in tre mesi, e non possiamo permetterci di non investire nel prodotto, produzioni televisive italiane che sono le migliori a livello internazionale”.

 

Mediaset ha archiviato il primo semestre dell’anno facendo registrare un calo nella raccolta pubblicitaria intorno al 12/13%. Un dato “in linea con quello del primo trimestre” e che nonostante la crisi “andiamo meglio del mercato“.

Berlusconi ha parlato di un mercato della pubblicità “onestamente ancora molto complicato”. E ha ribadito la chiusura del primo semestre dell’anno con “un leggero miglioramento rispetto al primo trimestre”.

 

Nessuna eccessiva preoccupazione, insomma, per la crisi economica, ma riflettori puntati sulla “svolta storica” rappresentata dal definitivo passaggio al digitale terrestre, previsto per il 2012.

“…Ci troviamo davanti a una vera e propria rivoluzione – ha osservato – destinata a cambiare per sempre la tv. Il digitale terrestre non è più una prospettiva ma una realtà che coinvolge tutte le famiglie italiane. E di fronte a questo cambiamento epocale, noi di Mediaset potevamo fare il minimo, cosa che comunque ci avrebbe permesso di vivere di rendita per qualche anno. Invece con vero spirito imprenditoriale abbiamo deciso di cavalcare al massimo questa rivoluzione. Abbiamo fatto tanto, e fare vuol dire rischiare. E abbiamo fatto bene, considerato che Boeing è in termini di ascolti la prima rete in Italia sul digitale”.

 

Mediaset guarda quindi al digitale facendo ribollire idee e novità, a cominciare da Italia 2, canale “gratuito, più giovane di Italia 1 e più spregiudicato” per il quale, per stessa ammissione del manager del gruppo, “è stato fatto un annuncio prima del tempo (si era parlato di un avvio a gennaio 2010)”, ma che dovrebbe comunque arrivare “entro il 2010 .

Pier Silvio Berlusconi ha anche parlato di un’ulteriore “novità in pista“, di cui però non si hanno dettagli, se non una promessa: “contiamo di arrivare presto”.

 

A completare il quadro c’è poi “la grande invenzione di Premium, la prima pay tv con tessera prepagata”. La piattaforma raggiungerà il break-even nel 2010.

C’erano 3 milioni e mezzo di tessere Mediaset Premium attive fino ad un paio di giorni fa. Poi, in poche ore, ne sono scadute 2 milioni e 200 mila. Tutto fisiologico, come ha spiegato ieri sera a Cologno Monzese, e ha commentato il momento delicato in cui un considerevole numero di carte è in un limbo in attesa che gli utenti decidano di riattivarle.

Intanto però ha dalla sua altri tipi di cifre: un fatturato da Mediaset Premium che nel 2009 dovrebbe aggirarsi intorno ai “500 milioni di euro”. Frutto di ricavi che nei primi sei mesi del 2009 hanno fatto registrare un “+85% rispetto all’anno scorso per quanto riguarda le attività caratteristiche (vendita prepagate e abbonamenti in easypay), e un +70% se si considera anche la vendita di contenuti comunque legati a Premium”.

 

Secondo il vicepresidente di Mediaset è soprattutto la formula Premium a essere vincente: “Il nostro è un pacchetto di 14 canali con il meglio del meglio dell’offerta televisiva. Altre pay tv propongono centinaia di canali che costano tanto ma che interessano poco. Siamo convinti che in uno scenario più frammentato dia più valore alle grandi reti generaliste, che sono le uniche ad attrarre grandi ascolti, e il caso Usa ce lo dimostra”.

 

Il manager ha tenuto a precisare che la svolta del digitale “non è soltanto italiana, ma riguarda tutto il mondo. Nel 2012 – ha detto – il segnale analogico si spegnerà ovunque. In Usa è già successo nello scorso giugno”.

E, al proposito, Berlusconi ha ricordato l’intervento del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che invitava i cittadini a prepararsi per l’evento e a parlarne ad amici, vicini e conoscenti.

 

Riguardo ai controversi rapporti con Sky di Rupert Murdoch, un tempo in ottimi rapporti con Silvio Berlusconi, durante la cena il vicepresidente ha scherzato: “Non mi fanno paura né gli squali, né i caimani (il tycoon australiano è sopranominato ‘The shark’ mentre il premier, caimano, ndr)”.

Poi, diventando più serio, ha spiegato che “…Sky si è fermata. Negli ultimi dati non ha guadagnato un abbonato e ha un rapporto negativo tra nuovi abbonati e chi lascia”.

“La sfida è ancora lunga ma sta andando davvero molto bene – ha aggiunto – Almeno oggi non siamo disarmati” e, con il digitale terrestre, l’azienda sta riuscendo a competere con quello “che fino a ieri era un monopolio“.

 

Berlusconi ha poi commentato i dati sugli ascolti successivi allo switch-off in Sardegna, dove è avvenuto il passaggio al digitale. “Cominciamo a essere ottimisti – ha spiegato – I canali generalisti perdono circa un punto, più che compensato dalla multicanalità’ sia per Mediaset che per la Rai. Invece Sky ha perso il 2,5%”.

 

Riguardo alla possibilità per la Tv pubblica di seguire la linea francese abolendo la pubblicità, Berlusconi Jr ha commentato: “La Rai fa fatica ad arrivare a fine anno con la pubblicità, figuriamoci senza. Certo, per noi sarebbe comodo. E comunque sono stati fatti esperimenti all’estero che non hanno funzionato: in Francia, ad esempio, non è cambiato niente”.

 

Infine, per quanto concerne Fininvest, si mantengono le linee di investimento annunciate un anno fa e al momento non vede nuovi settori in cui investire. E’ quanto ha affermato l’amministratore delegato Pasquale Cannatelli. A chi gli chiedeva se la finanziaria controllata dalla famiglia Berlusconi abbia individuato nuovi filoni di investimento, anche alla luce della crisi, ha risposto: “Non ne vedo. Ho visto tanti dossier, ma non vedo occasioni”.

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