IV Conferenza sulla Tv digitale terrestre: broadcaster e istituzioni si confrontano su copertura del segnale e rapporti col satellite

di Raffaella Natale |

Italia


TDT

Si concludono oggi a Roma i lavori della IV Conferenza Nazionale sulla Tv digitale terrestre, organizzata da DGTVi (Rai, Mediaset, Telecom Italia Media, DFree, nonché le associazioni di televisioni locali Aeranti Corallo e FRT), convocata per fare il punto sulla diffusione della nuova tecnologia in Italia in vista dello switch-off del 2012.

Partecipano, tra gli altri, Emma Marcegaglia, presidente Confindustria; Tarak Ben Ammar; Franco Bernabé; Claudio Cappon; Fedele Confalonieri; Maurizio Giunco.

Chiuderà i lavori Paolo Romani, sottosegretario ministero dello Sviluppo economico.

Dopo il successo del laboratorio Sardegna – la più grande area all digital d’Europa, con oltre 1 milione e 600 mila persone in grado di guardare un’ottantina di canali rispetto ai 26 di una volta – il 2009 si annuncia come l’anno della svolta per il digitale terrestre.

La provincia di Trento, il Piemonte occidentale, il Lazio e la Campania saranno le prossime tappe di un’evoluzione che vedrà digitalizzato nel 2010 il 70% della popolazione italiana, in vista del definitivo switch-off fissato a livello europeo nel 2012.

Nella prima giornata, Alberto Sigismondi (DGTVi) ha illustrato il “Terzo rapporto sulla televisione digitale terrestre in Europa“, con focus su “Sardegna: la più grande area digitale europea“.

La parola è quindi passata a governatori, operatori e broadcaster che hanno fatto il punto della situazione, confrontandosi sui dati attuali e le tendenze future.

“…Il passaggio al digitale terrestre costituisce, per la città di Roma, non solo una grande occasione di innovazione da un punto di vista delle tecnologie e dei servizi ma, soprattutto, un passaggio culturale di forte impatto sociale ed economico”. Lo ha dichiarato l’assessore alle Attività produttive, lavoro e litorale del Comune di Roma, Davide Bordoni.

“Il Comune di Roma – ha proseguito Bordoni – ha già predisposto un calendario di attività istituzionali al fine di agevolare l’introduzione della Televisione digitale terrestre prevista per il Lazio e per la città di Roma per il secondo semestre del 2009, come disposto dal Ministro dello Sviluppo Economico, Claudio Scajola con il decreto del settembre 2008. Si tratta di interventi compositi che beneficeranno del know how di tutte le realtà e strutture di diretta gestione dell’amministrazione volti alla migliore diffusione dei messaggi istituzionali tra la cittadinanza”.

Roma – ha concluso l’assessore all’Attività produttive del Comune di Roma – sarà la prima capitale europea a recepire questo nuovo sistema televisivo ed è questo motivo di grande orgoglio per l’amministrazione capitolina che sta lavorando per lo switch-off previsto per la fine dell’anno, pronta per un passaggio epocale e rivoluzionario”.

Stando ai dati presentati da DGTVi, alcuni anticipati da key4biz nei giorni scorsi, in Italia il 2008 è stato l’anno del sorpasso per la diffusione della Tv digitale terrestre sul satellite, con 7,6 milioni di abitazioni dotate di ricevitore per il Dtt (il 34% del totale), contro i 6,6 milioni con almeno un ricevitore satellitare (il 20% del totale, di cui 4,7 milioni con la Tv a pagamento). Ma il 2008 ha segnato anche il sorpasso della Tv digitale (considerando tutte le piattaforme, 53%) su quella analogica (47%). Sul fronte ricavi, gli introiti da spot ammontano ‘appena’ a 25 milioni, ma per l’offerta pay è boom: 400 milioni nel 2008.

Il doppio sorpasso è avvenuto anche in Regno Unito, Francia e Spagna, gli altri tre Paesi europei comparabili con l’Italia per lo stadio di transizione al Dtt. Il digitale terrestre è la prima piattaforma di accesso nel Regno Unito e in Francia (rispettivamente con il 39% e il 33%) e la prima piattaforma digitale in Spagna (36%).

Mentre nei tre Paesi considerati la pubblicità è la principale fonte di ricavi Dtt, in Italia gli introiti da spot sono stimabili per il 2008 in 25 milioni di euro (solo il 6% delle risorse generate dalla tv digitale terrestre). Ma abbiamo il primato dell’offerta pay in Dtt: 400 milioni nel 2008, oltre l’80% in più rispetto alla Francia e quattro volte i ricavi del Regno Unito (dove il processo di digitalizzazione e’ quasi completo e l’offerta su Dtt genera l’11% dei ricavi pubblicitari del settore, a fronte di un 14% degli ascolti complessivi). ASCOLTI In Italia il consumo di televisione Dtt è pari al 7.8% del totale; gli ascolti rappresentano il 33% di quelli digitali (Dtt, satellite e Tv via internet) e il 22.8% del totale ascolti Tv. Nelle famiglie satellitari prevale il consumo di canali pay (37% del totale ascolto per i canali compresi nel bouquet di Sky contro il 3% degli altri canali in chiaro); nelle famiglie con Dtt l’offerta in chiaro dei canali digitali terrestri raccoglie il 5% (pari al 71% degli ascolti Dtt), mentre la pay raggiunge quasi il 2% degli ascolti tv totali (29%).

