NGN e Digital divide: il Commissario Agcom D’Angelo elogia l’esempio Cremona e chiede vantaggi per i privati che investono nelle reti

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Nicola D'Angelo

“Mentre Roma discute, a volte inutilmente, voi avete dimostrato di saper fare”.

Questo il commento di Nicola D’Angelo, Commissario per le Infrastrutture e le Reti, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nell’ambito dell’evento “Oltre la rete, i servizi” promosso da Aemcom, operatore locale di ICT, al Teatro Ponchielli di Cremona.

 

D’Angelo è intervenuto in merito al dibattito sull’eventuale scorporo della rete Telecom Italia, sottolineando che mentre a Roma di discute della rete Telecom, ci sono altre esperienze, come quella di Cremona che potrebbero essere assunte a “paradigma di quello che dovrebbe essere fatto e non viene fatto”.

“Gli amministratori locali di Cremona – ha spiegato – hanno dimostrato di saper guardare più avanti rispetto alle preoccupazioni dell’immediato costruendo, aldilà dei servizi pubblici considerati fondamentali qualche anno fa, anche una rete che oggi è una delle migliori d’Italia“.

 

Dal settore delle tlc, liberalizzato da molto tempo, “ci si aspettava di meglio”:  Telecom Italia, secondo D’Angelo, non ha ancora ben capito il valore della “rivoluzione tecnologica” rappresentata dalla tecnologia IP, verso la quale sembrano essere molto più ricettivi i consumatori che l’ex monopolista.

D’angelo, ha quindi aggiunto che per combattere il digital divide, “non bastano le parole ma servono vantaggi economici per i privati che possono investire, occorre una politica di agevolazioni fiscali”.

“Noi possiamo anche arrivare presto all’eliminazione del digital divide ma occorre remunerare un servizio universale: nella banda larga devono essere inclusi dei servizi di base”.

 

Gerardo Paloschi, amministratore unico di Aemcom ha rilanciato: “A livello tecnologico Cremona compete ora con Milano nell’eccellenza italiana: una cablatura FTTH (fiber to the home) rilevante, l’utilizzo di tecnologia Hyperlan in tutta la provincia di Cremona, la rete cittadina NGN realizzata con largo anticipo rispetto a quanto avviene oggi a livello nazionale“.

La battaglia da combattere ora, secondo Paloschi, riguarda non solo la copertura a banda larga di quelle parti del territorio che ancora ne sono sprovviste, ma anche la soluzione di quello che viene definito il knowledge divide che riguarda quel 60% di popolazione che ancora non ha le conoscenze di base in merito a tecnologia, capacità di utilizzo del PC, conoscenza dell’inglese e che non può, quindi, sfruttare al meglio la presenza di queste reti.

 

“Un operatore ICT non può più imporre un cambiamento al territorio semplicemente portando connettività. I servizi si costruiscono insieme al territorio”, ha giustamente sottolineato Paloschi, invitando Telecom ad una importante riflessione: “a Cremona, come in altre città virtuose, diventa inutile duplicare gli investimenti infrastrutturali ed è invece possibile ragionare in un ottica One Network, cioè di sinergia tra le reti. Con il nostro traguardo raggiunto vogliamo lanciare questo segnale a Roma: non dilapidare gli sforzi che a livello locale, a Cremona come in altre città, amministratori oculati e imprese attente hanno già fatto”.

 

Sulla stessa linea anche Paolo Nuti, Presidente dell’Associazione Italiana Internet Provider (AIIP): “In Italia ci sono reti locali virtuose, Cremona ne è l’esempio più fulgido ma non l’unico, ed oggi corriamo il rischio di duplicare gli investimenti degli operatori che, inevitabilmente, saranno poi ribaltati sui consumatori finali. Il modello da perseguire è quello “One Network” e sembra che ora Telecom Italia abbia compreso che questa è la linea da seguire, la condivisione delle infrastrutture. La larghissima banda è una realtà che sarà presto necessaria non solo alle imprese ma anche a tutti i cittadini”. (a.t.)

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