L’Italia conta su 28 canali gratuiti (38 quelli di Freeview nel Regno Unito, 18 in Francia, 20 in Spagna) e su un’ampia offerta pay, grazie soprattutto a Mediaset (il calcio di Premium si è poi arricchito con Gallery e Fantasy), mentre La7 Cartapiù è passata di recente nelle mani degli svedesi di Airplus Tv. In generale, la nuova tv si è dimostrata terreno di crescita per una nuova generazione di canali di intrattenimento, molti dei quali prodotti dai broadcaster analogici, basati su generi, interessi e passioni condivisibili da larghe fasce di pubblico: nel 2005-2008 sono passati da 13 a 25 (in Italia Rai4 e Iris per Mediaset).

Regno Unito, Francia e Spagna spegneranno definitivamente le trasmissioni analogiche nel 2012, 2011 e 2010 rispettivamente. Già nel 2010 50 milioni di famiglie (pari al 54% del totale) passeranno al digitale terrestre nei 4 Paesi analizzati.

Durante la Conferenza è stato annunciato che Rai, Mediaset e Telecom Italia Media hanno costituito una nuova società, “Tivù”, che si occuperà di sviluppo della Tv digitale e che al suo interno avrà un nuovo piattaforma satellitare che si chiamerà “Tivù Sat” e che trasmetterà i canali delle tre emittenti..

Tivù sarà controllata pariteticamente da Mediaset e Rai con una quota del 48% ciascuna con una quota di minoranza (4%) di TI Media. Tivù Sat, secondo il responsabile del prodotto digitale Rai, Luca Balestrieri che ha presentato l’iniziativa, inizierà le sue trasmissioni a giugno 2009.

Secondo le indicazioni dei tre operatori, Tv Sat servirà a coprire con il segnale satellitare le zone non coperte dal digitale terrestre, in vista dello switch-off completo della tecnologia analogica, entro il 2012. Ma in prospettiva Tv Sat potrebbe diventare l’alternativa a Sky che attualmente ritrasmette sul satellite i canali Rai, Mediaset e TI Media.

“La competizione del futuro è tra piattaforme – ha sottolineato Balestrieri che di Tivù è presidente – e la Tv gratuita ha bisogno di un proprio spazio per competere anche sul satellitare”.

Questa sarà la nuova sfida a Rupert Murdoch. Primo obiettivo, ha spiegato Balestrieri, “…è garantire la copertura del digitale terrestre sul 100% della popolazione”, portando quindi la nuova tecnologia “…in tutte le case degli italiani“, anche dove il segnale Dtt non riesce ad arrivare. Ma il nuovo bouquet si propone, in prospettiva, anche come alternativa a Sky.

Inutile provare a chiedere se, un domani, l’offerta di Tivù finirà progressivamente ‘oscurata’ su Sky, che pure vede un’ampia fetta del proprio ascolto concentrarsi ancora sui canali generalisti: toccherà a ciascun broadcaster, si è limitato a spiegare Balestrieri, “mettere la propria offerta sulle diverse piattaforme, con le modalità che riterrà più opportune“, fermi restando per la Rai gli obblighi di servizio universale e di rispetto della neutralità tecnologica.

Tivù Sat (questo il nome del nuovo bouquet sul satellite) sarà ricevibile da Hot Bird (13 gradi est) con qualsiasi parabola che oggi riceva le reti generaliste da satellite; ovviamente avrà bisogno di un decoder e di una card (ma senza nessun abbonamento da pagare) e impiegherà un sistema di accesso condizionato per la protezione dei diritti (Nagra).

Tra i primi compiti della nuova società – che non è un club chiuso, ma aperto a tutte le emittenti, comprese quelle locali, che vogliano entrare a farne parte a condizioni trasparenti e non discriminatorie – promuovere il digitale terrestre usando il proprio marchio, attraverso campagne articolare su tutti i media (innanzi tutto nelle aree interessate dallo switch-off della Tv analogica); mettere a disposizione informazioni su tecnologia e offerte nei punti vendita di decoder e televisori; fornire servizi di guida elettronica ai programmi delle emittenti coinvolte, criteri di navigazione comuni, servizi interattivi.

Anche Mediaset, come ha informato l’amministratore delegato di Rti Marco Giordani, arricchirà a breve la sua offerta sul digitale terrestre con quattro nuovi canali, due free e due a pagamento, che saranno lanciati nei prossimi mesi.

Giordani non si è sbilanciato sui nomi, né sui contenuti dei nuovi canali, che con ogni probabilità faranno riferimento alla grande library di Mediaset, per quanto riguarda i due canali free, uno dovrebbe concentrarsi sull’offerta di film, l’altro sull’intrattenimento.

“…La guerra a Sky? Guerra è una parola grossa: è concorrenza. E la concorrenza è il sale dell’economia“. Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, ha così risposto a chi gli chiede se la nuova piattaforma Tivù, che mette insieme Rai, Mediaset e TI Media, apra un nuovo fronte nella sfida della Tv generalista al satellite.

Confalonieri, oggi a Roma per la quarta Conferenza nazionale sulla televisione digitale terrestre, non si è sbilanciato sull’ipotesi che i tre broadcaster in futuro possano togliere i propri canali generalisti dall’offerta Sky: “…Vediamo. Se i nostri canali continueranno ad andare in onda gratis sul satellite? Buona domanda“, si è limitato a rispondere con un sorriso.

Ieri Giancarlo Leone, ad di Rai Cinema, ha detto che la Rai, per gli obblighi di servizio pubblico, non “…abbandonerà le trasmissioni in chiaro sulla piattaforma Sky”.

Alla domanda quale sarà la strategia di Mediaset su questo punto Confalonieri ha risposto: “Vedremo. Queste sono cose che sanno meglio di me i tecnici”.

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